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domenica 20 gennaio 2013

Audrey Hepburn: un'anima gentile




20 gennaio 1993-20 gennaio 2013. Sono trascorsi esattamente vent’anni dalla scomparsa di Audrey Hepburn. Un anniversario carico di ricordi. La biografia di questa grande attrice è costellata di premi e di successi, ma ciò che rende Audrey speciale, non è solo il numero quantitativo del suo curriculum, è soprattutto quel suo essere intimamente donna di classe. La classe non è acqua. Frase stereotipata che però calza a pennello per descrivere ciò che più di ogni cosa caratterizza la figura positiva della Hepburn, vera icona per il gentil sesso con buon gusto. 
Considerata tra le tre attrici più grandi di tutti i tempi, Audrey Hepburn si affaccia timidamente sul grande schermo (dopo aver girato vari documentari ed aver ottenuto successo a Broadway), con un provino per Vacanze Romane che le vale il ruolo di protagonista come Principessa Anna. La scelta del regista (che decise di scartare Liz Taylor!), verte principalmente sul fatto che davanti la cinepresa, la giovane fanciulla, avesse dimostrato naturalezza, purezza ed innocenza.
Lineamenti sottili e delicati, corpo snello ed armonioso, modellato grazie agli anni di danza classica  e occhi grandi da cerbiatto assolutamente irresistibili, sono i tratti distintivi della giovane attrice.
E gli occhi non tradiscono, gli occhi non mentono e lo spettatore attento, arguto e sensibile, nota tutto questo nelle pellicole in cui Audrey appare con leggerezza e delicatezza. 
Traspare un’aurea di gentilezza che Dante non avrebbe avuto dubbi a riconoscere. 
Mi sembra che descrivere la carriera artistica sia in questa sede poco opportuno, perchè è difficile non conoscere film come Sabrina, My fair Lady e sopra ogni altro Colazione da Tiffany, ma qualche commento desidero farlo per arricchire di impressioni contemporanee quello che fa già parte della classicità; perchè essere icona, vuol dire proporre un modello che in qualsiasi tempo è indiscutibilmente attuale.
Se molti romanzetti rosa richiamano nel titolo la più famosa gioielleria del mondo, vuol dire che Tiffany, non è più solo una gioielleria, ma qualcosa di diverso e senza Holly Golightly davanti la vetrina con in mano un caffè ed un cornetto alle prime luci del mattino, pochi riconoscerebbero in Tiffany un simbolo, o meglio, un’autorità. 
Si ricordi che la nota casa di moda Givenchy, sarebbe assolutamente sconosciuta ancor’oggi se Audrey non avesse fatto del tubino nero un vero e proprio capolavoro, cioè un abito che può essere inteso tale solo se ci si aggancia al suo significato originario derivante dal latino habitus: cioè modo di essere.
Attrice eclettica, spontanea, adatta alla recitazione cinematografica di spessore che si discosta da quella prettamente teatrale senza perdere di espressività incisiva; madre infaticabile e donna generosa che decise di mettere da parte la carriera, sacrificandola, per essere testimone UNICEF tra i bambini più poveri e bisognosi.
Ma che cosa, rende davvero bella e gentile l’anima di Audrey?
In primis l’eleganza sobria. Non c’è bisogno di sponsorizzare il tacco 12 o combattere una guerra contro le mutande ascellari per essere belle. In molti films e servizi fotografici, l’attrice indossa ballerine e la sua bellezza non viene intaccata di una virgola, perchè quando si è belli dentro, lo si è anche fuori indipendentemente da cosa s’indossi e poi Audrey non mi sembra il tipo da piume di struzzo e giarrettiere da burlesque che fanno un po’ cafona.
In secondo luogo, ammiro il fatto che anche in età avanzata, nonostante la giovinezza fosse sfiorita, conservasse ancora lo stesso sorriso acceso che cancellava via le rughe dal suo volto, illuminandolo di una luce e di una gioia che spalanca il cuore. Una bellezza profonda. 
E‘ importante, a mio avviso, sottolineare questo aspetto in un mondo contraffatto e gonfiato dal botulino e dal silicone. Un mondo corrotto che ha perso di vista il piacere di invecchiare e di accettare che il tempo passa. Un mondo che si annichilisce su stereotipi utopistici e mitizzazioni come quello dell’ “eterna giovinezza”. 
Impariamo da Audrey. Impariamo ad essere semplici e spontanee. Impariamo ad amare noi stesse, ad essere garbate, eleganti nei modi e nell’animo, senza scordare che: “qualche volta è bello essere presa per una balorda.” (Holly in Colazione da Tiffany) 

VALENTINA RAGAGLIA



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