LE VISITE

domenica 11 ottobre 2009

NON ABBIATE PAURA DELL'AMORE: IL MONITO DI ROCCO BUTTIGLIONE





“Che sono le radici che s’avvinghiano, che rami crescono / da queste pietrose rovine? Figlio dell’uomo,/ tu non puoi dirlo né indovinarlo, perché conosci soltanto un mucchio di immagini frante, dove il sole batte /e l’albero morto non da riparo né il grillo solliev/o e l’arida pietra non da suono d’acqua. Soltanto/ c’è ombra sotto questa roccia rossa” (T.S. Eliot, la terra desolata)
Cari Amici del Symposium, troppe volte purtroppo il termine politica è stato strettamento collegato a questione di privilegi, opportunità, complotti di poteri forti o classi, guarentigie o moralità da verificare. Eppure esiste anche un’altra Politica, una politica fatta da Idealità e al servizio del cittadino e che per questo a volte deve anche pagare il suo impegno, come accaduto al nostro personaggio di oggi nel 2004 a Bruxelles. Terreno difficile, parlamento in cui per vile opportunismo si è preferito cancellare dalla Costituzione il riferimento alle proprie radici “Classiche, Cristiane e legate alla miglior parte dell’Illuminismo”. Il nostro ospite di oggi, che ringraziamo per la disponibilità, è l’On. Rocco Buttiglione

Breve Curriculum Vitae
Rocco Buttiglione (Gallipoli, 6 giugno 1948) è un politico e filosofo , presidente dell'Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro. Ha studiato giurisprudenza a Torino e a Roma dov'è stato allievo del filosofo Augusto del Noce. Insegna scienze politiche alla Libera Università degli Studi San Pio V di Roma. Nel 1986 fondò con Josef Seifert la International Academy for Philosophy in the Principality of Liechtenstein, in cui fino al 1994 insegnò Filosofia, Etica sociale, Economia e Politica e di cui fu prorettore. Dal 19 gennaio 1994 è membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Nel maggio dello stesso anno ha ricevuto una laurea honoris causa in filosofia all'Università Cattolica di Lublino. A livello politico Nel 1993 il segretario della Democrazia Cristiana,Mino Martinazzoli, lo chiamò per dare il suo contributo a una commissione che aveva il compito di definire le linee politiche e morali dei cattolici. Poco dopo Buttiglione fece parte del nuovo Partito Popolare Italiano , con cui venne eletto deputato nel 1994. Dal 2002 è membro dell'UDC, partito del quale è stato confermato presidente all'ultimo congresso, e ha ricoperto l'incarico di Ministro per le politiche comunitarie nel secondo governo di Silvio Berlusconi e di Ministro dei Beni Culturali nel terzo. Nel 2004, José Manuel Durão Barroso lo incluse nella sua lista di nomine per la Commissione europea, con il portafoglio per le competenze relative alla giustizia, libertà e sicurezza. La nomina fu respinta dal Parlamento europeo, a causa delle opinioni di Buttiglione a favore dei concetti tradizionali di famiglia e sessualità. Nella prima delle audizioni preliminari avanti la Commissione per le libertà civili, la Giustizia e gli Affari interni del Parlamento europeo l'europarlamentare olandese Buitenweg (PSE) lo accusò di sostenere posizioni opposte a quelle della Commissione europea: l'onorevole olandese sostenne che aver definito in una conferenza teologica l'omosessualità come "indice di disordine morale" equivaleva a discriminarla come peccato. Buttiglione si appellò alla distinzione tra legge e morale affermando che qualunque individuo poteva ritenere lui un "peccatore", e viceversa, purché il giudizio etico non avesse effetti legali né minasse i rapporti tra gli individui in quanto cittadini. Buttiglione dichiarò successivamente di considerare l'omosessualità un indice di disordine morale, pur dichiarandosi contrario a ogni discriminazione e dichiarò anche di non poter agire contro la propria coscienza per ragioni di convenienza politica. Il 6 maggio 2008 diviene vicepresidente della Camera dei Deputati.
Il 15 luglio 2009 la Camera approva una mozione (primo firmatario Rocco Buttiglione) che impegna il Governo italiano a promuovere la stesura e l'approvazione di una risoluzione delle Nazioni Unite che condanni l'uso dell'aborto come strumento di controllo demografico ed affermi il diritto di ogni donna a non essere costretta ad abortire.

