Il blog Symposium Somnium Scipionis è lieto di poter pubblicare un nuovo articolo che porta la firma di Alessandra Spanò che recentemente ha già collaborato con successo con noi.
Visto il bis concessoci, ne approfittiamo per presentare meglio la nostra autrice freelance.
Alessandra Spanò è cattolica, siciliana, laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Catania, sposata, madre di 5 figlie, docente di filosofia e storia presso il liceo classico della sua città, ha partecipato attivamente alla fondazione del più grande portale cattolico in rete (www.totustuus.it). Amante dell'arte, della fotografia e di storia della moda, fin dall'adolescenza è stata appassionata lettrice, per piacere e per dovere, di saggistica storica e di biografie scientifiche.
In prossimità del 31 ottobre, nel mondo
cattolico 2.0, cioè quello che frequenta a fini di apologetica e di
evangelizzazione i social-network, i blog e ogni possibile piazza virtuale,
tiene banco il tema legato alla ricorrenza di Halloween. Fin qui nulla di
nuovo, ma il fatto a mio avviso rilevante è che - cosa insolita - ultimamente
non tutti gli approcci al tema sono in chiave del tutto negativa. Infatti,
usualmente, scorrendo le più note pubblicazioni cartacee o virtuali
riconducibili alle più diverse realtà dell’universo cattolico, a seguito dei
pareri espressi da studiosi, prelati, parroci, carismatici ed esorcisti, i
giudizi e le conseguenti raccomandazioni erano concordi nell’ammonire i fedeli
a tenersi il più possibile alla larga da ogni contaminazione con un evento
sentito soprattutto estraneo e pericoloso. Invece ultimamente, da più parti, si
tenta di "sdrammatizzare" la questione Halloween, riducendolo ad una
festicciola sostanzialmente innocua, diversa, “alternativa”, utile per far passare
qualche ora di svago insolito ai propri figli.
In questa direzione, al seguito di studi
che ripercorrono le origini di questa ricorrenza, si sono mossi coloro che non
vedono in Halloween altro che la riproposizione postmoderna di antichi riti
cattolici, che si sono innestati su pratiche cultuali pre-romane, di
derivazione celtica, che si perdono nella notte dei tempi.
A rinforzo di questa tesi, gli stessi
ricordano poi il bisogno fisiologico proprio dell’essere umano di festeggiare,
di staccarsi a cadenze regolari dalla monotonia del quotidiano in un modo non
molto dissimile da quanto avvenga nel più consueto Carnevale.
E ci sono poi gli esagitati di turno, le
frange-cattoliche-lunatiche, che decidono che Halloween non è solo cosa “buona
e giusta”, ma sarebbe addirittura l’unico “evento innocente in Europa” e si
lanciano in roboanti scomuniche contro tutti quei mentecatti bigotti e
mentalmente tarati che accusano Halloween di essere la testa di ponte
dell’inferno in Occidente.
A me sembra, da cattolica, che tutti questi
tentativi di giustificare o comprendere le ragioni di questo evento, detto
molto francamente, siano soprattutto un tentativo di cedere ad una moda che è
sempre più pervasiva anche in Italia. Capisco che gli urlatori cattolici
anti-Halloween ad alcuni possano dare sui nervi, ma neppure gli urlatori
cattolici pro-Halloween danno un’immagine migliore, visto che un eccesso non si
combatte con un eccesso uguale e contrario. Bisognerebbe ragionare con un
minimo di pacatezza mettendo i piedi per terra e guardando le cose per come
sono, cioè limitarsi ai dati di realtà.
Mi sono resa conto che ad alcuni miei
fratelli nella fede, Halloween, tutto sommato, piace e quindi cercano, magari
affannosamente, di trovare in qualche modo la quadra fra le proprie inclinazioni,
la propria fede, e il mondo. Tutto ciò si potrebbe configurare semplicemente
come un cedimento alle mode, per sé e per i propri figli, quasi che non far
loro partecipare a feste, raduni e pellegrinaggi serali, sia farli sentire
"diversi". Ora, è innegabile che essere cristiani significa essere
"diversi", ed è altrettanto innegabile che in questi giorni il
cattolico non dovrebbe restare di certo con le mani in mano e l’anima in
modalità “risparmio energetico”, ma si dovrebbe preparare ad Ognissanti e alla
Commemorazione dei defunti, cioè ad entrare in un contatto vivo ed autentico
con le realtà ultime e definitive, quelle che toccano inevitabilmente il senso
globale della nostra esistenza di battezzati.
