tag:blogger.com,1999:blog-7276665591922214042024-03-05T15:43:20.367+01:00SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONISSYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.comBlogger77125tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-10623730166385985552013-06-21T17:25:00.001+02:002013-06-21T17:36:39.246+02:00Dalla prima lettera agli uomini <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjghRrGaNcKRfxo6304KwKpBNVFOtwvBp8xEaTIsKwPWW-BmLKoTEKNe_6zki_eYzWXtTgtf6cXllqQFApQ50MEGPccE0NKXcqbuu29QbJBF_FSaUes-V56CHWyT2ERK6n5vYKLhMrzz4Se/s1600/sarcofago_degli_sposi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjghRrGaNcKRfxo6304KwKpBNVFOtwvBp8xEaTIsKwPWW-BmLKoTEKNe_6zki_eYzWXtTgtf6cXllqQFApQ50MEGPccE0NKXcqbuu29QbJBF_FSaUes-V56CHWyT2ERK6n5vYKLhMrzz4Se/s400/sarcofago_degli_sposi.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Cari fratelli, vorrei rivolgermi a voi dopo una lunga e sofferta riflessione, che dura da un paio d’anni. Considerate che, essendo io molto giovane, prima dei 18 anni non vi ho mai guardato con qualche interesse particolare perchè ancora siete in piena fase di maturazione e di crescita, amate giocare e scherzare; ma posso affermare che un pregio l’avete senza ombra di dubbio: siete degli ottimi commentatori di eventi sportivi, soprattutto calcistici, perciò se ho imparato a distinguere un calcio di punizione da un fuorigioco, lo devo soprattutto a voi. A quell’età, mi riferisco agli anni dell’adolescenza, non ve ne frega assolutamente nulla dei piccoli drammi quotidiani che infiammano l’anima di molte vostre coetanee, anzi, le considerate, quanto meno, delle strane. Ma dovete sapere che quella stranezza è dovuta a piccoli e grandi drammi di coscienza, a quel vortice interiore che tutto smuove e che suscita molti dubbi esistenziali e che presto, usciti dalla fase dell’ormone impazzito, ne sarete vittima esattamente come le ragazze, anche se con un lieve -mi auguro- ritardo. E’ per questo che bisogna avere l’intelligenza di aspettarvi e di non avere fretta con voi. </span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">In questa lunga e, spero, obiettiva riflessione sul vostro conto, ho notato delle discrepanze abissali da quello che dite di volere e quello che poi effettivamente scegliete (voi potreste dire lo stesso, ok? Ma lasciatemi continuare). Rimproverate spesso le donne di essere delle eterne indecise, di non sapere mai cosa desiderino effettivamente, ma devo riconoscere che ultimamente anche voi sembrate sperduti, sprovveduti ed incapaci di essere così diretti come certi clichè vorrebbero che voi foste. Di conseguenza, per essere chiari tra di noi, mi tocca precisare che non credo assolutamente in certi schematismi dogmatici sugli atteggiamenti tipici degli uomini e delle donne. Non è tutto così scontato, categorizzato come certi manuali da quattro soldi vogliono farci credere. Il fattore imprevedibilità colpisce noi ed anche voi in egual misura, perchè la vera e sostanziale differenza è nell’anatomia più che nello spirito. Siamo entrambi soggetti a pregi e difetti che non corrispondono al sesso di appartenenza, quanto alla sensibilità, ai talenti, alle inclinazioni personali. Siamo persone uniche ed irripetibili ed, in quanto tali, non vorrei che si cadesse nella banalità dell’errore di massificare gli atteggiamenti ed i comportamenti. Non agisco in un determinato modo solo in quanto uomo o donna. Anche perchè, a questo punto, cosa ci sarebbe di complicato nei rapporti tra di noi? In cosa non funzionerebbe la comunicazione? E perchè ancor’oggi certi input creano disorientamento? Non siamo come gli animali. Non agiamo per istinto. </span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Quindi, precisato questo, posso muovervi le mie obiezioni:</span></div>
<ol style="list-style-type: lower-alpha;">
<li style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="letter-spacing: 0.0px;">“la donna mi piace acqua e sapone.” Che cosa magnifica! Che cosa splendida! Meglio di così! W la semplicità. Ma la verità è tutt’altra. Voi, le donne che escono fuori di casa con le occhiaie sotto i piedi, le labbra screpolate e i brufoli intorno alla bocca, le considerate delle “cesse immonde.” Come fanno a piacervi le ragazze acqua e sapone nella realtà se poi, in camera vostra, si trovano calendari con femmine (non donne) con visi conturbanti super truccati? Diciamo la verità: nella semplicità, ci vuole la cura. </span></li>
<li style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="letter-spacing: 0.0px;"> “quella è una poco di buono perchè va con tutti (è stata anche con voi! n.d.r.) chi se la prenderà?” Ma perchè, voi credete di essere migliori di lei andando con altrettante? Se si considera la sessualità nella giusta prospettiva, in realtà, l’errore è perfettamente identico. Si tratta del medesimo uso e consumo del proprio corpo. Si tratta di disporre di sè in modo libero e sregolato. E’ un usarsi a vicenda. Qui non c’è amore, c’è solo la lussuria, il desiderio di sfruttamento al mero scopo di un piacere fine a se stesso. Privo di amore, di riguardo e di rispetto. E’ come se si trattasse di un affare meramente biologico, di bisogni primitivi ed istintuali da soddisfare ad ogni costo. Ma dietro quell’unione fisica si nasconde un tesoro ed un bene più prezioso di cui sia l’uomo che la donna devono saper custodire con rispetto reciproco. E’ come se dicessimo che il tradimento maschile sia più accettabile perchè ad averlo compiuto è stato un uomo che va giustificato (e non perdonato) in quanto tale. Come se vi fosse una differenza ontologica che stabilisca una gerarchia di merito o demerito. Siamo entrambi creature soggette all’errore, alla perdizione, al peccato. Purtroppo, la società di oggi ci bombarda di messaggi di tipo sessuale che mirano al dominio, all’egoismo e all’egocentrismo erotico. Si perde completamente di vista la bellezza della generosità, il senso di appartenenza esclusiva; prediligendo la fugacità, l’ebrezza e l’effimero. Il peccato non ha sesso. Ficcatevelo in testa. </span></li>
<li style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="letter-spacing: 0.0px;">“le donne portano l’uomo alla perdizione. Ricordate la storiella della mela?” Cioè, io sarei un essere maledetto? Una creatura infida e malvagia a prescindere? Maschietti cari, ne siete proprio sicuri? Io direi che questo giustificazionismo da quattro soldi, potreste tranquillamente riporlo dentro una cassaforte con codice di sicurezza da dimenticare per sempre. Non è la donna che porta l’uomo alla perdizione. Siamo seri. E’ la tentazione (esperienza che ogni essere umano fa sulla propria pelle) che solletica le nostre debolezze e cerca in tutti i modi di attirarci a sè. Anche la tentazione, come il peccato, non ha sesso. E ricordatevi, che la donna non può essere malvagia, infida e meschina a prescindere (stessa cosa dicasi per l’uomo). Vorrei sottolineare che il genere umano, quello femminile in particolare, è da sempre portatore del segno riconoscibile della Bellezza. Nell’armonia del corpo e delle forme vi è il desiderio di Dio di farci a sua immagine e somiglianza. La donna assolve anche ad un ruolo fondamentale, poichè custodisce la vita. Come potremmo essere maledette a prescindere se ogni uomo nasce da una donna? Che senso avrebbe quel Cristo morto in croce se la Salvezza non fosse un dono fatto a tutti e ad ognuno? Gesù sarebbe morto solo per gli uomini, scordando le donne? Non credo proprio...potete sempre riprendere il Vangelo e leggere o rileggere l’episodio della Maddalena, dell’adultera, della samaritana. Gesù è tutt’altro che maschilista. </span></li>
</ol>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRG6uZKZQNDlpyrq2ZLvjl7cQBPD_0UWgqrAaUVQ6_KKYmpd8ot5y8SaW2RU4XUP8b4eJFS05dCIxwYoXdwuemepRfbFQ_UrhRhZAx6t1kmYz8Vao_qiv6vrDWvvX-ntSeg2mkCwSFSAkS/s1600/Uomo-e-Donna-in-vacanza-rurale11.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRG6uZKZQNDlpyrq2ZLvjl7cQBPD_0UWgqrAaUVQ6_KKYmpd8ot5y8SaW2RU4XUP8b4eJFS05dCIxwYoXdwuemepRfbFQ_UrhRhZAx6t1kmYz8Vao_qiv6vrDWvvX-ntSeg2mkCwSFSAkS/s320/Uomo-e-Donna-in-vacanza-rurale11.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Il problema di fondo va oltre le mie obiezioni e riguarda una profonda crisi di coscienza, in cui il relativismo -anche affettivo- colpisce le due creature più belle dell’universo. In cui malcontento, diffidenza, paura, falsità, inganno ed ipocrisia sembrano voler soccombere la genuinità dei rapporti, la sincerità, l’amore gratuito: quello che si dona senza aspettarsi un tornaconto personale. E questo vale per entrambi. Vi è una distorsione della visione dei rapporti che per quanto la società possa essere vuota, liquida e malata, la responsabilità di saper comprendere la realtà è affidata ad ognuno di noi. Le battaglie delle Femen sono assolutamente inutili, stupide, ideologiche, infondate, diffamanti e dissacranti e soprattutto assolutamente incoerenti: vorrebbero combattere la prostituzione, lo sfruttamento della donna a seno nudo? E gli uomini, commettono lo stesso errore affidandosi al maschilismo, alla misoginia, all’anaffettività. C’è una crisi profonda che non può essere semplicemente sottolineata da “atteggiamenti” o “modi di fare” tipici dell’uno o dell’altro. E' chiaro, questo va da sè, che nelle medesime situazioni, si agisce in modo diverso. Siamo belli proprio per questo: nella diversità , la stessa fragilità.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Ci vuole un nuovo ciclo educativo che formi ai sentimenti, che torni ad una giusta considerazione dell’amore e della dignità della persona. Ci vuole un nuovo modo di pensare, di comprendersi. </span></div>