INTERVISTA

Caro Rocco, grazie per la sua disponibilità, vorremmo iniziare con alcune domande utili per rompere il ghiaccio e nel contempo conoscerla meglio dal punto di vista personale, a volte ce lo dimentichiamo, ma anche i grandi letterati e politici sono sempre uomini.
1)qual è il suo colore preferito?
Bianco, rosso e verde (e il giallo vaticano)
2) C’è un libro che la ha particolarmente colpita e potrebbe definire il suo libro preferito?
T.S.Eliot, I cori della Rocca


3) Oltre la politica e la filosofia, qual’è il suo principale hobby?

Tradurre poesie

Passiamo ora alle domande più impegnative


4) Caro Rocco, Lei è presidente dell'Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro e attuale vice presidente della Camera dei Deputati. Quali scenari futuri e progetti vede per il suo partito?

Bisogna fare un partito nuovo che possa rappresentare organicamente il popolo cristiano che c’è in Italia. È una presenza imponente nella vita della società che non riesce a trovare il modo di assumere responsabilità politica. Bisogna fare un partito nuovo in cui sia possibile fare politica senza dannarsi l’anima. L’UDC deve aprire a questo popolo le porte della politica.


5)Quali novità ci sono sul fronte di aiuto alla famiglia? Andrà in porto il fatidico Quoziente Famigliare?

Incalziamo il governo che ha fatto molte promesse in campagna elettorale e fino ad ora non le ha mantenute.


6) Tra i suoi insegnanti universitari incontrò anche Augusto Del Noce, il filosofo cristiano del novecento dimenticato, autore di Verità e ragione della storia? Cosa ricorda di questo incontro da giovane universitario? Com'era la figura di Del Noce e cosa le ha lasciato?

Era un uomo di fede semplice e di straordinaria erudizione. Aveva una grande voglia di capire e una incredibile capacità di ascoltare. Ascoltava i viventi ed ascoltava anche i grandi del passato. Sapeva leggere e mi ha insegnato a leggere (e ad ascoltare). Non basta dire: questo è giusto, questo è sbagliato. Bisogna capire perché chi sbaglia è caduto nell’errore. In genere questo avviene perché vuole affermare una verità, che ha visto, fuori dell’ordine e della proporzione con l’insieme della verità. Se si entra in questo ordine di idee allora correggere significa aiutare e non umiliare. Non si riesce mai a correggere se prima non si comprende il nocciolo di verità che è nella tesi dell’avversario. Per questo bisogna imparare a guardare il mondo dal punto di vista dell’altro. Lui inverava la frase di Chesterton che dice “la verità cristiana è così grande che contiene anche ciò che sembra esserle opposto”. La fede non è fondata da una filosofia ma è una luce che la illumina tutta. Era impressionante il modo in cui prendeva sul serio i suoi studenti, li ascoltava, vedeva le loro esperienze di vite come luogo di ricerca e di manifestazione della verità. La sua filosofia aiuta a capire la storia ed aiuta a capire la situazione esistenziale di ciascuno. La verità è una ma i cammini che conducono verso la verità sono molti, secondo le diverse epoche storiche, le diverse situazioni culturali. In un certo senso ogni uomo ha un suo cammino verso la verità, a partire dalla sua situazione esistenziale, unica ed irripetibile. Ogni uomo deve essere accompagnato ma non può essere forzato in questo cammino. Diceva Del Noce: pensare la verità è un compito nel quale nessuno ti può sostituire.

7) Filosofia e Politica. Deve essere molto bello. Ha cercato di attuare nella sua vita il significato e l'importanza della definizione aristotelica dell'uomo come zòon politikòn, che, tradotto letteralmente, significa "animale politico?


Quella di Del Noce è una filosofia che pensa la storia, e la politica è la storia contemporanea, che si svolge sotto i nostri occhi e con la nostra partecipazione. Giovanni Paolo II, nella enciclica Laborem Exercens, ha scritto che la politica è una “prudente sollecitudine per il bene comune”. Clemente Mastella invece una volta mi ha detto che la politica è “spalare sangue e merda”. Tutte e due le definizioni hanno del vero. Si tratta di mettere insieme gli uomini e persuaderli a perseguire ciascuno il bene proprio con una modalità che non ostacoli ma piuttosto aiuti gli altri a fare la stessa cosa. Ricomporre questi interessi è un lavoro faticoso e improbo, specialmente quando il tessuto sociale è degradato e debole è la coscienza di essere un popolo. Per questo serve la filosofia ma serve soprattutto una particolare prudenza o saggezza politica, capace di leggere nel cuore degli uomini.

