Da studioso e amante delle scienze ho imparato a fidarmi delle potenzialità e delle opportunità che la scienza ci offre, ad ascoltare il soffuso picchiettio delle limpide gocce di pioggia sulla finestra di casa meditando l’autoregolazione del ciclo dell’acqua che ci dona la vita, ho imparato a credere e desiderare che la scienza e la tecnologia possa migliorare l’uomo e il mondo come fece il primo trapianto di cuore del 1967 o il silicio che costruisce il personal computer con cui sto scrivendo le mie riflessioni. Ma in questi anni ho anche conosciuto l’uomo e dubitato della sua capacità critica, della sua etica e della sua capacità. Scrivo questo articolo a difesa dell’atomo, si, avete letto bene, a difesa, perché sono stanco di vedere in giro il simbolo dell’uranio continuamente associato a uno scheletro di morte. Il vero problema è l’uomo, l’incapacità e l’avidità di una direzione umana che a Chernobyl permise l’attuazione di esperimenti non autorizzati e ritenuti pericolosi; si racconta che quando Fermi nel 1942 scoprì i principi della fisica nucleare stappò con la sua squadra una prestigiosa bottiglia di vino Chianti: era fiducioso che per l’umanità si sarebbe aperta una nuova era basata sul benessere e su un migliore rapporto con la natura grazie alla pila atomica che era in grado di produrre immense quantità di energia con un atomo di uranio colpito da un neutrone. E l’uomo ci ha subito fatto la bomba atomica. La scienza e la natura ci donano grandi possibilità, l’uomo compie le sue scelte.
Ho partecipato quest’estate al Festival della Scienza di Bergamo e ho avuto modo di ascoltare il prof. Pielke della Californian State University che ha presentato il nucleare come una straordinaria opportunità, la più grande energia verde per poter debellare il carbonio e il suo inquinamento. Certo, è giusto investire anche in altre fonte di energia come l’eolico e il geotermico ma il nucleare è una grandissima possibilità che permetterebbe anche di lottare contro il riscaldamento globale. Gli ambientalisti reputano principali colpevoli dell’aumento dell’effetto serra l’anidride carbonica prodotta dalla combustione degli alcheni. Meriterebbe due parole anche l’effetto serra e qualche dubbio sulla validità di questa teoria che ha i suoi punti oscuri come quelli che rendono scettico il Premio Nobel per la Chimica Kary Mullis, inventore della PRC, l’amplificazione in vitro dei frammenti di Dna, autore del bellissimo libro “Ballando nudi nei campi della mente” che consiglio a chiunque voglia avvicinarsi alla scienza e in particolare alla chimica con curiosità e divertimento. Ma non stiamo qui a discuterne ora e anzi, consideriamo lo scenario più catastrofico: il continuo effetto della temperatura dato dall’anidride carbonica che porterebbe secondo le teorie più catastrofiche a desertificazione e scioglimento dei ghiacci, anidride carbonica prodotta in gran parte dalla combustione di alcani e ciclo alcani che sono i principali costituenti di gas naturale e petrolio, combustibili fossili formatisi nel corso di millenni dalla deposizione di materiale organico. Il nucleare potrebbe essere la grande opportunità per sconfiggere il loro inquinamento oltre a liberarci dall’egemonia energetica di paesi come la Russia e la Libia a cui siamo costretti a fare il baciamano per sopravvivere . Forse sul nucleare dovremmo parlare di meno- soprattutto chi non ha le competenze scientifiche necessarie- e ascoltare di più, soprattutto uomini come Tullio Regge, il decano dei fisici italiani, e Umberto Veronesi, fondatore dell’Istituto Oncologico Europeo di Milano nelle cui mani è l’Agenzia per la Sicurezza del Nucleare. Il mio è un monito perché non siano chiuse troppo rapidamente le porte in faccia al nucleare sull’onda emotiva della paura. Credo sia giusto e doveroso cercare di capire, analizzare, valutare la situazione energetica del nucleare e capire se siamo in grado di utilizzarlo. Io non dubito della scienza, dubito delle reali capacità organizzative dell’uomo e del popolo italiano. Prendiamola come una sfida, impegniamoci noi giovani negli anni futuri a studiare e migliorare la stabilità e la produzione della nostra energia, ma per avviare questi studi e queste discussioni è necessario dire NO il 12 e il 13 giugno per dire SI al Nucleare.
Di Jakob Panzeri
Ho partecipato quest’estate al Festival della Scienza di Bergamo e ho avuto modo di ascoltare il prof. Pielke della Californian State University che ha presentato il nucleare come una straordinaria opportunità, la più grande energia verde per poter debellare il carbonio e il suo inquinamento. Certo, è giusto investire anche in altre fonte di energia come l’eolico e il geotermico ma il nucleare è una grandissima possibilità che permetterebbe anche di lottare contro il riscaldamento globale. Gli ambientalisti reputano principali colpevoli dell’aumento dell’effetto serra l’anidride carbonica prodotta dalla combustione degli alcheni. Meriterebbe due parole anche l’effetto serra e qualche dubbio sulla validità di questa teoria che ha i suoi punti oscuri come quelli che rendono scettico il Premio Nobel per la Chimica Kary Mullis, inventore della PRC, l’amplificazione in vitro dei frammenti di Dna, autore del bellissimo libro “Ballando nudi nei campi della mente” che consiglio a chiunque voglia avvicinarsi alla scienza e in particolare alla chimica con curiosità e divertimento. Ma non stiamo qui a discuterne ora e anzi, consideriamo lo scenario più catastrofico: il continuo effetto della temperatura dato dall’anidride carbonica che porterebbe secondo le teorie più catastrofiche a desertificazione e scioglimento dei ghiacci, anidride carbonica prodotta in gran parte dalla combustione di alcani e ciclo alcani che sono i principali costituenti di gas naturale e petrolio, combustibili fossili formatisi nel corso di millenni dalla deposizione di materiale organico. Il nucleare potrebbe essere la grande opportunità per sconfiggere il loro inquinamento oltre a liberarci dall’egemonia energetica di paesi come la Russia e la Libia a cui siamo costretti a fare il baciamano per sopravvivere . Forse sul nucleare dovremmo parlare di meno- soprattutto chi non ha le competenze scientifiche necessarie- e ascoltare di più, soprattutto uomini come Tullio Regge, il decano dei fisici italiani, e Umberto Veronesi, fondatore dell’Istituto Oncologico Europeo di Milano nelle cui mani è l’Agenzia per la Sicurezza del Nucleare. Il mio è un monito perché non siano chiuse troppo rapidamente le porte in faccia al nucleare sull’onda emotiva della paura. Credo sia giusto e doveroso cercare di capire, analizzare, valutare la situazione energetica del nucleare e capire se siamo in grado di utilizzarlo. Io non dubito della scienza, dubito delle reali capacità organizzative dell’uomo e del popolo italiano. Prendiamola come una sfida, impegniamoci noi giovani negli anni futuri a studiare e migliorare la stabilità e la produzione della nostra energia, ma per avviare questi studi e queste discussioni è necessario dire NO il 12 e il 13 giugno per dire SI al Nucleare.
Di Jakob Panzeri
Ho fatto un commento sul mio blog. Per leggerlo, visitate il link http://italiaemondo.blogspot.com/2011/05/commento-allarticolo-di-jakob-panzeri.html.
RispondiEliminaCordiali saluti.
Jakob, e le scorie dove le mettiamo, a casa tua? Oltre che le centrali nel tuo giardino, tuoi vicini permettendo. L'uomo è il problema, quindi oggi è meglio dire SI contro le centrali nucleari.
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