<div style="color: #323333; font-family: Verdana; font-size: 11px; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: Helvetica; font-size: 12px; letter-spacing: 0px;">Albert Camus ha scritto: </span><span style="color: #37404e; font-family: 'Lucida Grande'; font-size: 13px; letter-spacing: 0px;">«</span><i><span style="letter-spacing: 0.0px;">Non camminare davanti a me, potrei seguirti. Non camminare dietro di me, potrei non esserti guida. Cammina al mio fianco, ed insieme troveremo la via.</span><span style="color: #37404e; font-family: 'Lucida Grande'; font-size: 13px; letter-spacing: 0px;">»</span></i></div>
<div style="color: #323333; font-family: Verdana; font-size: 11px; text-align: justify;">
<i><span style="color: #37404e; font-family: 'Lucida Grande'; font-size: 13px; letter-spacing: 0px;"><br /></span></i></div>
<div style="font-family: Verdana; font-size: 11px; text-align: right;">
<span style="font-family: 'Lucida Grande'; font-size: 13px; letter-spacing: 0px;"><span style="color: red;"><b>VALENTINA RAGAGLIA </b></span></span></div>
<div style="color: #323333; font-family: Verdana; font-size: 11px; text-align: justify;">
<i><span style="color: #37404e; font-family: 'Lucida Grande'; font-size: 13px; letter-spacing: 0px;"><br /></span></i></div>
SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-46294189940506216842013-02-10T11:11:00.002+01:002013-09-27T13:11:32.522+02:00Quello che di Mengoni non dicono<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:DontVertAlignCellWithSp/>
<w:DontBreakConstrainedForcedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
<w:Word11KerningPairs/>
<w:CachedColBalance/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="267">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin-top:0cm;
mso-para-margin-right:0cm;
mso-para-margin-bottom:10.0pt;
mso-para-margin-left:0cm;
line-height:115%;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:11.0pt;
font-family:"Calibri","sans-serif";
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:"Times New Roman";
mso-fareast-theme-font:minor-fareast;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;}
</style>
<![endif]-->
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkdgzGa3ite6S0bTVGEdgIsEDRIHJC-IXC2w828EqtUAIuxytQV-_npCrY8_Ozr1oe5Qo8fq8GtSU-yRzHKBmZV2B6CMasK6tj_w1FAFw1E3_XkU3Sr1fzt2fC9Ca-pNfobkfBiySBbzZw/s1600/sfondo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="146" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkdgzGa3ite6S0bTVGEdgIsEDRIHJC-IXC2w828EqtUAIuxytQV-_npCrY8_Ozr1oe5Qo8fq8GtSU-yRzHKBmZV2B6CMasK6tj_w1FAFw1E3_XkU3Sr1fzt2fC9Ca-pNfobkfBiySBbzZw/s400/sfondo.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Si avvicina Sanremo, un evento
che di per sé non credo possa avere una rilevanza assoluta per chi ama la
musica, ma è sicuramente una vetrina per conoscere le proposte musicali dell’anno,
circondate –come sempre- da un po’ di rumore mediatico fatto di applausi e
critiche. Il tam tam <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che si genera su
blog, riviste, quotidiani (anche on-line) è sempre un flusso infinito di
opinioni discordanti ed antitetiche, pronostici bizzarri, opinioni <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che hanno più il sapore di sentenze di
condanna, alcune di <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>assoluzioni e accese
discussioni tra fans.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Insomma, il successo di Sanremo
sembrerebbe decretato più da ciò che sta fuori dal palco che da ciò che vi sta
dentro. Ma a questo siamo avvezzi da parecchi anni. Quest’anno, però, qualcosa <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>almeno all’apparenza sembra essere cambiata.
Una leggera variazione di rotta, che farebbe ben sperare per le sorti future
del festival.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
In che senso? I conduttori Fabio
Fazio e Luciana Littizzetto hanno puntato su un Festival più nostrano e meno
internazionale e sulla scelta di concorrenti più vicini alla gioventù. Quella
rottamazione fallita in politica, quello svecchiamento ritenuto da molti necessario
sembra aver trovato una piena risposta nella lista dei cantanti in gara per il
titolo che da ben sessantatre anni viene assegnato nella città ligure. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In questa prospettiva ci sembrano chiare le esclusioni
di Anna Oxa ed Al Bano e l’ammissione in gara di giovani talenti come Chiara
Galiazzo (ancora semi sconosciuta, vista la sua folgorante carriera musicale,
che è ancora agli arbori) e soprattutto Marco Mengoni.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Fatta la dovuta premessa per
chiarire il quadro d’insieme, mi sembra giunto il momento di puntare al
nocciolo della questione. L’ammissione in gara di Marco, mi ha spinto a seguire
con più attenzione le pagine musicali e culturali di questo ultimo mese e mezzo
in cui i giornalisti si occupano di studiare i preparativi e di prendere
volenti o nolenti in considerazione i cantanti in gara. Così, salta fuori dalle
pagine delle riviste un bel mix di opinioni all’ascolto dei brani che ancora
sono inediti per tutti coloro che stanno fuori dallo status quo privilegiato
della stampa. Stampa, che sembra essere ripetitiva, ridondante e anche
machiavellica nella descrizione dei pezzi. Ma più che questo, più che
interessarmi al parere circa i brani che si basa inevitabilmente sui gusti insindacabili
di chi ascolta e poi scrive, ho deciso di prestare attenzione alla
considerazione che il critico presta all’artista che ha in cuffia e con cui si
deve misurare. Per quanto riguarda Mengoni ne viene fuori un quadro largamente
stereotipato, sciatto, piatto e in alcuni casi addirittura vuoto. Accanto al
suo nome si legge inevitabilmente “vincitore di xFactor3”. Per quanto il
successo nel talent non decreti di per sé un prodotto necessariamente
commercializzato e dal sapore standard e per quanto, soprattutto, questo non
possa essere detto della voce di Mengoni, l’etichetta che la critica gli lascia
<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ancora addosso è proprio quella di
pupillo di Morgan, incontrastato nella seconda edizione del reality. Come se
tutto finisse lì e non cominciasse invece proprio da quel palco in cui ha messo
il primo mattoncino per la sua carriera. Il reality non viene visto come un’opportunità,
come un modo per poter tirar fuori qualità che si devono comunque
aprioristicamente possedere, ma come un marchio d’infamia perché macchia la
gavetta che nei mitici anni ’60 e ’70 fecero i nostri più grandi artisti. L’ideologica
convinzione che sta alla base di questa affermazione lascia intendere che i
grandi vengono fuori grazie alla sapiente intuizione di un produttore
discografico e non per merito di un televoto. Vorrei ricordare che artisti come
Nek, Pausini e Giorgia sono stati scoperti grazie ai primi, rudimentali ed
embrionali esempi di “talent” come Castrocaro o Sanremo Giovani. E’ anche vero
che i talent lasciano inevitabilmente un segno di effimero successo, ma lo è
solo nei casi in cui oltre un buon pezzo “che tira” non ci sia la stoffa ed il
talento che possano sganciare dal panorama nazionalpopolare per essere invece lanciati
nel mondo internazionale. Perché di Marco non viene detto che ha fans anche
oltre Oceano, pur non avendo fatto neppure una tappa internazionale ed
essendosi misurato solo con un rifacimento in spagnolo della sua In un giorno
qualunque? Come si spiegano gli ammiratori in Messico, Brasile, USA, Canada? E’
credibile che si dica ancora di lui vincitore di xFactor e basta? Ok ricordare
e ricordarsi sempre da dove si viene, ma non bisogna per questo smettere di
guardare avanti.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Inoltre, il qualunquismo dilagante
e che colpisce inevitabilmente anche la stampa ed i mass media, in generale,
sembra attingere informazioni più da rudimentali e dozzinali profili di
Wikipedia che dall’ascolto attento e sincero dei dischi. Su blog che non siano
gestiti da fans, rarissimamente ho letto qualcosa di forte e concreto sull’ultima
fatica di Marco. Mi riferisco all’album Solo 2.0. Chi ha accennato alla rivoluzionaria
e geniale ideazione di un fumetto interattivo? Chi, in Italia, ha proposto
questo nuovo modo di accompagnare il concept di un disco a delle immagini che
racchiudessero un universo simbolico criptico ed intrigante con cui dar corpo
ad un liet motiv che sarebbe poi diventato un tutt’uno con il suo breve ma
intenso tour per i palazzetti? Possibile che neppure questo riesca a
convincere? </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E se neppure il talento puro,
nudo, semplice e disarmante bastasse, perché non guardare in extremis anche la
lunghissima sequela di successi e di premi? Perché non ricordare il Best
European Act, che neppure artisti che girano il mondo come Zucchero,
Ramazzotti, Vasco Rossi hanno mai ottenuto nella loro carriera? Perché non citare
da ultimo, la vittoria del miglior tour del 2012? Perché si ignorano i complimenti
Mina, Biondi, Celentano, Zero&Co.? O il premio legato al doppiaggio
cinematografico <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Leggio D’oro</i>, vinto
in passato da un mostro sacro come Alberto Sordi? O ancora, perché non ricordare,