8) Le chiedo di commentare questa frase , pronunciata nel 2004 «Al tempo della mia sfortunata vicenda europea, quando diedi le dimissioni dalla Commissione Europea per non accettare di sottoscrivere affermazioni contrarie alla mia coscienza ed al catechismo della mia Chiesa, pensavo di essere rimasto solo, ed in qualche modo l'ultimo cristiano (o l'ultimo liberale) davanti alla marea montante del nuovo relativismo etico intollerante e totalitario». Cosa pensa di quei fatti? Avrebbe fatto oggi lo stesso?


Farei lo stesso. Io devo alla fede tutto il positivo della mia vita, come potrei dare l’impressione di vergognarmi del catechismo della mia Chiesa? Non immaginavo invece la straordinaria solidarietà che ho ricevuto da tanti cattolici ma anche protestanti, ortodossi e semplicemente uomini convinti che i politici devono avere una coscienza.
9) Il 15 luglio 2009 la Camera approva una mozione (primo firmatario Rocco Buttiglione) che impegna il Governo italiano a promuovere la stesura e l'approvazione di una risoluzione delle Nazioni Unite che condanni l'uso dell'aborto come strumento di controllo demografico ed affermi il diritto di ogni donna a non essere costretta ad abortire. Pensa sia un passo importante nel cammino del nostro paese e della società globale?
Un quarto circa delle donne del mondo sono costrette all’aborto a partire dal secondo o al massimo del terzo figlio. Un altro quarto sono spesso ricattate da programmi di aiuto che ti offrono il pane per i figlio che hai se fai morire quello che ancora non è nato. Se riusciremo a portare all’approvazione questa risoluzione potremo salvare la vita di milioni di bambini. La Cina difficilmente si adeguerà alla moratoria, ma la moratoria rafforzerebbe tutti coloro che in Cina lottano per la difesa della madre e del bambino. In molti altri paesi, dove hanno un peso grandissimo i programmi di pianificazione familiare sostenuti dall’Onu l’effetto sarebbe immediato.C’è poi un effetto culturale potente anche per le nazioni occidentali. La risoluzione non incide direttamente sulle nostre legislazioni pro-aborto, rafforza però la coscienza del fatto che l’aborto non è un diritto ma un disvalore morale.
10) Un’ultima domanda: quale messaggio vorrebbe trasmettere a noi giovani?
Non abbiate paura dell’amore. Non abbiate paura di innamorarvi di una donna, di un’idea, di una vocazione, di una comunità umana, di un compito… Prima viene l’amore, poi viene la legge che aiuta a perseverare nell’amore. Guai se per osservare la legge si rifiuta di vivere l’amore. Guai se si pensa di vivere l’amore fuori della verità, che chiede perseveranza e sacrifici. Bisogna vivere l’amore nella verità. Caritas in Veritate.


«In luoghi abbandonati
Noi costruiremo con mattoni nuovi
Vi sono mani e macchine
E argilla per nuovi mattoni
E calce per nuova calcina
Dove i mattoni sono caduti
Costruiremo con pietra nuova
Dove le travi sono marcite
Costruiremo con nuovo legname
Dove parole non sono pronunciate
Costruiremo con nuovo linguaggio
C’è un lavoro comune
E un impiego per ciascuno
Ognuno al suo lavoro».

T. S. Eliot, Cori da «La Rocca»
Si ringrazie di nuovo l'on. Rocco Buttiglione per la sua disponibilità e il suo impegno.











JAKOB PANZERI

19 commenti:

  1. wow! un personaggio davvero prestigioso della politica italiana, che tra l'altro qualche anno fa(non meno di 5 anni fa) è stato anche ad augusta:) peccato che non abbia fatto riferimento alla moratoria contro la pena di morte del governo prodi, che fu presentata in modo bipartizan all'onu. Nonostante la mia scarsa "attitudine" al cattolicesimo, sono d'accordo con lui per quanto riguarda la moratoria sull'aborto, in quanto ogni donna ha diritto di abortire, ma per nessun motivo al mondo deve essere costretta a farlo, come avviene in cina a causa della sovrappopolazione. Personalmente quest'invito all'amore non mi è affatto piaciuto, quando dice "guai se per osservare la legge si rifiuta di vivere l’amore". Io sono del parere opposto, prima viene il rispetto della comunità attraverso le sue leggi e poi il diritto del singolo di innamorarsi in una qualsiasi delle sue forme, anche se l'impeto dell'amore ti porta ad andare oltre gli schemi e a compiere azioni che prima non si potevano neanche immaginare, un minimo di razionalità per la legge si deve conservare. Strano che un parlamentare dica questo.

