mercoledì 8 agosto 2012
FORZA ALEX
E’ stata la conferenza stampa di quest’oggi a
togliermi ogni dubbio su Alex Schwazer.
Quelle parole pronunciate con umiltà, in modo
semplice e diretto, quello sguardo sconsolato e sconfitto, quelle lacrime che a
singhiozzo hanno interrotto la conferenza stampa, non possono non commuovere
umanamente. Nell’ammettere di aver sbagliato, non ha usato scappatoie, non ha
addossato la colpa a nessun altro se non a se stesso. Ha raccontato i fatti,
senza giustificarsi, senza schivare le domande inopportune, volgari e maldestre
dei giornalisti, che come sciacalli erano pronti a cogliere in fallo il giovane
atleta.
Alex non s’è tirato indietro. Avrebbe potuto
saltare i controlli, partire per Londra, gareggiare e possibilmente anche
vincere, ma non ce l’ha fatta: dentro di lui qualcosa di più forte ed insistente
ha urlato e lui non ha fatto altro che ascoltare e rispondere a questo grido.
Il senso di colpa per l’azione che ha commesso
ha prevalso sull’orgoglio, sul desiderio bramoso di successo e denaro.
Ha dichiarato che oltre quelle 4 medaglie già
appese a casa per lui c’è qualcosa che conta di più come la famiglia, gli amici
e l’amore. “Potrei anche perdere, tornare a casa dopo un Olimpiade senza
successo, i giornali mi bastonerebbero, ma troverei sempre aperta la porta di
casa.”
Velatamente, ma sempre senza puntare il dito
contro gli altri, Alex ha fatto intendere che la Federazione ha rilasciato
delle dichiarazioni imprecise sul come, quando e perché sia accaduto il
fattaccio e anche questo lascia il cittadino comune di fronte non pochi dubbi e
numerose perplessità. Io non ho visto un uomo fragile, ma un uomo e basta che
messo di fronte l’errore ha saputo riconoscerlo e pentirsene. 28 anni e la vita
ancora davanti senza paura e futili vittimismi di fronte la dura realtà di
dover lasciare (con alte probabilità) l’arma dei Carabinieri, lo sport a
livello agonistico e cercare un impiego qualunque. Non farà ricorsi e non
chiederà riduzione e sconti di pena, pagherà fino all’ultimo la sua scelta di
doparsi.
Di fronte ad una lunga conferenza stampa come
questa, senza esibizionismi, toni esagitati, improperi, reclami e
recriminazioni, ho intimamente applaudito all’esempio di Schwazer. Una
giornalista ha provato ad insistere sul fatto che avrebbe potuto non parlarne a
nessuno ed è stata zittita dall’onesta di Alex che ha ribattuto dicendo che non
sarebbe stato tranquillo con se stesso.
Il messaggio che infine ha voluto lanciare è un
appello ai giovani: “non dopatevi, perché non ha nessun senso. Sì, potrete
anche vincere ed essere felici per un attimo, ma poi la vita è altro ed io
questo ora l’ho capito. Voi potete scegliere, non siete come gli atleti di
altri paesi che si ripetono continuamente : devo, devo, devo. Voi potete farlo
per passione ed essere sereni, solo così si vince davvero.”
Esemplare anche Carolina Kostner: starà al
fianco del suo fidanzato. Lo aiuterà a riprendersi e a voltare pagina. Questo è
quello che si chiama semplicemente amore. Alex sapeva che un’azione simile
avrebbe potuto minare la fiducia e il rapporto tra di loro ed invece, Carolina,
ha saputo dare una prova chiara ed inequivocabile che amare è guardare l’altro
negli occhi e amarlo sinceramente (dal lat. sine cera: le statue romane,
considerate preziose, non venivano ritoccate con la cera per coprire gli
eventuali danni causati dall’usura del tempo; ma le lasciavano così com’erano
proprio perché apparivano belle ugualmente) per quello che è e non per quello
che appare.
Oltre le medaglie c’è di più.
La sonora tirata d’orecchie credo che se la
meriti senza pietà il puglie Oliva che in diretta su Skytg24 ha rilasciato
delle dichiarazioni meschine e cattive nei confronti di Schwazer: dalla
possibilità di un incidente diplomatico con la Turchia (dove Alex ha ammesso di
aver comprato il doping) all’accusa di infantilismo di fronte le lacrime: “I
veri campioni sono altri... Uno come lui dovrebbe essere estromesso dallo sport
anche amatoriale.”
Credo che seppur Oliva abbia conquistato con il
sudore di mesi di durissimo allenamento i suoi successi come pugile, abbia
completamente perso di vista che siamo umani e come dicevano i latini l’errare
rientra nel ventaglio di opzioni che la vita ci offre. Nessuno è perfetto e l’ipocrisia
di dover dare un’immagine di sé senza macchie, senza sbavature, senza buchi è
davvero inverosimile ed impossibile. La bellezza sta anche nelle imperfezioni. E
poi basta con questi tormentoni da buonisti. Ho apprezzato molto di più questa
ammissione di colpa di Alex, la dichiarazione della Cagnotto che ha dettoo: “evidentemente
le Olimpiadi non sono per me”, che i piagnistei a bordo piscina di Filippo Magnini o
Federica Pellegrini.
Credo che oltre i muscoli ci voglia una dose d’intelligenza
e tanta semplicità. Chi è senza peccato, scagli la prima pietra.
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