ammesso che si sappia, che è stato a Casa Azzurri durante le ultime Olimpiadi
di Londra per rappresentare l’eccellenza musicale Italiana insieme ad altri
grandi artisti? E soprattutto, perché le radio hanno ostacolato e fatto
ostruzionismo nei confronti dei tre singoli estratti dalla sua ultima fatica?</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Questo e molto altro è tutto
quello che di Mengoni non dicono. Non voglio aprire un’inchiesta o farne un
caso, ma semplicemente sottolineare come quella stessa critica abbia due facce
incoerenti: da un lato condanna e pretende chissà quale impegno culturale (ed
anche questo concetto dovrebbe essere approfondito e chiarito), dall’altro sembra
ignorare ciò che invece potrebbe essere considerato un buon substrato creativo
per una carriera solida e che si spinga oltre i confini italiani. Abbiamo
bisogno di più sensibilità e di meno ragione, abbiamo bisogno che le politiche
commerciali siano al servizio dell’arte e non il contrario e di fondo,
bisognerebbe avere una sincerità gratuita nei confronti del bello e non del
conveniente. Non si dovrebbe giudicare in base al “può vendere”, ma al “questo
è Bello”. Bisogna trovare una prospettiva che metta d’accordo quantità e
qualità non protendendo assolutisticamente per l’una o per l’altra. Bisogna
trovare un metro di giudizio che sia giusto e che metta insieme tutti i pezzi
che compongono il puzzle, altrimenti avremo sempre una critica monca, zoppa e
che soprattutto nei confronti del grande pubblico, lontano dagli aggiornamenti frequenti
del web, abbia rispetto e mostri anche ciò che è meno conosciuto per infondere
curiosità. Bisognerebbe staccarsi da certi stereotipi e clichè che
relativisticamente inquadrano in categorie ben precise. L’Arte per sua natura è
libera e questo Marco l’ha capito e lo sa bene ed è proprio nella sua voce che
questa percezione viene fuori con naturalezza, una voce camaleontica, mutevole
e sfuggente a qualsiasi paragone o confronto e che si libera in tonalità basse
e profonde ed in altre quasi irraggiungibili per i comuni mortali, ma entrambe
di una forza che abbattono qualsiasi semplicistica critica giornalistica e
musicale che lo vorrebbe, a suo giudizio insindacabile, deciso e non indeciso,
come se essere alla ricerca per nuove forme musicali fosse una colpa. Ed invece
si perde il senso stesso della musica che è proprio quella di stupire per
colpire dritto all’anima. Non è la ripetizione meccanica di tecniche canore a
rendere grande un artista, ma la sua fresca e vivace creatività che si discosta
dal terreno per muoversi sul campo dell’emozione. E’ la varietà dei colori dell’arcobaleno
a far grande il cielo. Ogni tanto bisognerebbe ricordarselo.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
In conclusione, dunque, con quali
antidoti guardare questo Festival di Sanremo ormai alle porte?</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Mi permetto di dare qualche
piccola indicazione. Innanzitutto, leggete poco i giornali, seguite le
interviste solo per ascoltare il parere dei cantanti che v’interessano e
lasciate da parte ogni spunto polemico sterile, spesso è l’arma con cui si
fanno riconoscere i giornalisti mediocri. Poi, concentratevi sulle canzoni, sui
testi (leggeteli tante volte e provate a dar loro un significato tutto vostro,
attinente con la vostra realtà emozionale). Non affidatevi ai pareri degli
altri. In una parola: siate indipendenti. Date alla critica il giusto peso.
Sono esseri umani, hanno dei gusti, delle preferenze che influiscono sulle
decisioni, per cui non affidatevi alle speculazioni ma alla vostra intelligenza
musicale. Ricordatevi che il successo di un brano o di un disco dipende da chi
ne usufruisce, perciò restate indifferenti agli stereotipi di chi non ha la
vostra preparazione in merito alla carriera artistica dei cantanti di cui siete
fan (si veda più su cosa ho detto in merito al qualunquismo). Ed infine:
emozionatevi. Abbassate il volume durante gli scketch politici, le battute
comiche o altro. Entrate nella dimensione della musica. Provate a seguire l’orchestra
con il cuore, assaporate la bellezza di una voce che canta dal vivo e che
comunque vuole lanciare un messaggio. Sentitevi liberi di dissentire, di dire
la vostra, sempre. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Detto questo, auguro a tutti una
bella settimana sanremese piena di dense ed intense emozioni, partecipate
attivamente, gareggiate dando supporto; in attesa che Marco Mengoni risorga
dalle ceneri del’Inferno per lasciarsi invadere da una luce che sarà anche
nostra. Un nuovo inizio per tutti. Prepariamoci al meglio per il ritorno del
Re.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="color: red;"><b>VALENNTINA RAGAGLIA</b></span> </div>
SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-47804740330254232252013-01-20T20:17:00.003+01:002013-01-20T20:19:44.136+01:00Audrey Hepburn: un'anima gentile<br />
<div style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12px; margin-bottom: 1px; text-align: justify;">
</div>
<div style="font-size: 14px;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsevbDe0_TedbR7OMN0u60KMpZ-YezxXgtCOMH89dk3GOU9kpGaRyyO3Wqz1HAkRIN3RuaPTqpeZsNc2bwzBjairPLZVa8g8sRubVkm-e9l4faN-dSIX2Kxl_t9DTeEabDZ60m6jlyFxSL/s1600/290px-Audrey_Hepburn_Tiffany%2527s_3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsevbDe0_TedbR7OMN0u60KMpZ-YezxXgtCOMH89dk3GOU9kpGaRyyO3Wqz1HAkRIN3RuaPTqpeZsNc2bwzBjairPLZVa8g8sRubVkm-e9l4faN-dSIX2Kxl_t9DTeEabDZ60m6jlyFxSL/s1600/290px-Audrey_Hepburn_Tiffany%2527s_3.jpg" /></a></div>
<span style="letter-spacing: 0.0px; text-decoration: underline;"><b><br /></b></span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 14px; min-height: 17px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;"></span><br /></div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">20 gennaio 1993-20 gennaio 2013. Sono trascorsi esattamente vent’anni dalla scomparsa di Audrey Hepburn. Un anniversario carico di ricordi. La biografia di questa grande attrice è costellata di premi e di successi, ma ciò che rende Audrey speciale, non è solo il numero quantitativo del suo curriculum, è soprattutto quel suo essere intimamente donna di classe. La classe non è acqua. Frase stereotipata che però calza a pennello per descrivere ciò che più di ogni cosa caratterizza la figura positiva della Hepburn, vera icona per il gentil sesso con buon gusto. </span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Considerata tra le tre attrici più grandi di tutti i tempi, Audrey Hepburn si affaccia timidamente sul grande schermo (dopo aver girato vari documentari ed aver ottenuto successo a Broadway), con un provino per Vacanze Romane che le vale il ruolo di protagonista come Principessa Anna. La scelta del regista (che decise di scartare Liz Taylor!), verte principalmente sul fatto che davanti la cinepresa, la giovane fanciulla, avesse dimostrato naturalezza, purezza ed innocenza.</span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Lineamenti sottili e delicati, corpo snello ed armonioso, modellato grazie agli anni di danza classica e occhi grandi da cerbiatto assolutamente irresistibili, sono i tratti distintivi della giovane attrice.</span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">E gli occhi non tradiscono, gli occhi non mentono e lo spettatore attento, arguto e sensibile, nota tutto questo nelle pellicole in cui Audrey appare con leggerezza e delicatezza. </span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Traspare un’aurea di gentilezza che Dante non avrebbe avuto dubbi a riconoscere. </span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Mi sembra che descrivere la carriera artistica sia in questa sede poco opportuno, perchè è difficile non conoscere film come <i>Sabrina</i>, <i>My fair Lady </i>e sopra ogni altro <i>Colazione da Tiffany</i>, ma qualche commento desidero farlo per arricchire di impressioni contemporanee quello che fa già parte della classicità; perchè essere icona, vuol dire proporre un modello che in qualsiasi tempo è indiscutibilmente attuale.</span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Se molti romanzetti rosa richiamano nel titolo la più famosa gioielleria del mondo, vuol dire che Tiffany, non è più solo una gioielleria, ma qualcosa di diverso e senza Holly Golightly davanti la vetrina con in mano un caffè ed un cornetto alle prime luci del mattino, pochi riconoscerebbero in Tiffany un simbolo, o meglio, un’autorità. </span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Si ricordi che la nota casa di moda Givenchy, sarebbe assolutamente sconosciuta ancor’oggi se Audrey non avesse fatto del tubino nero un vero e proprio capolavoro, cioè un abito che può essere inteso tale solo se ci si aggancia al suo significato originario derivante dal latino <i>habitus: </i>cioè modo di essere.</span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Attrice eclettica, spontanea, adatta alla recitazione cinematografica di spessore che si discosta da quella prettamente teatrale senza perdere di espressività incisiva; madre infaticabile e donna generosa che decise di mettere da parte la carriera, sacrificandola, per essere testimone UNICEF tra i bambini più poveri e bisognosi.</span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Ma che cosa, rende davvero bella e gentile l’anima di Audrey?