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  2. Bellissima intervista!
    Un sentito ringraziamento all'Onorevole; le sue sono parole genuine, vere, libere da qualsiasi malizia o doppiosenso. L'UDC con le ultime elezioni ha ottenuto un grande risultato, tenendo conto che correvano da soli,senza essere alleati con nessun Grande Partito.L'On. Buttiglione ha dimostrato di essere un politico con grande spessore, grazie anche alla sua cultura strettamente filosofica, e può vantare l'onore di essere stato alunno del filosofo dimenticato, Augusto Del Noce.
    Per quanto riguarda il quoziente Familiare il governo l'aveva posto come uno dei punti cardine della campagna elettorale, è vero che per adesso non ha fatto nulla per attuarlo, ma neanche ho sentito i deputati UDC lottare per averlo...Per quanto riguarda la difesa della vita condivido la linea dell'UDC e quindi dell'Onorevole che è stato capace di poter far approvare dal parlamento la sua mozione.
    La Frase finale con cui si è congedato, è stupenda e tutti noi dovremmo farne tesoro.
    Grazie ON.
    Grazie Jakob, perchè è vero che l'Onorevole si è trovato disposto, ma le domande intelligenti gliele hai poste tu.
    Un saluto.
    S.R.

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  3. Complimenti per l'intervista, davvero molto interessante e ben impostata. L'onorevole Buttiglione poi è un bel colpo!
    Ma soprattutto complimenti per il grande lavoro che state facendo con questo blog, stimolante e mai banale.
    Un saluto.
    Vittorio

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  4. Grazie Vittorio per i tuoi complimenti, il nostro intento è quello di non deludervi mai!!!! :)
    S.R.

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  5. Eppure, Ottavio, l'Amore è la base della stessa Società, e il riconoscimento di esso porta alla consapevolezza del principio di responsabilità verso l'altro: dal filosofo postmoderno Levinas.

    "Dopo la guerra, Levinas divenne un pensatore di punta in Francia, emergendo dal circolo degli intellettuali che circondavano Jean Wahl. La sua opera si basa sull'etica dell'Altro o, come direbbe Levinas, egli ricerca "l'etica come prima filosofia". Per Levinas, l'Altro non è conoscibile e non può esser ridotto ad un oggetto per sé, come è detto dalla metafisica tradizionale (chiamata ontologia da Levinas). Levinas preferisce pensare la filosofia come la 'conoscenza dell'amore' piuttosto che l'amore della conoscenza. Nel suo sistema, l'etica diventa un'entità indipendente dalla soggettività al punto che la responsabilità è intrinseca al soggetto;
    Per questo un'etica di responsabilità precede qualunque 'oggettiva ricerca della verità'. Levinas fa derivare la preminenza della sua etica dall'esperienza dell'incontro con l'Altro. Per Levinas l'incontro faccia a faccia con un altro essere umano è un fenomeno privilegiato nel quale la prossimità dell'altra persona e la distanza sono entrambi fortemente sentiti. Alla rivelazione del volto il primo desiderio naturale di una persona è di uccidere l'Altro. Allo stesso tempo, la rivelazione del volto costringe l'immediato riconoscimento dell'incapacità di una persona di farlo. Ogni uomo deve instantaneamente riconoscere l'inviolabilità e l'autonomia dell'Altro, riconosciuto come "insegnante".

    Ciao! Jakob

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  6. Vincolo Amore e Società in Platone da Sapere.it

    Dottrina dell'amore, politica ed etica

    In Platone la dottrina dell'amore è strettamente collegata alla ricerca dell'Uno, che a livello sensibile si manifesta come Bello: la figura mitologica di Eros è un demone mediatore, intermedio tra bruttezza e bellezza, tra sapienza e ignoranza, figlio di Penia (Povertà) e di Poros (Espediente): Penia è un'immagine della Diade, in quanto mancanza e privazione del Bene e del Bello; Poros è invece un'immagine della tensione verso il Bene e il Bello che coincidono con l'Uno. Platone afferma nel Simposio che amare (a tutti i livelli) consiste nel "fare, da due, uno". Dato che ci sono vari livelli di unità (fisica, spirituale, assoluta), Platone instaura una scala di amore, i cui gradini (amore per un corpo, amore per tutti i corpi, amore per l'anima, amore per tutte le anime, amore per le leggi, amore per le scienze, amore per le Idee) corrispondono a una progressiva ascesa verso la metempirica Idea del Bello che coincide con l'Uno-Bene.