Ognissanti e Giorno dei Morti sono
un'occasione imperdibile di meditazione, preghiera, lode al Signore, esame
interiore della nostra esistenza, occasione di evangelizzazione con l'esempio e
la testimonianza di fede. Descrivere ai bambini, che sono così ricettivi, la
“moltitudine immensa che nessuno può contare, di ogni nazione e tribù e
popolo”, così come ce ne parla l’Apocalisse, “segnati in fronte” e “avvolti in
vesti candide”, e far loro percepire tutta la bellezza, la grandiosità, la
gioia senza fine a cui anche tutti noi siamo chiamati non solo non è difficile,
ma è anche di grande conforto e di vivo incoraggiamento per gli stessi
educatori alla fede. Se davvero crediamo e speriamo di appartenere “alla stirpe
eletta che cerca il volto di Dio”, come recita il salmista, non so davvero come
un cattolico possa trovare il tempo (e la voglia) di cucire o comprare abitini
da scheletri o streghette, usare le zucche non per il risotto, ma per
mascheroni ghignanti, e andare magari insieme ai figli a importunare il
prossimo con scherzetti che richiamano molto dei malefici in miniatura o, se ad
alcuno pare più rassicurante e consolante, dei più “normali” e diretti ricatti.
Quei genitori cattolicissimi che si pongono il problema della presunta
"discriminazione" dei loro pargoli davanti alle mode, dovrebbero
dunque già loro iniziare a rivedere un po' la propria formazione catechetica.
Non per nulla, sempre a proposito dei
nostri figli, su cui si appuntano le ansie dei genitori cattolici smaniosi di
risolvere la pericolosa conciliazione fra fede e moda, va ricordato la saggia
considerazione espressa qualche anno fa dal Cardinale Caffarra: “Halloween
rende più difficile, specie nei bambini, vivere un rapporto sereno con la
morte”; tutto il contrario di quanto avviene vivendo con pienezza Ognissanti e
la Commemorazione dei Defunti.
E anche il Cardinale Bertone è stato
netto, in proposito. “Magari non si portano i bambini al cimitero per
preservali anche solo dall'idea della morte e poi li si fa travestire da
streghe, scheletri e fantasmi: mi pare una contraddizione (...). Quella
del caro ricordo dei defunti è una tradizione che deve essere insegnata ai
bambini e ai giovani del nostro tempo. Vorrei che i genitori, i parenti e
le famiglie usassero lo stesso dispendio di energie, tempo e soldi
dedicato a un evento insensato come quello di Halloween per educare ai
valori veri, come quelli della comunione dei santi e dei defunti”.
Insomma, basta tenere accesa la lampada
della fede, come ogni giorno, per tenere lontano da noi qualunque attrazione
fatale nei confronti di Halloween. E non è peregrino domandarsi che bisogno
hanno i cattolici, la vigilia di Ognissanti, in Italia, di conformarsi al
mondo, di scendere a patti con esso. Io non trovo nulla di assimilabile ai
riti cattolici in un evento che commemora il ritorno delle anime dei morti per
prendere possesso dei corpi dei vivi, che cercano a loro volta di esorcizzarli
travestendosi da zombies, teschi, uomini-zucca e streghe.
A coloro che battono il tasto
dell’origine cattolica di Halloween, bisognerebbe ricordare che ciò che oggi è
non può essere ignorato a causa della sua genesi storica. Affermare il
contrario, significherebbe cadere in una forma di fallacia genetica. Occorre
ricordare, peraltro, che la Chiesa, nella sua consueta opera di inculturazione,
già nell’Alto Medioevo spostò la festa di Ognissanti da maggio al 1° novembre
proprio per vincere del tutto i residui pagani di quegli stessi culti celtici.
Ma cos'è, dunque, oggi Halloween?
Neopaganesimo sfacciato, consumismo sfrenato, esibito compiacimento di una
visione orrorifica della morte, discesa nell'occulto (e anche, per molti,
nell'occultismo), sudditanza "psico-dollaresca" verso il peggio che
possa provenire da oltreoceano.
