Il 12 Febbraio si è tenuto nella Protomoteca capitolina del Campidoglio, l’appuntamento annuale di Alleanza Cattolica.
Quest’anno, però, in occasione dei festeggiamenti per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità l’Italia si è pensato di fare le cose in grande. Il numero dei partecipanti si aggira sulle quattrocento persone, il che sta a significare un grande successo, che si riscontra anche nella sensibilità degli ospiti che sono intervenuti. La giornata può essere divisa sostanzialmente in due parti. Nella prima parte del Convegno hanno preso parte: Marco Invernizzi che si è occupato della questione cattolica, Mauro Ronco, che ha lungamente e analiticamente esaminato la questione istituzionale, Francesco Pappalardo, invece, si è occupato la questione meridionale e Marina Valensise con “la memoria ritrovata”e, infine il saluto del sindaco di Roma, l’on Alemanno. Nel pomeriggio sono invece intervenuti: S. E. Mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro; on. Alfredo Mantovano; on. Alessandro Pagano; on. Massimo Poliedri.E le conclusioni finali sono state affidate a Massimo Introvigne e Giovanni Cantoni. In questo articolo vorrei riportare, direttamente alcune parole dello stesso Invernizzi sulla questione cattolica, che poi è quella che spesso viene più trascurata e ignorata:
<<La questione cattolica durante gli anni successivi alla Restaurazione, in Italia, apparentemente non esiste. Il Magistero pontificio e l’azione diplomatica della Santa Sede sono orientati esplicitamente contro l’opera delle società segrete, contro il razionalismo illuminista e contro lo stesso nazionalismo romantico. Tuttavia i governi della Restaurazione, come accennato, non sono su questa linea e guardano con diffidenza, se non con ostilità, ai cattolici ultramontani o controrivoluzionari. L’esempio del Principe di Canosa è emblematico. L’impressione, che andrebbe verificata e approfondita, è che i cattolici in generale siano in ritardo di fronte ai mezzi che la Rivoluzione usa da tempo per penetrare nell'opinione pubblica con strumenti come libri e giornali. Iniziative ne nascono, certamente, come i giornali controrivoluzionari di Torino, Modena e Napoli, le cui vicissitudini sono raccontate nell’antico ma prezioso libro di Sandro Fontana sulla controrivoluzione cattolica in Italia. Ma questi giornali devono guardarsi dagli stessi regimi della Restaurazione, così come l’associazione controrivoluzionaria più all’avanguardia in questo settore, l’Amicizia cristiana (Amicizia cattolica dopo il 1815) del ven. Pio Bruno Lanteri, che viene sacrificata, cioè condannata all’estinzione, nel 1827, dallo stesso governo piemontese. Fontana sostiene la tesi che la cultura controrivoluzionaria italiana di questo periodo è soprattutto debitrice di quella proveniente dalla Francia, dove con la fine di Napoleone si sviluppa un fiorente e fecondo ambiente di controrivoluzionari, che producono diverse opere poi tradotte nel resto d’Europa: Lamennais, De Bonald, il già ricordato de Maistre. Infatti, in Italia la cultura controrivoluzionaria non riesce a emergere, nonostante importanti figure di intellettuali e uomini di governo, fra cui Clemente Solaro della Margarita, mons. Baraldi, Monaldo Leopardi, padre Ventura, il già ricordato principe di Canosa. Insomma tira una brutta aria per i cattolici militanti, se posso esprimermi in questo modo. Qualcuno, come il beato Antonio Rosmini, tenta una strada diversa, dopo avere frequentato e condiviso gli stessi ideali delle Amicizie. […] Il Papa spiegherà ripetutamente che l’ostilità della Santa Sede all’unificazione non è di principio, ma nel modo in cui si sta attuando. Ricorderà pure che un potere temporale è necessario perché la Chiesa possa svolgere liberamente la sua missione spirituale, ma che l’entità del territorio è discutibile, così come si comprenderà dopo il Trattato e il Concordato con lo Stato italiano del 1929. Ma ormai, dopo il 1848, lo scontro fra la Chiesa e il movimento nazionale è nelle cose. E la Chiesa si trova di fatto alleata con l’impero guidato dal giovane imperatore Francesco Giuseppe, anch’esso diviso in almeno tre componenti culturali diverse, delle quali soltanto una favorevole a instaurare un rapporto con la Chiesa che restituisca a quest’ultima la libertà che il giurisdizionalismo le aveva sottratto.>>
Per quanto riguarda la seconda parte della giornata, vorrei postare alcune parole del vice-reggente nazionale di Alleanza Cattolica, Massimo Introvigne:
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Detto questo è facile capire che, Benigni, ha letteralmente falsato la realtà storica con il suo intervento al Festival. E possiamo stroncare le sue romanticherie risorgimentali con le parole di due insospettabili soggetti: Gramsci e Garibaldi stesso: <<Quella piemontese è stata una feroce dittatura che ha messo a ferro ed a fuoco l'Italia Meridionale e le isole, crocifiggendo, squartando, seppellendo vivi i contadini poveri che gli "scrittori salariati" tentarono di infamare con il marchi...o di Briganti>> (ANTONIO GRAMSCI).
<<Quando i posteri esamineranno gli atti del governo e del Parlamento italiano durante il risorgimento(risorgimento poi, da che?), vi troveranno cose da cloaca>> G. Garibaldi.
Infine, sono disponibili gli atti del Convegno di Roma "1861-2011. A centocinquant'anni dall'Unità d'Italia. Quale identità?" al prezzo di 18 euro comprensive delle spese di spedizione. Per info e ordini: info@libreriasangiorgio.
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