    Analogamente, il vero politico deve fare ordine il più possibile nello Stato, riducendo a tutti i livelli la molteplicità a unità: la città buona sarà quindi quella in cui prevale l'unità; la città cattiva sarà invece quella in cui predominano la molteplicità e il disordine a essa connesso.

    Anche dal punto di vista morale individuale il bene e la virtù consistono, in ultima analisi, nel fare ordine interiore, ossia portare unità nelle molteplici e disordinate forze del nostro animo. Nella Repubblica questa coincidenza fra dimensione individuale della morale e quella collettiva della politica trova la sua massima espressione nel disegno della città-stato ideale, articolata in tre classi distinte (i governanti-filosofi, i guardiani, i produttori-artigiani) a cui corrispondono le tre parti dell'anima razionale, irascibile e concupiscibile.


    Jakob

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  7. Dalla prima Lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi, cap. 13



    [1] Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. [2] E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
    [3] E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
    [4] La carità è paziente,
    è benigna la carità;
    non è invidiosa la carità,
    non si vanta, non si gonfia,
    [5] non manca di rispetto,
    non cerca il suo interesse,
    non si adira,
    non tiene conto del male ricevuto,
    [6] non gode dell'ingiustizia,
    ma si compiace della verità.
    [7] Tutto copre, tutto crede,
    tutto spera, tutto sopporta.
    [8] La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. [9] La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!


    Jakob

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  8. Grazie Vittorio per i complimenti che ci fai, pe ril nostro essere originali, culturali e mai banale. Grazie a te per essere un nostro lettore e colgo l'occasione per ringraziare ancora l'on. Buttiglione per la sua disponibilità. A volte predomina nelle nostre menti l'idea di una politica lontana dalla gente, arroccata nei suoi privilegi e nelle sue burocrazie, eppure un personaggio politico così importante, nonostante tutti i suoi impegni, ha saputo accogliere la proposta di alcuni giovani e dedicar loro parte del suo tempo. Politica è molto di più della visione spesso in testa alla gente, Politica è Amore.

    Jakob

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  9. La Politica atto d’amore (Luigi Sturzo)

    "Il Cristianesimo non sopprime la vita; la corregge, la eleva, la perfeziona. Si può essere di partito diverso, di diverso sentire, anche sostenere le proprie tesi sul terreno politico ed economico, e pure amarsi cristianamente. Perché l’amore è anzitutto giustizia ed equità, è anche eguaglianza, è anche libertà e rispetto degli altrui diritti, è tolleranza ed è sacrificio. Non ho paura di andare per piazze e strade e municipi, non dobbiamo chiuderci nelle sacristie. Non mi crederanno gli ipocriti, gli indifferenti e i mestieranti della politica-la politica è un’arte che riescono ad esercitare solo pochi artisti, mentre altri si accontentano di essere artigiani e i più si riducono ad essere mestieranti della politica, e pure io affermo: la politica è un dovere morale ed è un atto d’amore."


    Jakob

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  10. Infatti io non ho mai detto che l'amore non sia importante:) anzi, da un punto di vista personale, le emozioni che ho provato quando ero innamorato di una ragazza( il quale rappresenta secondo me la forma d'amore più intenso a livello sensoriale, ma non in senso assoluto, in quanto per me eros,filia e agape hanno la stessa importanza, anche se personalmente l'ultimo è quasi nullo), sono state uniche e nessun altra esperienza mi ha permesso di riprovarle. Ho soltanto detto che prima di tutto viene la legge e dopo il sentimento, altrimenti il sentimento senza controllo diventa anarchico e perde il suo splendore intrinseco. Quindi le leggi possono nascere dall'amore, ma non si possono non rispettare in nome di esso, anche quando non le condividiamo.
    P.S. Jakob, stavolta non volevo creare polemiche, mi dispiace che tu mi abbia frainteso :) ma non preoccuparti, ci saranno altre occasioni per me per creare polemiche contro il cattolicesimo :D