</span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">In primis l’eleganza sobria. Non c’è bisogno di sponsorizzare il tacco 12 o combattere una guerra contro le mutande ascellari per essere belle. In molti films e servizi fotografici, l’attrice indossa ballerine e la sua bellezza non viene intaccata di una virgola, perchè quando si è belli dentro, lo si è anche fuori indipendentemente da cosa s’indossi e poi Audrey non mi sembra il tipo da piume di struzzo e giarrettiere da burlesque che fanno un po’ cafona.</span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">In secondo luogo, ammiro il fatto che anche in età avanzata, nonostante la giovinezza fosse sfiorita, conservasse ancora lo stesso sorriso acceso che cancellava via le rughe dal suo volto, illuminandolo di una luce e di una gioia che spalanca il cuore. Una bellezza profonda. </span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">E‘ importante, a mio avviso, sottolineare questo aspetto in un mondo contraffatto e gonfiato dal botulino e dal silicone. Un mondo corrotto che ha perso di vista il piacere di invecchiare e di accettare che il tempo passa. Un mondo che si annichilisce su stereotipi utopistici e mitizzazioni come quello dell’ “<i>eterna giovinezza</i>”. </span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Impariamo da Audrey. Impariamo ad essere semplici e spontanee. Impariamo ad amare noi stesse, ad essere garbate, eleganti nei modi e nell’animo, senza scordare che: “<i>qualche volta è bello essere presa per una balorda.” (Holly in Colazione da Tiffany) </i></span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;"><i><br /></i></span></div>
</div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px; text-align: right;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;"><i><span style="color: red;">VALENTINA RAGAGLIA</span></i></span></div>
<div style="font-size: 14px; margin-bottom: 1px; text-align: right;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;"><i><span style="color: red;"><br /></span></i></span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioiMU6sCQGoibS4so-BxdcdvDcXgMbUAvE6KmGu7Kiu1tsuwcoU4UTCvVKMmQ7aiMIArMzTw3UJAfTV6KGRUIgqbqwPEDXMIxH2YUnqAe8s9Wi7Uwgud-S7CSKc1yGEJJp8nafQZeZk_d-/s1600/tt.php.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioiMU6sCQGoibS4so-BxdcdvDcXgMbUAvE6KmGu7Kiu1tsuwcoU4UTCvVKMmQ7aiMIArMzTw3UJAfTV6KGRUIgqbqwPEDXMIxH2YUnqAe8s9Wi7Uwgud-S7CSKc1yGEJJp8nafQZeZk_d-/s400/tt.php.jpeg" width="400" /></a></div>
<div>
<span style="letter-spacing: 0.0px;"><i><br /></i></span></div>
SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-41656392613957086002012-10-31T11:54:00.002+01:002012-10-31T12:58:12.455+01:00Apokolokyntosis Catholica?<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<i>Il blog Symposium Somnium Scipionis è lieto di poter pubblicare un nuovo articolo che porta la firma di Alessandra Spanò che recentemente ha già collaborato con successo con noi.</i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<i>Visto il bis concessoci, ne approfittiamo per presentare meglio la nostra autrice freelance.</i></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
<i>Alessandra Spanò è cattolica, siciliana, laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Catania, sposata, madre di 5 figlie, docente di filosofia e storia presso il liceo classico della sua città, ha partecipato attivamente alla fondazione del più grande portale cattolico in rete (www.totustuus.it). </i><i>Amante dell'arte, della fotografia e di storia della moda, fin dall'adolescenza è stata appassionata lettrice, per piacere e per dovere, di saggistica storica e di biografie scientifiche.</i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_g9Pq3MxkW2CwhZjHY8X0t-l1lHFDYnSGMzur8iEjFddyyiKdTbp5c705cjx4nLt82L32HeoLzc8e7LYqPi6RdB3M0zLI34oM7OwN0Mi8xakdwomfCoqFXKq2YVSfUtfz8GBA3A-vcMms/s1600/Sistina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_g9Pq3MxkW2CwhZjHY8X0t-l1lHFDYnSGMzur8iEjFddyyiKdTbp5c705cjx4nLt82L32HeoLzc8e7LYqPi6RdB3M0zLI34oM7OwN0Mi8xakdwomfCoqFXKq2YVSfUtfz8GBA3A-vcMms/s400/Sistina.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
In prossimità del 31 ottobre, nel mondo
cattolico 2.0, cioè quello che frequenta a fini di apologetica e di
evangelizzazione i social-network, i blog e ogni possibile piazza virtuale,
tiene banco il tema legato alla ricorrenza di Halloween. Fin qui nulla di
nuovo, ma il fatto a mio avviso rilevante è che - cosa insolita - ultimamente
non tutti gli approcci al tema sono in chiave del tutto negativa. Infatti,
usualmente, scorrendo le più note pubblicazioni cartacee o virtuali
riconducibili alle più diverse realtà dell’universo cattolico, a seguito dei
pareri espressi da studiosi, prelati, parroci, carismatici ed esorcisti, i
giudizi e le conseguenti raccomandazioni erano concordi nell’ammonire i fedeli
a tenersi il più possibile alla larga da ogni contaminazione con un evento
sentito soprattutto estraneo e pericoloso. Invece ultimamente, da più parti, si
tenta di "sdrammatizzare" la questione Halloween, riducendolo ad una
festicciola sostanzialmente innocua, diversa, “alternativa”, utile per far passare
qualche ora di svago insolito ai propri figli. <o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
In questa direzione, al seguito di studi
che ripercorrono le origini di questa ricorrenza, si sono mossi coloro che non
vedono in Halloween altro che la riproposizione postmoderna di antichi riti
cattolici, che si sono innestati su pratiche cultuali pre-romane, di
derivazione celtica, che si perdono nella notte dei tempi. <o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
A rinforzo di questa tesi, gli stessi
ricordano poi il bisogno fisiologico proprio dell’essere umano di festeggiare,
di staccarsi a cadenze regolari dalla monotonia del quotidiano in un modo non
molto dissimile da quanto avvenga nel più consueto Carnevale.<o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
E ci sono poi gli esagitati di turno, le
frange-cattoliche-lunatiche, che decidono che Halloween non è solo cosa “buona
e giusta”, ma sarebbe addirittura l’unico “evento innocente in Europa” e si
lanciano in roboanti scomuniche contro tutti quei mentecatti bigotti e
mentalmente tarati che accusano Halloween di essere la testa di ponte
dell’inferno in Occidente.<o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
A me sembra, da cattolica, che tutti questi
tentativi di giustificare o comprendere le ragioni di questo evento, detto
molto francamente, siano soprattutto un tentativo di cedere ad una moda che è
sempre più pervasiva anche in Italia. Capisco che gli urlatori cattolici
anti-Halloween ad alcuni possano dare sui nervi, ma neppure gli urlatori
cattolici pro-Halloween danno un’immagine migliore, visto che un eccesso non si
combatte con un eccesso uguale e contrario. Bisognerebbe ragionare con un
minimo di pacatezza mettendo i piedi per terra e guardando le cose per come
sono, cioè limitarsi ai dati di realtà. <o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
Mi sono resa conto che ad alcuni miei
fratelli nella fede, Halloween, tutto sommato, piace e quindi cercano, magari
affannosamente, di trovare in qualche modo la quadra fra le proprie inclinazioni,
la propria fede, e il mondo. Tutto ciò si potrebbe configurare semplicemente
come un cedimento alle mode, per sé e per i propri figli, quasi che non far
loro partecipare a feste, raduni e pellegrinaggi serali, sia farli sentire
"diversi". Ora, è innegabile che essere cristiani significa essere
"diversi", ed è altrettanto innegabile che in questi giorni il
cattolico non dovrebbe restare di certo con le mani in mano e l’anima in
modalità “risparmio energetico”, ma si dovrebbe preparare ad Ognissanti e alla
Commemorazione dei defunti, cioè ad entrare in un contatto vivo ed autentico
con le realtà ultime e definitive, quelle che toccano inevitabilmente il senso
globale della nostra esistenza di battezzati.<o:p></o:p></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXcTjkOiqAgIg5f0HecOpAjdYKlo-7nVa9GaPu_MfAN8by_xzB0eH77Iy3HiUBGCzLmCIXLl8Pgr3x40PvgVXQS4zLz1le2MzqDpDbawGsvanWp6LOnwK_d93gQTVu45HLa6GPNvFU3D-d/s1600/RuotaAnnoCeltico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXcTjkOiqAgIg5f0HecOpAjdYKlo-7nVa9GaPu_MfAN8by_xzB0eH77Iy3HiUBGCzLmCIXLl8Pgr3x40PvgVXQS4zLz1le2MzqDpDbawGsvanWp6LOnwK_d93gQTVu45HLa6GPNvFU3D-d/s320/RuotaAnnoCeltico.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
Ognissanti e Giorno dei Morti sono
un'occasione imperdibile di meditazione, preghiera, lode al Signore, esame
interiore della nostra esistenza, occasione di evangelizzazione con l'esempio e
la testimonianza di fede. Descrivere ai bambini, che sono così ricettivi, la
“moltitudine immensa che nessuno può contare, di ogni nazione e tribù e
popolo”, così come ce ne parla l’Apocalisse, “segnati in fronte” e “avvolti in
vesti candide”, e far loro percepire tutta la bellezza, la grandiosità, la
gioia senza fine a cui anche tutti noi siamo chiamati non solo non è difficile,
ma è anche di grande conforto e di vivo incoraggiamento per gli stessi
educatori alla fede. Se davvero crediamo e speriamo di appartenere “alla stirpe
eletta che cerca il volto di Dio”, come recita il salmista, non so davvero come
un cattolico possa trovare il tempo (e la voglia) di cucire o comprare abitini
da scheletri o streghette, usare le zucche non per il risotto, ma per
mascheroni ghignanti, e andare magari insieme ai figli a importunare il
prossimo con scherzetti che richiamano molto dei malefici in miniatura o, se ad
alcuno pare più rassicurante e consolante, dei più “normali” e diretti ricatti.
