LE VISITE

lunedì 24 agosto 2009

SCOPRIAMO L'ART NOUVEAU


Nello splendido periodo della Belle Epoque, in ambito artistico andò sviluppandosi l'Art Nouveau (dal francese, letteralmente vuol dire Arte Nuova) che interessò tutte le arti figurative e anche l'architettura. Il movimento, conosciuto internazionalmente soprattutto con la denominazione francofona, assume localmente nomi diversi, ma dal significato di fondo affine, in particolar modo è ricordato con la denominazione di "Stile Liberty".
Questo movimento riprende motivi orientali e fu completamente innovativo. Inoltre lo stile liberty ha aperto le porte all'architettura moderna.
Un punto fondamentale per la diffusione di quest'arte fu l'Esposizione Universale del 1900, svoltasi a Parigi, nella quale il nuovo stile trionfò in ogni campo. Ma il movimento si diffuse anche attraverso altri canali: la pubblicazione di nuove riviste, come L'arts pour tous, e l'istituzione di scuole e laboratori artigianali. Lo stile raggiunse probabilmente il suo apogeo durante l'Esposizione Internazionale d'Arte Decorativa Moderna, svoltasi a Torino nel 1902, in cui furono esposti i progetti di designers provenienti dai Paesi europei.
Una delle caratteristiche più importanti dello stile è l'ispirazione alla natura, di cui studia gli elementi strutturali, traducendoli in una linea dinamica e ondulata, con tratto «a frusta». Semplici figure sembravano prendere vita e evolversi naturalmente in forme simili a piante o fiori. Questo prendere vita dalla natura è inserito anche nella famosissima poesia di D'Annunzio "La pioggia nel pineto", in questo celeberrimo componimento D'Annunzio spiega la trasformazione sua e della sua amata Hermione in parti della natura.
L'Art Nouveau in architettura e design d'interni evitò lo storicismo eclettico che permeava l'Epoca vittoriana. Gli artisti dell'Art Nouveau selezionarono e modernizzarono alcuni tra gli elementi del Rococò, come le decorazioni a fiamma e a conchiglia, al posto dei classici ornamenti naturalistici Vittoriani. Prediligevano invece la Natura per fonte di ispirazione ma ne stilizzarono evidentemente gli elementi e ampliarono tale repertorio con l'aggiunta di alghe, fili d'erba, insetti.
Le immagini orientali, soprattutto le stampe giapponesi, con forme altrettanto curvilinee, superfici illustrate, vuoti contrastanti, e l'assoluta piattezza di alcune stampe, furono un'importante fonte di ispirazione. Alcuni tipi di linee e curve divennero dei cliché, poi adoperati dagli artisti di tutto il mondo.
Lo stile liberty non risparmiò nemmeno l'oroficeria, infatti venne sottolineato e rafforzato l'interesse per l'arte giapponese, proprio come negli altri ambiti.
Insomma possiamo dichiarare che lo stile libertysia stato un modo di vivere e vedere il mondo, in un'epoca dove tutto era bello, dove regnava la pace e l'armonia, in particolar modo nella tartassata Europa, questo splendida Epoca, che inizia al tramoto dell'Ottocento, finì ufficialmente con l'inizio della prima guerra mondiale (1914), ma nel cuore e nelle menti degli europei cessò con la distruzione del transatlantico più famoso al mondo: il TITANIC (1912), che si portò via la Belle Epoque, lo stile liberty ed il Decadentismo.










Stefania Ragaglia

25 commenti:

  1. Bell'articolo: presenta un affresco rapido e completo dell'Art Nouveau e dell'epoca. In ogni caso noto solo un aspetto (che poco ha a che fare con l'articolo in sè ma molto con l'arte moderna e contemporanea): l'arte (e nello specifico quindi anche l'Art Nouveau) oggi (direbbe un ex Cardinale oggi Pontefice in 'Introduzione allo spirito della Liturgia') è divenuta solo affermazione dell'io dell'artista e non è più ricerca del Bello. E' questo il virus del pensiero moderno (e oggi post-moderno) nell'arte: l'uomo diventando metro delle cose non mira più ad una Bellezza oggettiva, esterna a lui (espressione di una Verità a lui esterna), ma è egli stesso metro della bellezza: in ultima analisi la bellezza (come la verità) non ha più senso di esistere ché, secondo l'errato adagio popolare, "è bello ciò che piace". E così, progressivamente arriviamo all'arte contemporanea (già denunciata da Piero Manzoni, che pure ne era sua vittima ed ingranaggio) in cui l'opera diviene mera firma, solo oggetto di mercato: è arte ciò che il mercato dell'arte decide che sia arte (su questo in maniera disorganica Sgarbi ogni tanto scrive qualcosa...). Consiglio vivamente la lettura di Hans Sedlmayr ('La Rivoluzione nell'arte moderna', Cantagalli (di lui c'è anche il corposo 'La perdita del Centro' ma è ormai introvabile: speriamo in delle ristampe)) su questi temi. :) P.s.: scrive uno che nonostante ciò non disprezza la 'fine di Dio' di un Lucio Fontana o le opere di Rotella (ma solo in quanto sono utili perché espressione della nichilistica perdita del senso del pensiero post-moderno), quindi figurarsi...ma è alquanto oggettivo che vi sia stata una vera e propria involuzione progressiva negli ultimi secoli.

    Filippo

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  2. Grazie per i tuoi consigli.
    La scelta dell'Arte Nouveau, non è stata fatto a caso, infatti può essere ritenuta se non l'ultima, una delle ultime correnti Artistiche(con la A maiuscola). Non per dire una cretinata, ma oggi qualsiasi cosa può essere Arte, vedi le feci di un'artista conservate in un contenitore, in un museo di Milano.

    Esempi di quest'arte NUOVA,magnifica, pomposa, grandiosa sono in assoluto per quanto riguarda l'architettura Antoni Gaudì e per quanto riguarda la pittura Gustav Klimt.

    Un saluto
    Stefania :)

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  3. Complimenti stefania per il tuo articolo, scorrevole ma elegante e completo!:) sono d'accordo con la tua espressione finale, secondo la quale l'affondamento del titanic segnò la fine dell'arte vera e propria. Secondo me, la morte dell'arte figurativa coincide con l'invenzione della fotografia, che ha semplificato estremamente la creazioni dei ritratti degli umani o delle rappresentazioni della natura, che costituivano il vero motore dell'arte precendente. Quindi nel novecento gli artisti, per essere innovativi, furono costretti a forme astratte estreme, fino a giungere all'arte contemporanea, per cui la scatoletta con le feci dell'autore oppure una tela distrutta, rappresentano delle forme "artistiche", anche se chiunque sarebbe capace a realizzarli e quindi io non sono capace a definire l'esistenza di un'arte figurativa innovativa nei nostri giorni. Però per fortuna nel periodo di formazione dell'arte noveau, ultima vera forma artistica, ci fu la nascita del cinema, che ha rivoluzionato l'arte in generale e che quindi compensa le mancanze concrete dell'astratta arte contemporanea. Ciao!:)

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  4. Certamente. Tuttavia, pur apprezzando Klimt (la cui opera campeggia su questo articolo) e anche altri autori per es. del '900 (penso a Boccioni e ai futuristi: 'La città che sale', 'Quelli che vanno', 'Rissa in galleria', 'Forme uniche della continuità dello spazio', 'Dinamismo di un cane al guinzaglio', etc.), segnalo che in ogni caso la crisi inizia (o, nel caso dei futuristi, prosegue galoppante) già con loro: inizia a vedersi un certo soggettivismo...in Klimt è evidente nella sua carica quasi onirica, nei futuristi nella pretesa (tutta ideologica!) di cogliere il movimento...la Bellezza (pur nell'esplosione di colori e nel mantenimento di un senso estetico) comincia a non vedersi più: è questo l'antefatto della 'Merda d'artista' (cui implicitamente ti riferivi...e scusa per il termine) del suddetto Manzoni o dell'orinatoio (che pure ha anche un suo significato in un certo senso) di Duchamp, delle follie Dada e così via. Le degenerazioni finali sono il risultato dello svilimento soggettivistico già presente al tempo e nell'opera di Klimt. Un saluto anche a te :)

    Filippo

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  5. Concordo con l'analisi di Ottavio con due sole piccole postille: a) anche il cinema è crisi di quell'arte figurativa conosciuta fino al tempo della fotografia (pittura, scultura); b) in ogni caso gli artisti nel voler inseguire queste nuove forme d'arte hanno preso un granchio colossale, dimenticandosi lo scopo delle vecchie forme d'arte da essi prodotte.