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  11. Ok :-D Mah... sul fatto che eros, filia e agape possano essere sullo stesso piano, ho qualche dubbio. Così potrebbe anche essere se queste tre forme di amore fossero semplicemente come le formule che ci vengono presentate: amore erotico, amicizia, amore per Dio, In realtà sono parole dai significati molto più complessi e profondi. Dici, Ottavio, che tu non essendo credente hai poco, "per nulla" Agape, amore per Dio, ma non è necessario essere credenti per provare Agape: una delle più belle lezioni sull'Agape viene da Baruch Spinoza, che non era credente, era ebreo per altro scomunicato dalla sua comunità di Amsterdam. Orbene, per lui Agape significa riconoscere di appartenere a un tutto panteistico, di essere parte pur minuscola di un unico meccanismo e perdersi negli infiniti granelli del Sole o ruotare intorno ai cerchi del pianeta Saturno. Agape è in questo caso riconoscere il Deus Sive Natura, il panteismo della natura. Agape potrebbe essere designato come una linea orizzontale e una verticale: L'amore che noi proviamo per Dio (anzi, lui ci ha amato per primo) si riverbera anche sugli altri: dall'agape nasce l'amore per il prossimo e la Solidarietà, dall'Agape sboccia l'etica dell'Altro di Levinas e della filosofia Postmoderna: riconoscere in mille immagini infrante il volto di un altro. Prospettiva quindi scissa da un credo e che dovrebbe essere la prima e assoluta in ogni essere umano. certo, se è una persona è sorretta anche da una Fede, dala Fede Cattolica in particolare, l'Agape prende forme ancor più diverse ed elevate. Filia corrisponde all'amicizia, ne parlavamo oggi in classe leggendo una satira di Orazio e il suo rapporto con Mecenate: un'amicizia al di là dell'interesse o delle volontà di entrare nel circolo augusteo, un'amicizia basata sul sentimento puro retto dalla comunanza degli esseri umani. Ti posso dare ragione sulla prima forma di amore, condivido il tuo sentimento perchè anche io ero innamorato di una ragazza. Agape è il più importante, certo che poi sono tre sentimenti complementari.

    Jakob

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  12. Avendo Ottavio scritto : "Quindi le leggi possono nascere dall'amore, ma non si possono non rispettare in nome di esso, anche quando non le condividiamo" non posso fare a meno di parlare dell'Antigone! Non ne avevo parlato precedentemente, ma è stata sicuramente rievocata. La rocca Cadmea è stata insanguinata da due fratelli, Eteocle e Polinice, assetati di potere personali; Polinice, usurpato e cacciato dal fratello, ha costituito un piccolo ma grandioso esercito di sette grandi guerrieri e muove guerra contro la sua città. Un bando proclamato dal nuovo re Creonte ne bandisce la seplotura. E' giusto dunque seguire la legge umana o seguire le vie del cuore, che vogliono che una sorella, Antigone, rechi onore alle spoglie del fratello, i diritti umani, giacchè ognuno è degno di una seplotura e di un ricordo (soprattutto nel mondo greco in cui la mancanza di sepoltura equivaleva a non poter accedere all'oltretomba ma rimanere in eterno sulle rive dello Stige), e quelle divine o è giusto rispettare un bando decretato dall'uomo Creonte? Questo è l'interrogativo sul rapporto AMORE e LEGGE e sintetizza tutto quello che si è detto, nel bene e nel male. Una risposta esatta non c'è, ognuno trova la sua risposta, ma i Greci, Sofocle in particolare, e il pensiero occidentale una risposta e un invito lo hanno dato...

    Jakob

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  13. Ragazzi, mi state offrendo su un piatto d'argento, la possibilità di commentare e proporvi un quadro, direi, celeberrimo, "Amor Sacro e Amor Profano" di Tiziano.