Quei genitori cattolicissimi che si pongono il problema della presunta
"discriminazione" dei loro pargoli davanti alle mode, dovrebbero
dunque già loro iniziare a rivedere un po' la propria formazione catechetica.<o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
Non per nulla, sempre a proposito dei
nostri figli, su cui si appuntano le ansie dei genitori cattolici smaniosi di
risolvere la pericolosa conciliazione fra fede e moda, va ricordato la saggia
considerazione espressa qualche anno fa dal Cardinale Caffarra: “Halloween
rende più difficile, specie nei bambini, vivere un rapporto sereno con la
morte”; tutto il contrario di quanto avviene vivendo con pienezza Ognissanti e
la Commemorazione dei Defunti.<o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
E anche il Cardinale Bertone è stato
netto, in proposito. “Magari non si portano i bambini al cimitero per
preservali anche solo dall'idea della morte e poi li si fa travestire da
streghe, scheletri e fantasmi: mi pare una contraddizione (...). Quella
del caro ricordo dei defunti è una tradizione che deve essere insegnata ai
bambini e ai giovani del nostro tempo. Vorrei che i genitori, i parenti e
le famiglie usassero lo stesso dispendio di energie, tempo e soldi
dedicato a un evento insensato come quello di Halloween per educare ai
valori veri, come quelli della comunione dei santi e dei defunti”.<o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
Insomma, basta tenere accesa la lampada
della fede, come ogni giorno, per tenere lontano da noi qualunque attrazione
fatale nei confronti di Halloween. E non è peregrino domandarsi che bisogno
hanno i cattolici, la vigilia di Ognissanti, in Italia, di conformarsi al
mondo, di scendere a patti con esso. Io non trovo nulla di assimilabile ai
riti cattolici in un evento che commemora il ritorno delle anime dei morti per
prendere possesso dei corpi dei vivi, che cercano a loro volta di esorcizzarli
travestendosi da zombies, teschi, uomini-zucca e streghe.<o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
A coloro che battono il tasto
dell’origine cattolica di Halloween, bisognerebbe ricordare che ciò che oggi è
non può essere ignorato a causa della sua genesi storica. Affermare il
contrario, significherebbe cadere in una forma di fallacia genetica. Occorre
ricordare, peraltro, che la Chiesa, nella sua consueta opera di inculturazione,
già nell’Alto Medioevo spostò la festa di Ognissanti da maggio al 1° novembre
proprio per vincere del tutto i residui pagani di quegli stessi culti celtici.<o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
Ma cos'è, dunque, oggi Halloween?
Neopaganesimo sfacciato, consumismo sfrenato, esibito compiacimento di una
visione orrorifica della morte, discesa nell'occulto (e anche, per molti,
nell'occultismo), sudditanza "psico-dollaresca" verso il peggio che
possa provenire da oltreoceano. <o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
Ci ricorda, a proposito, Vittorio
Messori: “Non ci dimentichiamo che il protestantesimo, non avendo la dottrina
del purgatorio, non riconosce il culto dei morti: pregare per loro non serve,
il loro destino, paradiso o inferno, è segnato. E così, in un ambiente di
protestantesimo radicale come gli Usa, si è trattato di colmare una lacuna
gettandola in burla. Perché a novembre muore la natura, si tratta di
esorcizzare la morte, addomesticarla, e pensare alla propria”.<o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
Lo storico Franco Cardini, è chiarissimo:
“Halloween è un ritorno ateizzato e in prospettiva demonizzato a consuetudini
pagane che il cristianesimo aveva non solo vinto, ma anche già accolto per quel
che esse avevano di positivo. Halloween è un aspetto in apparenza ridicolo, in
realtà tragico, dell'apostasia anticattolica dei giorni nostri. Impariamo a
decodificarlo per capire quanto sia necessario combatterlo”.<o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
La controcultura di Halloween, avendo
perso del tutto la sua “giustificazione cristiana”, non solo non appartiene al
nostro folklore locale, ma, a parte l'estraneità culturale, è una
"festa" in cui non si celebra né il Bello, né il Bene, né il Vero,
non è <span style="font-family: "Times New Roman Italic";">via
pulchritudinis</span> neppure per
sbaglio. Inoltre, com’è noto, non è infondato il timore che pratiche sataniche
o similari vengano compiute in questa occasione. Infatti Halloween è un mezzo
privilegiato attraverso cui l’occultismo cerca nuovi estimatori, grazie alle
apposite serate danzanti condite con tarocchi, vaticini e cartomanti. Si sa che
il mondo dell’occulto fa girare una quantità incredibile di denaro, ma per il
solito catto-bastian-contrario neppure questo aspetto dell’evento è da
disprezzare perché fa girare l’economia in tempi di crisi e quei “poveretti”
dei gestori delle discoteche devono pur campare, anche se grazie a
sex-drug-rock-and-roll e... malefici. Halloween è anche e soprattutto un evento
per tutti quegli adulti “sazi e disperati” in vena di trasgressioni sempre
diverse, ma magari con un tema di fondo preferito: l’odio per la fede; molti
costumi per persone grandi sono dissacranti verso la religione. Ce ne è
abbastanza, insomma, per non incoraggiare nei nostri figli (e quindi in primis
in noi stessi) alcun cedimento alle mode e al mondo (in senso evangelico). <o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
Che in queste ultime ore che ci separano
da quella straordinaria festa che è Ognissanti, ogni credente in Cristo possa
ripensare e fare proprie le luminose parole di S. Teresa d’Avila, Dottore della
Chiesa Universale: <i>“O anime che già godete senza alcun timore della vostra
gioia e, assorte in essa, vi beate continuamente delle lodi del mio Dio! Com’è
felice la vostra sorte! (...) O beate anime del cielo! Soccorrete la nostra
miseria e intercedete per noi presso la divina misericordia, affinché ci dia un
po’ della vostra gioia e ci renda partecipi di questa chiara visione di cui ora
godete. (...) Anime amanti, otteneteci di comprendere la felicità che vi inonda
al pensiero che il vostro gaudio sarà eterno e quanto sia piena la gioia di cui
vi riempie la certezza che il vostro stato non avrà mai fine. (...) O anime
fortunate che avete così bene saputo approfittarne, e comprare, servendovi di
questo prezioso tesoro, un’eternità tanto gioiosa e duratura, diteci: come
avete fatto ad acquistare per mezzo suo un tale eterno bene? Soccorreteci voi
che siete già vicine alla fonte: attingete acqua per noi che qui moriamo di
sete!” </i><o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
[S. Teresa di Gesù, <span style="font-family: "Times New Roman Italic";">Esclamazioni</span>, 13, 1-4].<o:p></o:p></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
Felice Festa di Ognissanti a tutti i lettori e le lettrici di questo blog!</div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLwyQ0y6Q2V1VvBWFwepAFcdzXxVib7natY9DcmWaCY7qznvqUkn7lLvd7zqtXQm_JWo0429TA-GmxAYSXPEPxXEPKWoOU8l0uROeWMcnhhBWFXsJZ_u-VyTc4CWQdrb-p_D3S0c-lHvmo/s1600/teresa_of_avila.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLwyQ0y6Q2V1VvBWFwepAFcdzXxVib7natY9DcmWaCY7qznvqUkn7lLvd7zqtXQm_JWo0429TA-GmxAYSXPEPxXEPKWoOU8l0uROeWMcnhhBWFXsJZ_u-VyTc4CWQdrb-p_D3S0c-lHvmo/s320/teresa_of_avila.jpg" width="238" /></a></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; text-align: right;">