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  6. Concordo con Filippo sul fatto che oggi la ricerca della bellezza oggettiva è quasi scomparsa. L'arte moderna si è colorata di tinte critiche che spesso scadono dell'inutilità.

    Non vedo però nella fotografia l'omicida dell'arte figurativa. Penso anzi che essa abbia aperto alla ricerca dell'immortalare la bellezza della realtà.

    Per quanto riguarda il Liberty, anche ad Augusta si possono notare balconcini, decorazioni di facciate con insoliti fregi (se non ricordo male anche una testa di pellerossa) o seplici motivi floreali che, nei balconi in ferro battuto, danno frescezza e vitalità.

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  7. Bravi Ragazzi! Avete colto in pieno il senso di questo articolo!
    Era infatti, creare una discussione e una profonda critica a quella che oggi sembra essere arte.

    Non si cerca più la vera Bellezza, quella che conquista, stupisce e folgora l'uomo. :)

    Un saluto a Tutti!
    Volevo chiedere a Salvo se con Augusta indica la mia città!
    Stefania

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  8. Infatti, nella nostra città sono molto presenti questi motivi rotondeggianti e floreali, li si notano nelle case del centro storico! Vero hai ragione Salvo!

    Stefania ^_^

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  9. Per Salvo: forse mi sono spiegato male: ovviamente la fotografia non ha ammazzato l'arte in sè: anzi ha dato qualcosa in più all'arte. Quando si dice che ha fatto entrare in crisi l'arte figurativa si intende non l'arte in sè ma solo alcuni tipi di arte figurativa (pittura e scultura) e questo è successo perchè gli artisti hanno perso il senso del proprio lavoro e hanno cominciato ad inseguire la fotografia, cercando un'originalità (che non è il fine della pittura e della scultura) che potesse competere con la foto (e anche con il cinema). Dunque la pensiamo allo stesso modo: non c'è qui nessuna critica alla fotografia! :)

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  10. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  11. Premettendo che gran parte dell'arte moderna non mi convince sotto nessuno aspetto, penso sia necessario prima di valutare ogni corrente artistica, stabilire dei criteri assoluti di bellezza!

    Il compito ahimè non è di facile risoluzione (mi scuso per l'esagerato eufemismo).
    Dire cosa è oggettivamente bello è estramamente utopico per la difficoltà che comporta trovare un punto di contatto anche tra due soli cervelli.

    Assodato questo, penso che la bellezza sia l'entità più multiforme possibile, anche se certune sfaccettature sono paradossali, grottesche e soprattutto responsabili di infamia all'intrinseca accezione dello scopo che vogliono perseguire. Si noti l'alquanto "brillante" idea di sigillare la propria "merda", caro signor Piero Manzoni

    Quindi, illuminatemi...

    Miriam

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  12. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  13. Ma il fatto è che la Bellezza, come la Verità (che poi sono la stessa cosa: Dio...), è qualcosa a cui si tende, e che si può conoscere poco a poco (sulla base delle conoscenze che ci sono trasmesse (Tradizione...), noi infatti andiamo oltre, progrediamo, come avviene nella scienza) sempre di più, ma mai del tutto in ogni suo aspetto, perché noi siamo imperfetti, siamo in un mondo imperfetto. Non c'è utopia e neanche ci sono parametri completi (certo ci sono però parametri minimi!!! Il parametro minimo è attenersi al reale e non fuggirne) perché prendere atto che la Bellezza perfetta è lì FUORI, significa prendere atto che possiamo vederla, possiamo toccarla, possiamo possederla, ma non completamente, perché essa non è NOI, non è dentro di noi. Questo accade in ogni aspetto della vita (tu che sei musicista, per esempio, avrai toccato anche l'Assoluto musicale ma non è possibile in terra avere l'esecuzione perfetta...). Ed è ciò che accade con Dio: la Verità si conosce, si vive, si tocca (nei Sacramenti), ma col tempo; sempre più e mai definitivamente, mai del tutto: la conoscenza piena e definitiva sarà solo nella prossima vita.