    Fu nel 1514 che Niccolò Aurelio, dotto umanista e collezionista, gran cancelliere, uno dei maggiori funzionari della Serenissima, commissionò a Tiziano questo quadro bellissimo (il titolo fu coniato nell’Ottocento), il cui soggetto resta ancora oggi misterioso, ma con due personaggi chiaramente identificabili: il nudo femminile con il manto rosso drappeggiato rappresenta Venere, e il bambino che si sporge nella fontana è Cupido. L’enigma resta la figura della donna sontuosamente abbigliata, in atteggiamento di estraneità e distacco rispetto agli altri due, come assorta, in riflessione sui misteri dell’amore.
    Molte sono state le interpretazioni, tra le quali ha trovato maggiori consensi quella che ha ritenuto il dipinto un’allegorica rappresentazione dell’amore terreno e dell’amore spirituale, impersonati dalle due Veneri, una celestiale e spirituale, l’altra sensuale e terrestre. Probabilmente, però, l’interpretazione meno esoterica e più reale è quella che riferisce l’opera al desiderio di Niccolò Aurelio di celebrare il suo matrimonio, avvenuto nel 1514, con un dipinto allegorico: la donna che indossa il tradizionale abito bianco e che reca nei capelli la corona di mirto, pianta sacra a Venere e simbolo dell’amore coniugale, che delicatamente viene iniziata ai misteri dell’amore dalla Venere nuda, aiutata nei suoi disegni dal suo compagno, Cupido, che smuove le acque nella fontana, sarebbe proprio la sua sposa. L'ipotesi che il quadro sarebbe stato dipinto in occasione del matrimonio di Niccolò Aurelio sarebbe avvalorata anche dallo stemma araldico della famiglia del committente incluso tra i fregi della fontana, e dal blasone della famiglia della sposa, Laura Bagarotto, nella decorazione del piatto d’argento sul bordo della fontana, ornata da un fregio il cui significato resta misterioso ma che, secondo alcuni critici, rientrerebbe nel solco interpretativo tradizionale: nel cavallo senza sella domato e legato bisognerebbe vedere il soggiogamento della passione.
    L’Amor Sacro e l’Amor Profano, al di là di quelle che possano essere le diverse interpretazioni e valutazioni dei critici e degli esperti, appare un capolavoro per la bellezza del soggetto classico, per le suggestioni filosofiche e per l’ armonia delle poche e vaste superfici cromatiche in cui è inserito con naturalezza il tema dell’amore.
    Sullo sfondo del dolce paesaggio, in cui è facilmente riconoscibile l’entroterra veneto dal quale Tiziano proveniva, le due immagini di donna, creature di carne e sangue, opulente alla maniera tizianesca e degli ideali del tempo, sembrano estremamente simili pur nella diversità sia del significato allegorico, sia della rappresentazione pittorica.
    Facce diverse della stessa medaglia, come, in effetti, sono l’amore carnale e l’amore spirituale, appaiono simili nel volto, nei lunghi capelli di seta, nelle fattezze fisiche carnose (esposte allo sguardo dell’osservatore nella Venere, celate nella sposa), nella dorata luminosità della pelle. Anche i colori si richiamano, c’è come una corrispondenza che rimanda anche alle corrispondenze filosofiche: chiaro il panneggio sulle gambe di Venere e chiara la veste della sposa, rosso il drappeggio del manto della dea della bellezza e dell’amore e rossa la manica dell’abito della donna. A dividere, simbolicamente, le due donne, nello spazio pittorico e nella concezione amorosa, ma in fondo anche ad unirle, nel dipinto e nel significato allegorico, c’è Cupido, Eros, il detentore e l’iniziatore dei misteri dell’amore, tramite e guida al congiungimento tra le due opposte concezioni, quella dell’amore spirituale e carnale, dell’amore sacro e dell’amore profano.
    Commento, non integrale dell'opera : www.letteraturafemminile.it

    Per chi volesse vedere il dipinto:

    http://www.teresaventrone.it/arte108_file/image001.jpg

    Un saluto Stefy.

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  14. Ovviamente, dimenticavo, la mia visione dell'Amore è molto più vicina a quella che ha Jakob! Mi dispiace, Ottavio ahahha ;)
    S.R.

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  15. Leggendo un'intervista così non posso fare a meno di sentire un certo sollievo... è vero, spesso per politica molte persone intendono corruzione, privilegi, immoralità e per questo motivo decidono che più ce se ne allontana meglio è... è qui che ci si sbaglia. Questa intervista mette in luce che i politici non sono tutti come ce li immaginiamo. C'è ancora chi crede e sostiene le proprie idee, la propria moralità che parte da radici cristiane! Rocco Buttiglione, dell’Udc, ci dimostra questo. Interessante lo spunto sul rapporto amore-legge in una società. È chiaro che se il mondo fosse governato dall’amore non esisterebbero leggi, poiché l’amore porta con sé rispetto, giustizia, uguaglianza, libertà, come ricordava Sturzo. Se, però, la base della società non è l’amore la legge deve aiutare, come dice Buttiglione, a perseverare nell’amore. Rispondendo alle parole di Ottavio “prima di tutto viene la legge e dopo il sentimento, altrimenti il sentimento senza controllo diventa anarchico e perde il suo splendore intrinseco”, dico che l’amore non è un sentimento senza controllo (forse l’innamoramento può portare a perdere il controllo, la ragione :D ) ma, al contrario, secondo me porta ordine ed equlibrio nella vita, perché porta una gioia costante. Non esiste quindi secondo me un’anarchia che derivi dal sentimento, se si parla di Amore, altrimenti non è un amore “sano”. Complimenti a Jacob per l’intervista e un grazie all’onorevole! :)
    Chiara Cudini