<span style="color: red;"><b><br /></b></span></div>
<div class="Corpo" style="line-height: 150%; text-align: right;">
<span style="color: red;"><b>ALESSANDRA SPANO'</b></span></div>
SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-64515351409273201252012-10-19T20:14:00.000+02:002012-10-19T20:45:32.607+02:00Recensione - Costanza Miriano, Sposati e sii sottomessa, Firenze, Vallecchi, 2011.<div style="text-align: justify;">
</div>
<i>A quasi un anno di distanza, essendo l'argomento sempre attuale e rilevante, il blog decide di proporre una recensione del libro di Costanza Miriano "</i>Sposati e sii sottomessa<i>". La validità degli argomenti esposti, basati sulla voce autorevole del Magistero della Chiesa, fanno di questa recensione un'ottima chiave di lettura e una guida sicura per comprendere efficacemente il messaggio del libro in tutte le sue sfumature.</i><br />
<br />
***<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Il 2011 sta per chiudersi e nel mondo cattolico, anzi
kattolico, al femminile quest’anno potrebbe essere intitolato l’anno di
Costanza Miriano. Se qualche rivista o periodico nostrano avesse la
stessa abitudine del periodico statunitense Time, a qualcuno verrebbe
senza dubbio l’idea di indicarla come “personaggio dell’anno”, perché
in effetti il suo primo libro di rumore ne ha prodotto parecchio nella
cerchia dei cattolici senza se e senza ma; ha ricevuto lodi
entusiastiche, osanna, standing ovation a ripetizione; ci sono certi
gruppi in cui, magari, posso immaginare che si faccia la ola al solo
pronunciare il suo nome. Insomma, un fenomeno. Ci sono altri, al di
fuori del mondo cattolico (ma anche al suo interno) che al solo sentire
il titolo dell’opera prima della giornalista, si fanno prendere dalla
nausea e iniziano a lanciare anatemi alla cieca o, più moderatamente,
vengono colti da una perplessità colma di sconcerto per cui preferiscono
respingere con un educato “no grazie” persino l’idea di aprire il
pericoloso libretto. Nel contempo però, si lanciano in critiche più o
meno accese di un libro mai letto in base all’istinto emozionale che il
titolo ha prodotto nella loro mente.<br />
<br />
In ogni caso, il rumore è stato tanto e all’uscita del libro sono
seguiti interviste, incontri, convegni e tutto quanto fa spettacolo
(come diceva un vecchio slogan di una trasmissione televisiva di
qualche anno fa) per incoraggiare, diffondere, pubblicizzare il libro
in questione. Si è “scomodata” la migliore intelligencija cattolica
D.O.C. di persona o su carta stampata, con una compattezza che desta
ammirazione per chi, specialmente da cattolico, guarda e segue da
vicino le vicende culturali del cattolicesimo italiano contemporaneo.<br />
Il titolo è molto particolare, è destinato a creare tifoserie che
arrivano magari persino ad armarsi di gadgets; in ogni caso si fa
notare e, probabilmente, è servito a incrementare le vendite dello
stesso libro.<br />
<br />
Essendo sposata da quasi 22 anni, essendo madre di cinque figlie,
cattolica, per indole e formazione molto sensibile ai temi della vita e
della famiglia, all’uscita del libro mi sono chiesta se valesse la
pena spendere più di dodici euro per acquistarlo. Mi è stato garantito
da più parti che il titolo era fuorviante, che non dovevo cadere nella
trappola di chi non ne capiva gli intenti, che dovevo leggerlo perché
mi avrebbe convinta da cima a fondo. L’ho comprato e l’ho letto la
prima volta nel giro di una notte. Poi l’ho riletto altre due volte per
essere davvero sicura di averlo capito nel profondo e in tutti i suoi
aspetti. Sono abituata a non lanciare, per quanto possibile, giudizi
avventati e ci tengo a esprimere il mio parere solo dopo aver ben
chiaro in testa di cosa si parla. Devo premettere tutto questo perché
altrimenti molti non capirebbero lo spirito di assoluta buona fede
degli interventi estemporanei che mi è capitato di buttare qua e là
nella bacheca di una mia amica e che qualche giorno fa hanno scatenato
una delle più disordinate e incomprensibili discussioni a cui mi è
capitato di partecipare su Facebook. Comunque, ho capito che questo
libro è, in un certo senso, dinamite e che accennare ad un dissenso per
alcuni è come sparare sulla Croce Rossa.<br />
<br />
Siccome io mi sento intellettualmente onesta e dotata di quella
libertà dei figli di Dio che mi dà il permesso di esprimere con
motivazioni ragionevoli e circostanziate il mio pensiero, ho deciso di
dare forma ad una recensione, per illustrare quali sono, secondo me, i
punti di forza e quelli di debolezza di questo libro.<br />
<br />
I punti forza risiedono a mio avviso, innanzitutto, nel fatto che
questo libro vuole essere, in tempi tempestosi e spaventosi come questi
che stiamo vivendo, uno sponsor forte e deciso del matrimonio
cattolico, una voce alta e fedele alla cultura della vita, una denuncia
senza ambiguità della scarsa considerazione che il mondo del lavoro
riserva alla donna madre. Ho trovato bellissima la lettera indirizzata
alle due bimbe più piccole dell’autrice e quelle dirette alle amiche in
cui si celebrano le croci e le delizie della maternità. In certi passi
mi sono commossa fino alle lacrime.<br />
Ma esistono, in questo libro, dei punti di debolezza che, sempre a
mio avviso lo rendono problematico. Innanzitutto la pretesa
universalistica, che si evince da molti passaggi, della “ricetta” che la
Miriano propone alle donne cattoliche. Non si tratterebbe di
descrivere, quindi, uno spaccato della vita di una singola coppia ma più
forse di fornire la formula universale per vedere finalmente i
matrimoni durare e poggiare su solide basi.<br />
<br />
1) “Basta con le femmine alfa e i maschi omega. Dovrai imparare a
mollare le redini (...). Non potrai dirigere tutto (...) dovrai far
fare a tuo marito” (p. 38). Sembra un vero e proprio imperativo
categorico.<br />
“Il segreto [di un matrimonio santo e felice] è che le donne di
fronte all’uomo che hanno scelto facciano un passo indietro (...).
Bisogna competere al contrario (...). E bisogna farlo anche quando non
se ne capisce il motivo, quando si è intimamente convinte di avere
ragione” (pp. 111-2).<br />
Altra affermazione che appare al lettore priva di qualunque
sfumatura. Per altro, l’enciclica <i>Casti Connubi</i> (1930) di papa Pio XI,
specifica che la sottomissione della donna al marito ha uno scopo ben
preciso, cioè “<i>vieta quella licenza esagerata che non cura il bene
della famiglia, vieta che nel corpo di questa famiglia sia separato il
cuore dal capo</i>”. E non è affatto vero che è sempre valido
l’asserto: “Nel dubbio, comunque, obbedisci” (p.118). Infatti al punto
29 della stessa enciclica si legge: “<i>Quanto poi al grado ed al modo
di questa soggezione della moglie al marito, essa può essere varia
secondo la varietà delle persone, dei luoghi e dei tempi; anzi, se
l'uomo viene meno al suo dovere, tocca alla moglie supplire nella
direzione della famiglia. Ma in nessun tempo e luogo è lecito
sovvertire o ledere la struttura essenziale della famiglia stessa e la
sua legge fermamente stabilita da Dio</i>”.<br />
Questa struttura è quella descritta dalla Genesi. "Sono ad un tempo
uguali in quanto persone e complementari in quanto maschio e femmina",
così la descrive il Catechismo della Chiesa Cattolica (372). Quindi,
aggiunge: "I membri [della famiglia] sono persone uguali in dignità.
