Si è parlato tanto del matrimonio di Will e Kate. Sono mesi, ormai, che non manca un tg che non dà gli ultimi scoop o notizie inerenti a queste nozze, particolari che alle volte trascendono nel gossip e che iniziano a stancare le persone invase da notizie più o meno utili.
Gli inglesi si son dimostrati affezionati alla loro tradizione e quindi alla monarchia, forse, perchè cercano un po’ di speranza nei volti giovani dei due neosposi.
Ci si è anche chiesti perché dovrebbero interessare al mondo le nozze dei due, ebbene la risposta è semplice: primariamente per un fattore politico, l’Inghilterra riveste un ruolo importante a livello internazionale e secondariamente perché una storia d’amore affascina sempre.
Ascoltando il commento di Antonio Caprarica durante le nozze, inviato in Inghilterra del Tg1, si sentiva e percepiva un certo entusiasmo, quasi si trattasse di un evento che lo coinvolgesse personalmente, i giornali italiani non hanno mancato di scrivere pagine e pagine su queste nozze, quasi tralasciando per un momento le vicende (politiche e non solo) del nostro paese, quasi ci fosse voglia di evadere e toccare con mano la ‘bellezza’ della monarchia (richiamato, non solo dalla presenza di teste coronate di tutti i paesi del mondo all’evento, ma anche dal presunto richiamo all’abito che fu di Grace Kelly), che noi abbiam rifiutato il 2 Giugno 1946.
Vi sono però degli appunti da fare: la celebrazione è stata allo stesso tempo ‘ricca’ di significato e semplice, spontanea, come il sorriso stampato sulla faccia dei due sposi, raggianti ed entusiasti.
Questi appunti riguardano alcuni aspetti della cerimonia: il prete che fa mille acrobazie alla fine della cerimonia, la presenza di Elton John e del compagno e poi ovviamente rimane il grande nodo da sciogliere che è quello dell’anglicanesimo. Infatti il matrimonio di Will e Kate può far riflettere sulla mancanza di spina dorsale dei prelati anglicani in questioni eticamente sensibili (come le unioni omosessuali), bella omelia, bellissimo il gesto di avvolgere la mano degli sposi con la stola mentre si pronuncia “l’uomo non osi separare ciò che Dio ha unito”(“Those whom God has joined together let no man put us under”), ma poi ammettono il divorzio. Bella la lettura scelta (Rm 12), ma come si fa a dire agli altri “non conformatevi alla mentalità di questo mondo” (Rm 12,2) quando la chiesa anglicana stessa ha ceduto a questa mentalità? [cit. Pietro Damian, ‘Riflessioni intorno a un matrimonio’]
E’ esagerato affermare che la memoria della suocera (Lady Diana) venga soppiantata dalla giovane e bella nuora, ma di sicuro gli inglesi aspettavano da tempo una donna (e Camilla non pare adatta al ruolo) che potesse ‘competere’ con lei per bellezza e carisma. Mi va anche di criticare chi ha definito queste nozze come ‘quelle del secolo’, beh, è una considerazione esagerata e che solo ‘post’ si potrà fare, dichiarazione che fa notare quanto (e troppo) entusiasmo si sia effuso per questo evento, certamente importante, ma starei bene attenta a definire come del secolo. Per ora, l’unica cosa che si può fare è di augurare ogni bene ai due sposi.
STEFANIA RAGAGLIA
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