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  16. Ciao Chiara, grazie per il tuo commento. Concordo con tutto quello che hai detto :-D Politica, ben lungi dall'essere in generale un'attività di corruzione o privilegi, è in realtà la scienza più elevata, in cui un essere umano si mette a servizio per rendere migliori la sua collettività ed altri uomini come lui; se consideriamo Aristotele ad esempio, la politica si addice al filosofo, anzi, è il suo stesso fine, quasi una missione del dotto nell'immagine dall'"antropos politikov" dell'uomo animale politico. Certo, poi esistano anche tanti casi che non corrispondono a questa idea di politica, ma ciò avviene perchè siamo uomini e sbagliano e l'"occasione rende l'uomo ladro". La Politica è la legge dell'Amore. Ciao Chiara e grazie! Jakob

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  17. Georg Wihlelm Friedrich Hegel, ha scritto cose molte interessanti sulle civiltà dell'amore. E' necessario prima di parlarne di uscire dall'ottica che lo considera il filosofo astratto delle strutture triaviche tesi-antitesi-sintesi. Tutto ciò fu usato dai suoi discepoli ed è superficialità di cui sono strapieni i manuali. Come espone il critico Jan Val, Hegel invece è un filosofo molto concreto, che fonda la sua filosofia dall'esperienza dell'umano. Anzi, è il filosofo dell'Amore. Come? Lui, Hegel, quel tedescone serissimo con i baffi che fumava anche durante le lezioni e ha un sistema filosofico che pare aridissimo? Sì, lui è il filosofo dell'Amore. Faccio riferimento ad alcuni testi che scrisse prima tra il 1795 e il 1797 a Berna, poi nel 1798 a Francoforte. Inoltre, pochi questo lo sanno, era anche un teologo dello Stift. Hegel studia quindi la figura d Gesù che ha rifiutato la scelta del suo popolo e ha predicato la legge dell'amore, cioè del superamento dell'ostilità che lega tutti gli esseri viventi. L'Amor permette di ricostituire l'unità della vita e permette il superamento della lacerazione. La figura di Gesù è vicina al mondo greco, che hanno vissuto il loro rapporto con la natura in spirito di bellezza, godendo l'armonia segreta contenuta in essa e non avendo alcuna scissione tra sè e l'unica vita del tutto. Cioè che ha reso grandi Gesù e anche il pensiero greco secondo Hegel è il sublime messaggio dell'amore come unità degli spiriti viventi. Il Cristianesimo completerebbe il pensiero greco in quanto fautore di un nuovo spirito di bellezza. Riproporre l'autentico messaggio dell'amore. Per fondare la civiltà. La supremazia dei cuori supera le leggi e i canoni eteronomi. Per chi volesse approfondire consiglio la lettura de "Lo spirito del cristianesimo e del suo destino" di Hegel, 1798, Francoforte, ma anche l'Abbagnano, di cui in parte ho ripreso alcuni concetti, ha sviluppato sotto "introduzione ad Hegel" tomo 2a questi interessanti concetti. Hegel è un filosofo, dietro al filosofo sta il teologo, dietro al teologo sta l'idealista, dietro all'idealista il romantico. Altro che aridità delle strutture triaviche e concetti astratti privi di concretezza! Ma a molti di voi lo insegneranno così :-D Leggete la critica di Jan Val "contro l'insegnamento tradizionale e manualistico di Hegel".

    Jakob

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  18. Complimenti per l'intervista e, naturalmente, grande Presidente Buttiglione. Il messaggio ai giovani è da pelle d'oca, Buttiglione si dimostra, ancora una volta, un grandissimo politico e una grandissima persona.
    Bellissima. :)
    Marta

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  19. Grazie Marta per il tuo contributo! :-D credo sia il tuo primo intervento. ti invito a partecipare più spesso; trovi il nostro gruppo anche su facebook. ciao ciao
    Il Symposium Somnium Scipionis

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