Per il bene comune dei suoi membri e della società, la famiglia
comporta una diversità di responsabilità, di diritti e di doveri" (ivi,
2203).<br />
<br />
2) In secondo luogo, le maggiori perplessità su questo volumetto
vanno rintracciate, secondo me, nell'accezione marcatamente sbilanciata
che si dà al termine sottomissione, che per altro l’autrice collega
solo ed esclusivamente alla parte femminile della coppia. Il marito,
per quello che si evince da una lettura attenta e ponderata del libro,
più che il ruolo di <b><i>primus inter pares</i></b>, ha quello di <i>dominus</i> o di <i>dux</i>.<br />
<br />
3) In terzo luogo, non è dimostrato da nessuna parte che la via
della sottomissione femminile unilaterale, condotta senza cedimenti sia
la modalità unica e perfetta per risolvere ogni problema (o la maggior
parte) all’interno di tutte le coppie dell’universo mondo.<br />
“La donna compiuta ama per prima (...). Con la sua sottomissione
costruisce il padre perché lo mette sopra di sé, gli dà autorità. Si
fida perché sa chi è e non ha paura di perdersi lasciando vincere un
altro, anzi l’altro” (p. 68).<br />
Io ho letto che “<i>Questa comunione coniugale affonda le sue
radici nella naturale complementarietà fra l’uomo e la donna e si
alimenta mediante la volontà personale di condividere l’intero progetto
di vita, di ciò che hanno e di ciò che sono: perciò tale comunione è
il frutto e il segno di un’esigenza profondamente umana</i>” (Familiaris Consortio, 17).<br />
“<i>La scoperta e l’obbedienza al disegno di Dio devono farsi
insieme dalla comunità coniugale e familiare, attraverso la stessa
esperienza umana dell’amore vissuto nello Spirito di Cristo fra gli
sposi, fra i genitori e i figli</i>” (Familiaris Consortio, 51).<br />
La coppia di sposi forma una comunione, fondata antropologicamente
sulla pari dignità fra uomo e donna stabilita all’atto della Creazione,
in cui *ognuno* si riconosce e si completa nell’altro, l’uomo nella
donna e la donna nell’uomo e non è detto da nessuna parte che il padre
si costruisce perché la moglie se lo porta sulle spalle, altrimenti non
esisterebbe neppure. Non è la donna a dare identità all’uomo (o
viceversa). L’identità è data da Dio che ha voluto l’uomo completarsi a
vicenda nell’essere maschio e nell’essere femmina. L’uomo e la donna,
specchiandosi l’uno nell’altra, riconoscono questa reciproca identità,
ma non la creano.<br />
<br />
4) “Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà, dice
la Genesi. (...) Quando una donna si mette al di sotto non per essere
schiacciata ma per accogliere, indica la strada anche all’uomo e a
tutta la famiglia. La donna precede l’uomo, che ha bisogno di essere
accolto” (p. 129).<br />
Il beato Giovanni Paolo II scrive: “<i>Questa affermazione di Genesi 3, 16 è di una grande,
significativa portata. Essa implica un riferimento alla reciproca
relazione dell'uomo e della donna nel matrimonio. Si tratta del
desiderio nato nel clima dell'amore sponsale, che fa sì che «il dono
sincero di sé» da parte della donna trovi risposta e completamento in
un analogo «dono» da parte del marito. Solamente in base a questo
principio tutt'e due, e in particolare la donna, possono «ritrovarsi»
come vera «unità dei due» secondo la dignità della persona. L'unione
matrimoniale esige il rispetto e il perfezionamento della vera
soggettività personale di tutti e due. La donna non può diventare
«oggetto» di «dominio» e di «possesso» maschile</i>” (Mulieris Dignitatem, 10).<br />
E ancora: “<i>«Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti
dominerà». Il superamento di questa cattiva eredità è, di generazione
in generazione, compito di ogni uomo, sia donna che uomo. Infatti, in
tutti i casi nei quali l'uomo è responsabile di quanto offende la
dignità personale e la vocazione della donna, egli agisce contro la
propria dignità personale e la propria vocazione</i>” (ibidem).<br />
“<i>La Sposa (...) è colei che riceve l’amore per amare a sua volta</i>” (ivi, 29).<br />
<br />
5) “Sposati e sii sottomessa”? Nel titolo è racchiuso tutto il
libro. Il titolo non è meramente provocatorio, ma compendia in modo
semplice, netto e inequivocabile l’ethos che la Miriano assegna
all’essenza del matrimonio cristiano, senza equivoci. Tutto il suo
ragionamento pare fondarsi sulla lettura di quanto S. Paolo afferma
nella Lettera agli Efesini, ma Giovanni Paolo II insegna che:<br />
“<i>L'autore della Lettera agli Efesini non vede alcuna
contraddizione tra un'esortazione così formulata [«Voi, mariti, amate
le vostre mogli»] e la constatazione che «le mogli siano sottomesse ai
loro mariti come al Signore; il marito, infatti, è capo della moglie»
(5, 22-23). L'autore sa che questa impostazione, tanto profondamente
radicata nel costume e nella tradizione religiosa del tempo, deve
essere intesa e attuata in un modo nuovo: come una «sottomissione
reciproca nel timore di Cristo» (cf. Ef 5, 21); tanto più che il marito
è detto «capo» della moglie come Cristo è capo della Chiesa, e lo è al
fine di dare «se stesso per lei» (Ef 5, 25) e dare se stesso per lei è
dare perfino la propria vita. Ma, <b>mentre nella relazione
Cristo-Chiesa la sottomissione è solo della Chiesa, nella relazione
marito-moglie la «sottomissione» non è unilaterale, bensì reciproca!</b></i><b>”</b> (Mulieris dignitatem, 24).<br />
Quindi coloro che vedono nel legame matrimoniale un riflesso
obbligato, per analogia, del rapporto Cristo-Chiesa, per cui seguendo
tale modello, la donna è sottomessa all'uomo, devono riflettere
seriamente sul fatto che qui il beato Giovanni Paolo II spiega che non è
così.<br />
<br />
Il concetto è espresso in modo ancor più pregnante da papa Wojtyla nel corso dell'Udienza generale dell'11 agosto 1982, quando
afferma: "<i><b>L’amore esclude ogni genere di sottomissione</b>,
per cui la moglie diverrebbe serva o schiava del marito, oggetto di
sottomissione unilaterale. L’amore fa sì che contemporaneamente anche
il marito è sottomesso alla moglie, e sottomesso in questo al Signore
stesso, così come la moglie al marito. La comunità o unità che essi
debbono costituire a motivo del matrimonio, si realizza attraverso una
reciproca donazione, che è anche una <u>sottomissione vicendevole</u></i>".<br />
Nella stessa occasione, il Pontefice spiega: "<i>Tale rapporto,
tuttavia, non è sottomissione unilaterale. Il matrimonio, secondo la
dottrina della lettera agli Efesini, esclude quella componente del patto
che gravava e, a volte, non cessa di gravare su questa istituzione. Il
marito e la moglie sono infatti «sottomessi gli uni agli altri», sono
vicendevolmente subordinati. La fonte di questa reciproca sottomissione
sta nella «pietas» cristiana, e la sua espressione è l'amore</i>" (ibidem).<br />
<br />
La donna non può arrogarsi il diritto di dichiararsi il fondamento
unico ed esclusivo del matrimonio; è invece la reciproca sottomissione
dei coniugi nel timore e nell’amore di Cristo che costituisce il
fondamento granitico, cementato dalla grazia effusa dal sacramento
nuziale, della famiglia. I figli, dal canto loro, devono obbedire ed
essere sottomessi ad entrambi i genitori.<br />
“<i>La comunione coniugale costituisce il fondamento sul quale si
viene edificando la più ampia comunione della famiglia (...). Tutti i
membri (...) ognuno secondo il proprio dono, hanno la grazia e la
responsabilità di costruire giorno per giorno la comunione delle
persone</i>” (Familiaris Consortio, 21).<br />
Il padre sarebbe “l’autorità suprema” (p. 169)? No, entrambi i genitori: “<i>I genitori eserciteranno la loro irrinunciabile autorità</i>”
(Familiaris Consortio, 21). Non è solo il padre a "incarnare la
regola" davanti ai figli (con le madri che non vengono neppure prese in
considerazione quando danno un ordine), ma sono in genitori ad
incarnare le regole e che devono esigere la giusta obbedienza. Senza
trascurare il fatto che danneggia la famiglia sia il padre assente, sia
il padre oppressivo.<br />
In questo libro, la donna - astrattamente e quindi ideologicamente
intesa - è l'elemento da cui dipende tutto. E proprio
quell'autosufficienza che si vorrebbe definitivamente scaraventare fuori
dalla porta, la si fa rientrare, sotto travestimento, dalla finestra.
Nessuno basta a se stesso, soprattutto nella concreta realtà della
comunione sponsale. Se uno non fa da supporto all'altra, in una vera
gara d'amore, di aiuto, di sostegno reciproco, come gli scalatori in cordata, si
finirà prima o poi nell'abisso.<br />
"<i>La donna e l'uomo non riflettono un'uguaglianza statica. E
omologante, ma nemmeno una differenza abissale e inesorabilmente
conflittuale: il loro rapporto più naturale, rispondente al disegno di
Dio, è l'unità a due, ossia una unidualità relazionale, che consente a
ciascuno di sentire il rapporto interpersonale e reciproco come un dono
arricchente e responsabilizzante</i>" (Giovanni Paolo II, Lettera alle Donne, 8).<br />
La Miriano invita le donne ad accettare con libera scelta
consapevole quello che le nostre nonne erano costrette a subire. Ma se
dietro quel mondo di dominio maschile, spesso duro, in cui la dignità
della donna come persona poteva anche non essere presa in
considerazione, c'era qualcosa di sbagliato, lo stesso non cambia solo
per il fatto che venga accettato liberamente. Se una cosa è sbagliata
resta tale, sia sotto costrizione, sia per scelta.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW06m3xbs3hZYxA_z1rj-s7F87m88d5S91kqr8KfQ8VKIjutHuaCf38-86ZgItpTmnssO9XplzzgwZ4JVcxdsaoNAevqp96xIQLUMYlro5bSoU2CBswVDzi-ZDI1_ZDWLxMy0mypZoTiaz/s1600/379866_2678735141540_1082254398_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW06m3xbs3hZYxA_z1rj-s7F87m88d5S91kqr8KfQ8VKIjutHuaCf38-86ZgItpTmnssO9XplzzgwZ4JVcxdsaoNAevqp96xIQLUMYlro5bSoU2CBswVDzi-ZDI1_ZDWLxMy0mypZoTiaz/s320/379866_2678735141540_1082254398_n.jpg" width="195" /></a></div>
<br />
Il magistero ordinario, nel suo sviluppo, è l’unico possibile e
legittimo esegeta scritturale per un cattolico e va considerato nella
sua interezza, non per sezioni. Non ci si può fermare nel punto che
piace di più escludendo il resto. Quindi, il magistero attuale
sull’argomento, pur non mai negando, ma sempre comprendendo <i>naturaliter</i>
quello precedente, permette al Popolo di Dio di avere una sempre più
perfetta guida nel cammino di santità. Il pensiero della Chiesa,
insomma, si perfeziona sempre più sotto la guida dello Spirito Santo.
