LE VISITE

giovedì 19 gennaio 2012

TOY STORY. L'emergenza educativa si combatte anche con i giocattoli.



Nella vita dei bambini sono le minuzie che contano. (Antonio Gramsci, Lettere dal carcere, 1926/37 – postumo, 1947/65)

I bambini sono divertenti proprio perché si possono divertire con poco. (Hugo von Hofmannsthal, Il libro degli amici, 1922)

Che gioia ricevere dei giocattoli. Tutti ricordiamo la felicità che si provava nel ricevere dei doni, la curiosità di sapere cosa si nascondeva nei pacchetti, l’attesa e la frenesia di aprirli e scoprire se i nostri nonni, zii, parenti e amici, avevano indovinato i segreti del nostro cuore, se avevano indovinato il giocattolo che noi sognavamo da settimane, mesi, alle volte anni. Alle volte rimanevamo delusi, ma ringraziavamo sempre, alle volte (quando il giocattolo era quello dei nostri sogni) potevamo toccare il cielo con un dito.
Ma cosa rappresenta il giocattolo?
Fin dalle età più antiche sono esistiti dei giocattoli, c.d. ‘classici’. La bambola è uno di questi. Si pensi che nell’antico Egitto esistevano bambole di porcellana, creta, legno etc.
Nel “medioevo”, esistevano dei giocattoli che servivano ad anticipare le future ‘professioni’ dei fanciulli dell’Evo Cristiano. Al bambino: scudo e spada, cavalieri, soldatini; alla bambina era destinata l’intramontabile bambola (o nella veste di dama per le bambine più ricche, o semplicemente di pezza per le bambine meno fortunate). Ovviamente esistevano anche dei giochi da fare in compagnia di amichetti o fratelli e sorelle, come ad esempio le trottole.
Ovvio che non tutti diventassero cavalieri e dame, ma erano giocattoli ‘funzionali’ a far sviluppare nel bimbo, fin dalla tenera età, l’idea del ‘ruolo’ che gli sarebbe spettato una volta divenuto grande, serviva alla “distinzione dei ruoli” tra maschio e femmina, serviva in poche parole a indirizzare correttamente le inclinazioni del sesso di appartenenza.
Oggi grazie alla tecnologia abbiamo una più vasta gamma di giocattoli.
Però voglio fare una distinzione: esistono oggi i giocattoli elettronici, si parla di: Playstation, di PSP, di Nintendo DS, di Nintendo Wii, di Xbox e chi più ne ha, più ne metta. Ecco, questi giocattoli devono essere usati cum grano salis, ossia scientemente; i bambini non devono stare tutto il giorno davanti alla televisione, al computer o allo schermino della loro nuovissima e coloratissima postazione virtuale ‘tascabile’, hanno anche bisogno di muoversi, creare e inventare. Proprio per questo – ed ecco l’altra categoria –, esistono ancora oggi, gli intramontabili soldatini e le coloratissime bambole. Bisogna regalare ai nostri bambini questo genere di giocattoli, e aggiungo che in un mondo secolarizzato è bene mettere puntini sulle “i” fin dalla tenera età: la bambina deve, infatti, sviluppare il senso della maternità e della bellezza; il bambino quello della forza, del coraggio e della virilità, sì virilità, avete capito bene.
Quindi ai bimbi è bene regalare oltre che gli eterni soldatini, anche le ‘armi’ dei personaggi positivi – si pensi all’arco con le frecce di Legolas o la spada del Re Aragorn, personaggi di tolkieniana memoria –, mentre alle bambine oltre le bambole come Cicciobello o le Barbie (nelle vesti di sorella maggiore, di sposa etc etc –, è utile donare loro anche quei giocattoli che possano meglio calarla nel ruolo di ‘mamma’ e futura moglie, si pensi: al ferro da stiro, alla lavatrice, alla ‘pizzeria’ o al set completo di pentole. Alle volte le bambine, ricevendo questi giocattoli, si sentono importanti e utili ‘come la mamma’.
Quindi ben venga la diffusione di questi giochi tra le bambine, ben venga ogni idea che possa aiutare le più piccole a diventare delle piccole mammine tuttofare. L’emergenza educativa, del resto, la si combatte anche attraverso questi mezzi. Ci vuole una fede che si faccia cultura, come ricordava Giovanni Paolo II, laddove – ricorda il Beato – con “cultura” s’intende ogni elemento della vita umana, anche il giocare, il vestire, il porsi, etc. Un’ottica integralmente cattolica – ma, diremmo, anche meramente naturale e sicuramente ed integralmente tradizionale – non può dimenticare l’importanza dell’andare controcorrente anche in questo, rispetto al mondo circostante che tende, sin dall’infanzia, ad accelerare la crescita (degenerata) – si pensi ai vestitini succinti e sguaiati –, al brutto – pensiamo appunto a certi giocattoli mostruosi –, all’ermafroditico, all’indistinto, all’isolazionismo e all’egocentrismo.

STEFANIA RAGAGLIA

6 commenti:

  1. Mi piace specialmente quando chiami ad allearsi la visione cattolica e quella naturale. E' per questa strada che supereremo l'assurda dicotomia per cui, se esci di un metro dall'ambiente cattolico, ogni perversione è considerata legittima.
    Non ci vuole il timbro del Papa per sapere che un transessuale è una persona da compatire, non da esaltare: dovrebbe bastare il senso comune!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per i complimenti, e condivido pienamente la tua opinione!! :)

      Elimina
  2. Complimenti veramente molto bello ;) un saluto :)

    RispondiElimina
  3. Guarda purtroppo fino a che punto siamo arrivati in Inghilterra con il bambino "senza sesso" (come se essere maschio o femmina fosse un pregiudizio e non un dato di natura!): http://www.dailymail.co.uk/news/article-2090169/Sasha-Laxton-Gender-neutral-childs-reaction-mothers-questions-sex.html . Alla fine essere maschio o femmina è "stupido". Questi bambini così inconsapevolmente superbi sapranno amare, un giorno?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Giovanni,
      è inquietante :( E se, proprio devo dirla tutta, queste nuove generazioni saranno talmente devastate che non sapranno cosa vuol dire 'amare'.

      Solo un miracolo, a mio avviso (forse sono troppo pessimista), potrà salvarci!

      Elimina