    Filippo

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  14. Il bello è lo splendore del vero. (Platone)

    Jakob

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  15. Rimando al bellissimo discorso di Giovanni Paolo II con a tema: "Il sentimento delle cose, la contemplazione della Bellezza" del 5 agosto 2002". Ho trovato in internet solo un testo in formato doc, vi consiglio di visionarlo. La coincidenza fra Bellezza e Verità e gli uomini feriti da essa. Jakob

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  16. Di esecuzioni musicali perfette anche se, rarissime, ce ne sono state!
    Dal punto di vista della composizione (l'assoluto musicale), poi le opere traboccano!

    Miriam

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  17. La bellezza oggettiva esiste, ma inconoscibile.
    E parlo di bellezza riferita a qualsiasi campo. E' impossibile creare dei criteri di bellezza oggettiva a causa della pluralità che vi è al mondo. Ma necessariamente un qualcosa è più bello di un altro, fino ad arrivare a qualcosa di BELLO.

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  18. Miriam non penso ci possano essere esecuzioni realmente perfette: non stiamo parlando di "bellissime" ma di "perfette" e la perfezione per definizione è qualcosa che in terra non c'è. Cioè un'esecuzione, per quanto molto buona (ai limiti della perfezione), può sempre essere resa ancora più perfetta la prossima volta: basta una nota posta un decimo di secondo prima o dopo è già la perfezione non è più tale e la prossima volta dovremo quindi fare di meglio. Ogni cosa è migliorabile. Come nota Salvo la bellezza esiste ma è irraggiungibile (è termine più adatto che non "inconoscibile": se diciamo inconoscibile (in maniera assoluta) significa che non possiamo neanche sfiorarla e quindi non ha senso cercarla). In questo senso è una meta irraggiungibile (ma cui si deve tendere). E poi le opere stesse traboccano di Assoluto, concordo pienamente, ma non sono l'Assoluto. Se così non fosse saremmo in un mondo perfetto, cosa che non ci risulta (ahinoi!) dalla prassi storica, e la Perfezione saremmo noi stessi (panteismo...!!) e non risulta neanche questo dalla storia.

    Filippo

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  19. Sebbene l'accezione intrinsica del termine perfetto, indica qualcosa oltre cui non si può andare, io penso che esistano comunque delle gradazioni di perfezione!
    L'urlo di Van Gogh è perfetto in sè, ma se comparato al giudizio universale di Michelangelo appare inferiore!

    Tutto in questo caso, ritengo sia attribuile all'arbitrarietà!

    MIRIAM ELIZABETH

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  20. L'urlo di Van Gogh?? Intendi di Munch? In ogni caso comprendo ciò che intendi: ovviamente ci sono gradualità, scale, gerarchie etc. (anche se credo che il termine perfezione sia inadeguato per esprimerle se noi consideriamo la perfezione il gradino ultimo e più alto).

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  21. Devo dire che la perfezione non esiste.
    Esistono cose estremamente belle, sublimi, uniche ma perfette no.
    La perfezione si identifica solo con Dio.

    Stefania

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  22. Brava Stefania, mi fai venire in mente la dimostrazione di Dio a cura di Anselmo d'Aosta, ripresa poi da Cartesio: egli cerca di dimostrare l’esistenza di Dio partendo da questo ragionamento, detto altrimenti prova ontologica.
    "non è possibile concepire Dio come essere sovranamente perfetto senza ammettere la Sua esistenza, perché l’esistenza è una delle Sue perfezioni necessarie. (Anselmo d'Aosta)

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  23. Questa dimostrazione, tradizionale nella filosofia, sarà in seguito elevata da Leibniz nella Teodicea e criticata invece dal maestro di Konisberg, Kant. E' un assioma semplice ma profondo allo stesso tempo: esistenza e perfezione. Jakob

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  24. Mi scuso per la gaffe abissale, ma in quel momento stavo ammirando, se non erro, "I mangiatori di patate". Prima ho sottolineato come, seppure l'intrinseca accezione del termine "perfezione" non permetta di creare gerarchie, o meglio livelli, io penso che tutto questo si debba fare di fronte alla PERFETTA COMPIUTEZZA DELL'OPERA D'ARTE IN SE, IN DEFINITIVA ALLA SUA PERFEZIONE

    Miriam Elizabeth

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