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giovedì 3 marzo 2011

DE AMORE: SECONDA PUNTATA: L’uomo e la donna. Differenti e complementari.


“allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.” [2,7 Gn]
“Poi il Signore Dio disse: <>” [2,18 Gn]
“Allora l’uomo disse: << Questa volta essa è carne della mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta.>>”[2, 23 Gn]

Per cominciare un percorso esauriente e dalle larghe vedute, è necessario, iniziare dal principio cioè dalla scoperta e dalla conoscenza dei soggetti protagonisti di questa rubrica. L’uomo e la donna.
E’ il caso, nella confusione di questi nostri giorni, sottolineare la differenza che rende unici i due sessi, poiché è dalla loro diversità che scaturisce la complementarietà. Dio, creò innanzitutto il mondo e sopra di esso vi pose l’uomo, ma, immediatamente, si rese conto che non poteva vivere da solo, che aveva bisogno di un aiuto e quindi, creò dall’uomo stesso la donna.
Trascurando le false polemiche e le pseudo problematiche legate alla figura di Adamo ed Eva e sollevate da certa ideologia ateo-materialista, è d’aiuto citare anche il compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, quando nella parte terza dedicata al sesto comandamento nel punto 487 dice: “ Dio ha creato l’uomo maschio e femmina, con uguale dignità personale, e ha iscritto in lui la vocazione dell’amore e della comunione. Spetta a ciascuno accettare la propria identità sessuale, ricocendone l’importanza per tutta la persona, la specificità e la complementarietà”. Il Catechismo quindi, mira a rafforzare la distinta identità dell’uomo e della donna, che è fisicamente rappresentata. La differenza, che parte da un fattore prettamente fisico, va macroscopicamente allargata a tutti quei contorni che caratterizzano i modi e i costumi della società. Le battaglie femministe, di stampo marxista, per una rivalutazione del sesso femminile, non hanno fatto altro che distruggere quella sana distinzione che faceva sì che uomo e donna potessero essere considerati di uguale dignità ma con le dovute caratteristiche peculiari. Il desiderio di omologarsi al sesso maschile, di creare una pari opportunità, ha permesso la banalizzazione stessa dell’essere umano in generale. La rivoluzione femminista ha permesso che i meccanismi insani dell’ideologia marxista annientassero ogni possibilità di vera “redenzione” della donna. Nessuno vuol mettere in discussione che i maltrattamenti, le sevizie, il servilismo e lo schiavismo, fossero abitudini e forme retrograde che ancora (ma non universalmente) ostacolavano la piena comprensione ed esaltazione dell’universo femminile, ma si è passato da un eccesso all’altro; cioè dall’io sottomesso all’io egoistico, dimenticando le finalità per cui uomo e donna sono stati creati come tali. A supporto di ciò è possibile citare all’interno del libro\intervista di Vittorio Messori a colloquio con J. Ratzinger, la risposta alla domanda sulla banalizzazione del sesso (derivante da questo rilassamento dei costumi) in cui, così parlava l’allora cardinale: “Maschio? Femmina? Sono domande che per alcuni sono ormai vecchie, prive di senso, se non razziste. La risposta del conformismo corrente è prevedibile: <> Questo in realtà è grave anche se sembra molto bello e generoso: significa infatti che la sessualità non è più considerata come radicata nell’antropologia, significa che il sesso è visto come un semplice ruolo interscambiabile a piacere”[…] “ne segue per logica coerenza che tutto l’essere e tutto l’agire della persona umana sono ridotti a pura funzionalità”. Da queste dichiarazioni di un’attualità sorprendente, traspare nettamente anche il problema del “cambio” di sesso, come se ciò fosse un costume usuale e possibile. Nulla di più sbagliato. La semplice riflessione che scaturisce da questa dichiarazione è questa: la diversità non è qualcosa che penalizza, ma che al contrario, mira ad esaltare doti e qualità che rendono i due sessi prerogativa indispensabile per la sopravvivenza dell’altro. Uomo e donna sono inscindibili. Questo, non vuol dire che essa sia inferiore, ma che la sua esistenza sia legata a quella dell’uomo.
Essere diversi, nel rispetto reciproco e nella diversità è prerogativa imprescindibile, per comprendere i diversi atteggiamenti, comportamenti e ruoli all’interno della coppia e della società.

VALENTINA RAGAGLIA

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