domenica 22 agosto 2010
QUELLA NATURA CHE CI SPINGE A DESIDERARE COSE GRANDI E’ IL CUORE: TRENTUNESIMO MEETING DELL’AMICIZIA DEI POPOLI
Chissà quante volte ci sarà capitato, dopo una camminata su sentieri impervi, di rivolgere lo sguardo al sole che faceva lievemente capolino dietro al bruno e al verde della selva, in uno splendido tramonto di montagna? O magari curiosi come bimbi rivolgere il nostro indice verso l’orizzonte celeste del mare, domandandoci se quello fosse il punto in cui l’azzurro del cielo e quello del mare si fondessero come in una tavolozza di un pittore fiammingo (la loro era una tecnica speciale: mescolavano i pigmenti al rosso d’uva e al lattice di fico per ottenere le varie e possibili sfumature coloristiche)? Ebbene, tutto questo afferma che la natura, le cose, le persone, a ben vedere, sono capaci di stupirci per la loro bellezza. Tale constatazione spinse il pensiero greco a sostenere che la filosofia nasce dalla meraviglia, mai disgiunta dal fascino della bellezza. Ricordate le parole di Aristotele? Nel bello traspare il vero, che attrae a sé attraverso il fascino inconfondibile che emana dai grandi valori. Ed è proprio per questo che il cuore dell’uomo è un mendicante, un eterno viaggiatore che desidera cose grandi come Ulisse e Camus, emblema della filosofia esistenzialista che ha spesso enunciato in saggi come “Il mito di Sisifo” l’assurdità della nostra vita materiale di cui ricorre proprio quest’anno il cinquantenario della morte. D’altronde, diceva Eraclito, se giudicassimo la nostra felicità solo dai piaceri materiali, allora dovremmo giudicare felici i buoi quando trovano le veccie da mangiare. Ma il cuore, l’eterno viaggiatore, pretende di più; è “Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi”. Proprio questo è lo slogan del trentunesimo Meeting per l’Amicizia dei Popoli. Il Meeting stesso è a sua volta una manifestazione di questa ricerca, è giunto alla trentunesima edizione dopo che nel 1980 un gruppo di sette amici guidati da Emilia Guarnieri, oggi presentazione della Fondazione del Meeting di Rimini, desiderava creare un evento fieristico, una manifestazione di diffusione culturale, valoriale e di incontri tra i popoli. La prima edizione del Meeting fu orientata a conoscere meglio L’Europa Orientale: parteciperanno alcuni dissidenti russi come Vladimir Bukovskj e Tatiana Goritcheva e il giornalista polacco Tadeusz Mazowiecki destinato a diventare nove anni dopo il primo presidente non comunista della repubblica di Polonia. E’ vero quanto riporta il sito ufficiale: “Sin dal suo esordio, il Meeting di Rimini è una manifestazione con un carattere marcatamente internazionale che lo rende un crocevia di testimonianze ed esperienze, unico nel panorama culturale del nostro Paese” Il Meeting di Rimini è oggi il più importante evento fieristico italiano, un festival di incontri, arte, musica, riflessione, spettacolo; un festival che ha ospitato filosofi come Carmine di Martino (straordinaria la sua lezione sulla Conoscenza Umana che è stata anche l’ispirazione della mia tesina di maturità) e Fabrjce Hajdadj, mostre come l’Infinito della matematica e Caravaggio in occasione del suo quattrocentesimo, spettacoli come il “Caligola” di Camus o le liriche di Leopardi e la sua sete di infinito recitate da Giancarlo Giannini. La storia inoltre è passata per il Meeting di Rimini: nel 1983, in un contesto europeo che sta affrontando la lenta metaformosi da comunità meramente economica (Ceca) a piattaforma e istituzione civile e valoriale, interviene a Rimini Hans Dietrich Genscher, ministro degli Esteri della Germania Ovest che delinea l’Europa dei sogni, in parte oggi realizzata. E come non ricordare la recente presenza di Tony Blair e il suo doppio annuncio di conversione al Cristianesimo e di missione in Medio Oriente come operatore di pace ? Il Meeting è una manifestazione umana e culturale che raccoglie oggi anni circa 800.000 visitatori e 3.000 giovani volontari disposti a usare il proprio tempo libero per rendere efficiente la macchina del meeting. Un grande evento nato sicuramente dalla condivisione e dall’amicizia della Fede Cristiana che fortifica il movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione. Credo sia necessario prima di parlare di Comunione e Liberazioneliberarsi di tutti gli stereotipi accidiosi che come hanno fatto del comunista “un mangiabambini” e del democristiano “un ipocrita e arguto doppiogiochista” hanno reso il ciellino “membro di una setta, della lobby economica, colta e più integralista di Santa Romana Chiesa”. Liberiamoci dei luoghi comuni e parliamo davvero di Comunione e Liberazione. L’approccio di Comunione e Liberazione è un approccio che ti coinvolge direttamente, non ti viene presentata la Fede come un sentimento o peggio un sentimentalismo, né come un codice di valori o di regole da applicare nella società, ma come un Fatto e un Fatto che coinvolge direttamente la tua Persona che ti fa comprendere che Dio non è un entità straordinaria assisa nell’alto dei cieli ma fonte pura e disinteressata di vero amore che ha scelto di donarsi per noi e che noi dobbiamo donare a nostra volta con il dovere di renderci manifesti nella società civile. Senza di questo non si capisce un Ciellino e non si capisce il Meeting, ricordatevelo. Ecco perché questo sguardo affascinante deve essere non “”integralista” (mi raccomando) ma “integrale” e deve essere un sentimento che coinvolge ogni cosa:ecco perché ad esempio il Meeting darò spazio anche alla politica e all’incontro tra sulla ripresa economica tra il Ceo di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, ed il segretario della Cisl Raffaele Bonanni che aprirà la settimana dei lavori. E’ questo lo spirito del Meeting, spirito che ha guidato inizialmente sette amici guidati dal carisma di Don Giussani ad aprire il primo piccolo padiglione ed oggi raccoglie gente da tutto il mondo, spinti da che cosa? Dal cuore, quella grande natura che ci spinge a desiderare cose grandi.
Io mi faccio guidare dal mio cuore. Andrò. E voi???
JAKOB PANZERI
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