LE VISITE

giovedì 13 settembre 2012

RAGAZZI, RENDETE STRAORDINARIE LE VOSTRE VITE



«
Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a veder voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva.» ( tratto da: L'Attimo Fuggente)

Cari studenti,
per molti di voi domani ricomincerà la scuola. Lo so che avreste desiderato avere anche solo un altro giorno in più di vacanza, che comunque, vi sarebbe risultato sempre troppo poco, rispetto ai vostri desideri.
Vi scrivo, sperando che possiate fare tesoro di queste parole e che soprattutto, vi ci ritroviate.
Risale a ben 4 anni fa il mio ultimo primo giorno di scuola. Ricordo bene l’attesa e il conto alla rovescia per far passare nel modo più veloce ed indolore possibile quei 200 giorni, che alla fine sembrano infiniti ed interminabili; però, come per magia ci si ritrova a dover sostenere le prove per la maturità ed allora si rimpiange tutto: anche i compiti di matematica con quel 4 fisso, non un centesimo di più, non un centesimo di meno. E quando finalmente, puoi scrivere la parola fine e credere che il peggio sia passato, in realtà ti accorgi che deve proprio arrivare.
L’università o il mondo del lavoro sono realtà in cui veniamo catapultati dopo essere stati protetti per 5 lunghi anni dalle braccia della scuola e se non si hanno le spalle coperte, si rischia di cadere giù con una facilità estrema. Bisogna avere gli anticorpi per affrontare questo mondo e la costruzione del nostro futuro, comincia proprio in quelle aule che si è costretti dividere con altre venti persone che si sopportano per cause di forza maggiore. Non possiamo piacere a tutti, questo è ovvio.
E poi i professori…vogliamo parlare di loro?
Che degenerati, ingiusti, incapaci, imbranati, inconcludenti, ignoranti e arroganti.
Ognuno di noi fa esperienza, ognuno di noi vive sulla propria pelle, seduto al proprio posto (possibilmente non al primo banco, grazie) la tirannia di questi mostri che vogliono a tutti i costi insegnarci qualcosa, ma in fondo perché dovrebbero volere qualcosa da noi? Chi saranno mai, per poterci dire quello che dobbiamo fare?
Bastiamo noi, che potremmo fare scuola e doposcuola a questi caproni.
Però, ragazzi, voi da questi esseri insulsi pretendete che siano pronti a darvi un voto e soprattutto un buon voto. Pretendete che nel loro registro, accanto al vostro nome compaia una lunga fila di numeri a due cifre, possibilmente. Ma perché dovreste farvi giudicare da chi ritenete incapace?
Smettete di andare a scuola. Smettete di perdere il vostro tempo tra libri, quaderni, vocabolari, dizionari, siti internet che vi servano la versione di latino last-minute. Smettete di fingere che ve ne importi qualcosa e fate un favore al vostro cervello: andate a raccogliere patate nei campi, che ce ne sarebbe un gran bisogno. Smettetela di illudervi in questo modo: che voi siate migliori di loro; perché se lo siete, non vi serve essere un nome ed un numero in un appello.
Dovete capire che non è una guerra, non è uno scrontro armato tra trincee.
Non si tratta di un incontro di boxe:  studenti versus professori; ma studenti et professori. La scuola siete voi, loro ed i vostri genitori. Se è scadente, è anche colpa vostra; perché avete smesso di vedere lo studio come impegno e come sacrificio. Vorreste i risultati, vorreste il successo, aspirate a medie galattiche e a prendere punti bonus, ma cosa ve ne fate se dietro quel numero non c’è lo studio, vero? A che vi serve il voto se non ve lo sudate giorno dopo giorno con impegno costante e sforzi per arrivare lì dove vorreste?
Dai vostri insegnanti, dai vostri docenti, dovete pretendere che vi costringano ad impegnarvi, che vi supportino nelle difficoltà senza aggirare mai l’ostacolo, ma saltandolo e dandovi gli strumenti affinchè possiate farlo con le vostre gambe.
Non credete che ci sia più soddisfazione nel perccorrere i 100metri come Bolt, piuttosto che vincere ingannando? Quanto conta per voi sapere che sulla carta siete eccellenti, se poi, nella pratica, non sapete neppure dovi si trovi Parigi o chi abba vinto la seconda guerra mondiale?
E’ vostro diritto, ma anche un vostro dovere essere istruiti. Spingete i professori ad interessarsi con rinnovato amore delle loro materie, non accontentatevi della lezioncina trita e ritrita, chiedete loro di tornare a stupirsi di quello che per vocazione e per passione un tempo hanno studiato. Costringeteli a portarvi in sentieri misteriosi, a darvi gli spunti necessari perché la Commedia non vi risulti una medicina dal gusto amaro e vomitevole, una roba vecchia che per obblighi burocratici dovete studiare, costringeteli a trasmettervi la curiosità, a suscitarvi interrogativi.
Chiedete loro di svelarvi il mistero celato dietro la Bellezza. Dovete amare quello che fate.
Tra i buoni propositi per il nuovo anno scolastico, aggiungete: serietà, rispetto ed umiltà.
Vedrete che i risultati non si faranno attendere molto se metterete voi stessi al servizio vero e sincero della cultura. Cercatela, invocatela, conservatela. Buon viaggio.

                                                                                                             VALENTINA RAGAGLIA

Nessun commento:

Posta un commento