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domenica 19 dicembre 2010

VOLO COME MOCCIA, 3METRI SOTTO TERRA


La trama banale, l’ambientazione (seppur dettagliata) pure. I dialoghi scialbi, i personaggi descritti come caricature.
La finta comicità rende insopportabile l’inesorabile scorrere delle pagine.
Il ‘romanzo’ in questione è scritto da Fabio Volo, il Moccia degli over 25.
La trama è la “classica” storia d’amore di chi si lascia, si prende, si ritrova, anche solo per poco, per poi lasciarsi definitivamente.
L’abbiam capito, che il leit motiv per cavalcare l’onda del successo letterario è parlare di sesso, di separazioni, tradimenti e gioventù degradate.
In questo romanzo, ritenuto dal quotidiano “Repubblica” una vera commedia (forse non conoscono i veri commediografi!), tutto sembra scontato, anche fin troppo.
Quello, però su cui vorrei puntare l’attenzione è certamente il “significato educativo” o la morale, di questo romanzo, divenuto best seller!
Chiuso il libro si ha l’impressione (fondata) che la storia non abbia senso.
In effetti è così. Il protagonista ha praticamente una non vita: abbandonato dal padre fin da piccolo, rapporto morboso\complicato\litigioso con la madre, accudito dalla nonna (che si ammala durante lo spiegarsi della trama), tante tantissime avventurelle e scappatelle e quasi mai storie serie con le donne, amico di una donna che è stata precendentemente una sua fidanzata e con la quale ha scoperto che non poteva starci tutta la vita, solo perché non funzionava a letto, quindi hanno deciso sapientemente di “rimanere amici”, l’incontro con una donna su un tram (che vorrebbe essere paragonato a quello tra Beatrice e Dante, ma che a Volo riesce male) che diviene il suo chiodo fisso (non che mentre pensa a lei, tenga la cintura abbottonata, attenzione!) tanto da raggiungerla dopo mille peripezie a New York, per fare un gioco con lei di soli 10 giorni. Fingere di essere fidanzati, fingere di sposarsi e fare un figlio.
Alla fine della storia rocambolesca con la signorina in questione i due avranno un figlio, frutto di puro egoismo e non certo d’amore.
Se il protagonista vive una non vita e se non vi è un senso a questa storia (attenzione nessuna emulazione di Vasco Rossi!) possiamo dire che sono 200 pagine circa, di nulla.
Ma lo sappiamo benissimo, oggi piace non impegnarsi in nulla, figuriamoci nella scrittura!
Senza voler generalizzare l’ultima affermazione!

di STEFANIA RAGAGLIA

1 commento:

  1. Grande Stefania, non se ne pole più di questo Volo, è di una banalità sconvolgente e fa la vita da figlio di papà spocchioso
    ciao!

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