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sabato 20 marzo 2010

Crocefisso sì o Crocefisso no? L'Europa e il rifiuto delle sue radici


Essere cristiani è trovarsi di fronte a colui cui non possiamo nasconderci, di fronte a cui non possiamo mascherarci. È assumersi il peso di dire la verità anche quando offende. Nicolas Gomez Davila

Sono anni che per una via o per un’altra si prova a fare del crocefisso la vittima designata dell’odio laicista e delle battaglie di qualche uomo che prova odio per se stesso e per le proprie origini. Sì, origini. Tutto nasce da lì, da quel simbolo. Vogliamo parlare dei segno +? O del segno x? Sono simboli che derivano dalla croce. Oppure della croce negli ospedali? Simbolo di sofferenza. Oppure della croce nei tribunali? Simbolo della somma ingiustizia umana. Ecco cos’è in realtà la croce, simbolo di sofferenza, umiliazione e mortificazione, negazione della dignità umana. Ma secondo la Corte di Strasburgo, oggi, dovrebbe essere rimosso da aule e uffici. Perché il laico dovrebbe sentirsi offeso da un uomo torturato e non dalla dedica di una strada a Garibaldi o Gramsci? Non è necessario essere cattolici o credenti per rendersi conto che quel volto sconvolto dalla sofferenza ci rammenta che siamo esseri umani. Oggi ci ricordiamo che la battaglia dissacrante contro valori, principi e tradizioni è cominciata. Oggi l’attacco a quel “dulce lignum” è l’ennesima dimostrazione del suicidio che l’Europa sta compiendo. Un’Europa che cercava valori comuni su cui forgiare un’alleanza e che poi alla prima occasione li rigetta, pretendendo di cancellare una storia millenaria con un pezzo di carta. Pretendendo di abolire l’identità di ogni cittadino che crede ancora in qualcosa. Basti ricordare l’omissione delle radici cristiane nella costituzione Europea. Oggi si fa di tutto per nascondere le nostre radici, come se dovessimo vergognarci, come se fosse scandaloso, un fatto turpe. Rinneghiamo la croce e non gli orrori del comunismo? Ecco, l’Europa dalle mille contraddizioni. Una sola sembra la certezza: eliminare Dio.
E’ davvero arrivata quella morte di Dio, profetizzata da Nietzsche? Oppure abbiamo il permesso di sperare ancora nell’ “in hoc signo vinces”?

VALENTINA RAGAGLIA

1 commento:

  1. problema radicale, nel senso che va alla radice della persona, quello che poni. E' una battaglia sul senso della vita e sul senso dell'uomo. Cercano di tagliare la radice per far seccare l'albero. Non prevalebunt, ci rassicura il Signore. Ma c'è bisogno delle nostre energie, delle nostre menti per non lasciare che il nulla vinca.

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