Ci ricorda, a proposito, Vittorio
Messori: “Non ci dimentichiamo che il protestantesimo, non avendo la dottrina
del purgatorio, non riconosce il culto dei morti: pregare per loro non serve,
il loro destino, paradiso o inferno, è segnato. E così, in un ambiente di
protestantesimo radicale come gli Usa, si è trattato di colmare una lacuna
gettandola in burla. Perché a novembre muore la natura, si tratta di
esorcizzare la morte, addomesticarla, e pensare alla propria”.
Lo storico Franco Cardini, è chiarissimo:
“Halloween è un ritorno ateizzato e in prospettiva demonizzato a consuetudini
pagane che il cristianesimo aveva non solo vinto, ma anche già accolto per quel
che esse avevano di positivo. Halloween è un aspetto in apparenza ridicolo, in
realtà tragico, dell'apostasia anticattolica dei giorni nostri. Impariamo a
decodificarlo per capire quanto sia necessario combatterlo”.
La controcultura di Halloween, avendo
perso del tutto la sua “giustificazione cristiana”, non solo non appartiene al
nostro folklore locale, ma, a parte l'estraneità culturale, è una
"festa" in cui non si celebra né il Bello, né il Bene, né il Vero,
non è via
pulchritudinis neppure per
sbaglio. Inoltre, com’è noto, non è infondato il timore che pratiche sataniche
o similari vengano compiute in questa occasione. Infatti Halloween è un mezzo
privilegiato attraverso cui l’occultismo cerca nuovi estimatori, grazie alle
apposite serate danzanti condite con tarocchi, vaticini e cartomanti. Si sa che
il mondo dell’occulto fa girare una quantità incredibile di denaro, ma per il
solito catto-bastian-contrario neppure questo aspetto dell’evento è da
disprezzare perché fa girare l’economia in tempi di crisi e quei “poveretti”
dei gestori delle discoteche devono pur campare, anche se grazie a
sex-drug-rock-and-roll e... malefici. Halloween è anche e soprattutto un evento
per tutti quegli adulti “sazi e disperati” in vena di trasgressioni sempre
diverse, ma magari con un tema di fondo preferito: l’odio per la fede; molti
costumi per persone grandi sono dissacranti verso la religione. Ce ne è
abbastanza, insomma, per non incoraggiare nei nostri figli (e quindi in primis
in noi stessi) alcun cedimento alle mode e al mondo (in senso evangelico).
Che in queste ultime ore che ci separano
da quella straordinaria festa che è Ognissanti, ogni credente in Cristo possa
ripensare e fare proprie le luminose parole di S. Teresa d’Avila, Dottore della
Chiesa Universale: “O anime che già godete senza alcun timore della vostra
gioia e, assorte in essa, vi beate continuamente delle lodi del mio Dio! Com’è
felice la vostra sorte! (...) O beate anime del cielo! Soccorrete la nostra
miseria e intercedete per noi presso la divina misericordia, affinché ci dia un
po’ della vostra gioia e ci renda partecipi di questa chiara visione di cui ora
godete. (...) Anime amanti, otteneteci di comprendere la felicità che vi inonda
al pensiero che il vostro gaudio sarà eterno e quanto sia piena la gioia di cui
vi riempie la certezza che il vostro stato non avrà mai fine. (...) O anime
fortunate che avete così bene saputo approfittarne, e comprare, servendovi di
questo prezioso tesoro, un’eternità tanto gioiosa e duratura, diteci: come
avete fatto ad acquistare per mezzo suo un tale eterno bene? Soccorreteci voi
che siete già vicine alla fonte: attingete acqua per noi che qui moriamo di
sete!”
[S. Teresa di Gesù, Esclamazioni, 13, 1-4].
Felice Festa di Ognissanti a tutti i lettori e le lettrici di questo blog!
ALESSANDRA SPANO'
E' molto interessante!
RispondiEliminaL'ho messo sul mio blog ,http://italiaemondo.blogspot.it/2012/10/dal-blog-symposium-somnium-scipionis.html.
Buona festa di Ognissanti!
Siamo contenti che ti sia piaciuto, Antonio! Grazie per la pubblicità immeritata che ci fai!
RispondiElimina