Esso ci porta via via ad “<i>un’intelligenza migliore nelle esigenze morali del mondo della persona</i>”, come giustamente ha precisato nel 1974 la Pontificia Commissione Teologica internazionale, citando <i>ad exemplum</i> proprio il brano della Lettera agli Efesini.<br />
La comunione sponsale è una comunione duale di persone dinamicamente
relazionantesi in una sinergia di uguaglianza e diversità. Il ruolo
degli sposi è quello della sottomissione reciproca in Cristo,
contribuendo ciascuno con i propri talenti, i propri carismi, il proprio
essere intero all’edificazione della Chiesa domestica, in spirito di
santificazione reciproca e di dono di sé totale e irreversibile,
apportando così un fondamentale contributo alla santificazione della
famiglia nel suo complesso e poi dell’intera società, per ricapitolare
in Dio tutte le cose. In tale contesto, si può vedere che il ruolo del
marito non può essere più di quello di un <i>primus inter pares</i>.<br />
In conclusione, a mio avviso, il libro di Costanza Miriano, pur
complessivamente positivo, contiene dei notevoli sbilanciamenti nella
valutazione del significato del concetto di sottomissione, quasi che la
valutazione dell’autrice si fosse fermata solo ad un certo punto
dell’insegnamento magisteriale, facendone prevalere una parte e
trascurandone un’altra, creando, in parole semplici, una incrinatura in
quell’unica ermeneutica della continuità che è l’unico modo in cui è
lecito guardare ciò che viene pronunciato a vario titolo dalla Cattedra
di Pietro.<br />
Pertanto, io lo ritengo un libro di nicchia, un testo per molti, ma
non per tutti, in quanto lo sbilanciamento di cui ho parlato, potrebbe
scandalizzare i lontani o i cattolici poco preparati o un po’ confusi. E
anche nei cattolici preparati, attenti e obbedienti al magistero, la
lettura del libro è da consigliare <i>cum grano salis</i>, proprio a
causa di una lettura forse parziale e imprecisa del magistero
ecclesiastico. Bisogna considerare, infine, che quello che propone
l’autrice è innanzitutto la sua esperienza di moglie e non è lecito
affermare apoditticamente in nessuna maniera che occorre rispecchiarsi
per forza in essa come unico modo possibile per affrontare il
matrimonio. Non si tratta di una guida infallibile ed unica. Non è la
mappa del tesoro, perché quello che può andar bene per la famiglia di
Costanza Miriano potrà poco adattarsi ad altri. In questo libro ci si
può legittimamente ritrovare, come anche no, altrettanto legittimamente.
Pertanto non devono sentirsi in difetto coloro che trovano alimento
per la propria vita matrimoniale in quanto è detto altrove (per es.,
nelle catechesi Giovanni Paolo II sull’amore umano), né devono sentirsi
portatori della verità assoluta coloro che si ritrovano a vario titolo
in questo libro.<br />
<br />
“<b><i>In certis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas</i></b>” (S. Agostino). <br />
<br />
<br />
<b><span style="color: red;">ALESSANDRA SPANO'</span></b><br />
<i><br /></i>
<i>Dottoressa in Filosofia, insegna filosofia e storia presso il liceo classico della sua città.</i><br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<br />
<br />SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-16752425455168170942012-09-13T20:53:00.003+02:002012-09-14T14:27:24.808+02:00RAGAZZI, RENDETE STRAORDINARIE LE VOSTRE VITE<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNS6M9UYU3V3e5TPvwaVnDAOHW8TxeDZmLhpyQoaKdiqh7ylHqXg3SM-1bNw6azMn1ms3J8yHrNzZ3awaNS2JJb49PI0bp3vwXwbC4sZIyf3Z4TxRhk-I38xO5JLgKTL9RcPiyUGiiFwmH/s1600/l'attimo+fuggente.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNS6M9UYU3V3e5TPvwaVnDAOHW8TxeDZmLhpyQoaKdiqh7ylHqXg3SM-1bNw6azMn1ms3J8yHrNzZ3awaNS2JJb49PI0bp3vwXwbC4sZIyf3Z4TxRhk-I38xO5JLgKTL9RcPiyUGiiFwmH/s320/l'attimo+fuggente.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="background: white; color: #333333;"><br />«</span><span style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;">Sono salito sulla cattedra per ricordare a
me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il
mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a veder voi stessi.
Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da
un'altra prospettiva.</span><span style="background: white; color: #333333;">» ( tratto da: L'Attimo Fuggente)</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Cari studenti,</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
per molti di voi domani
ricomincerà la scuola. Lo so che avreste desiderato avere anche solo un altro
giorno in più di vacanza, che comunque, vi sarebbe risultato sempre troppo
poco, rispetto ai vostri desideri.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Vi scrivo, sperando che possiate
fare tesoro di queste parole e che soprattutto, vi ci ritroviate.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Risale a ben 4 anni fa il mio
ultimo primo giorno di scuola. Ricordo bene l’attesa e il conto alla rovescia
per far passare nel modo più veloce ed indolore possibile quei 200 giorni, che
alla fine sembrano infiniti ed interminabili; però, come per magia ci si
ritrova a dover sostenere le prove per la maturità ed allora si rimpiange
tutto: anche i compiti di matematica con quel 4 fisso, non un centesimo di più,
non un centesimo di meno. E quando finalmente, puoi scrivere la parola fine e
credere che il peggio sia passato, in realtà ti accorgi che deve proprio
arrivare.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
L’università o il mondo del
lavoro sono realtà in cui veniamo catapultati dopo essere stati protetti per 5
lunghi anni dalle braccia della scuola e se non si hanno le spalle coperte, si
rischia di cadere giù con una facilità estrema. Bisogna avere gli anticorpi per
affrontare questo mondo e la costruzione del nostro futuro, comincia proprio in
quelle aule che si è costretti dividere con altre venti persone che si sopportano
per cause di forza maggiore. Non possiamo piacere a tutti, questo è ovvio.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E poi i professori…vogliamo
parlare di loro?</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Che degenerati, ingiusti,
incapaci, imbranati, inconcludenti, ignoranti e arroganti. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ognuno di noi fa esperienza,
ognuno di noi vive sulla propria pelle, seduto al proprio posto (possibilmente
non al primo banco, grazie) la tirannia di questi mostri che vogliono a tutti i
costi insegnarci qualcosa, ma in fondo perché dovrebbero volere qualcosa da
noi? Chi saranno mai, per poterci dire quello che dobbiamo fare? </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Bastiamo noi, che potremmo fare
scuola e doposcuola a questi caproni. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Però, ragazzi, voi da questi
esseri insulsi pretendete che siano pronti a darvi un voto e soprattutto un
buon voto. Pretendete che nel loro registro, accanto al vostro nome compaia una
lunga fila di numeri a due cifre, possibilmente. Ma perché dovreste farvi
giudicare da chi ritenete incapace?</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Smettete di andare a scuola.
Smettete di perdere il vostro tempo tra libri, quaderni, vocabolari, dizionari,
siti internet che vi servano la versione di latino last-minute. Smettete di
fingere che ve ne importi qualcosa e fate un favore al vostro cervello: andate
a raccogliere patate nei campi, che ce ne sarebbe un gran bisogno. Smettetela
di illudervi in questo modo: che voi siate migliori di loro; perché se lo
siete, non vi serve essere un nome ed un numero in un appello.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Dovete capire che non è una
guerra, non è uno scrontro armato tra trincee. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Non si tratta di un incontro di
boxe: studenti versus professori; ma
studenti et professori. La scuola siete voi, loro ed i vostri genitori. Se è
scadente, è anche colpa vostra; perché avete smesso di vedere lo studio come
impegno e come sacrificio. Vorreste i risultati, vorreste il successo, aspirate
a medie galattiche e a prendere punti bonus, ma cosa ve ne fate se dietro quel
numero non c’è lo studio, vero? A che vi serve il voto se non ve lo sudate
giorno dopo giorno con impegno costante e sforzi per arrivare lì dove vorreste?</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Dai vostri insegnanti, dai vostri
docenti, dovete pretendere che vi costringano ad impegnarvi, che vi supportino
nelle difficoltà senza aggirare mai l’ostacolo, ma saltandolo e dandovi gli
strumenti affinchè possiate farlo con le vostre gambe. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Non credete che ci sia più
soddisfazione nel perccorrere i 100metri come Bolt, piuttosto che vincere
ingannando? Quanto conta per voi sapere che sulla carta siete eccellenti, se
poi, nella pratica, non sapete neppure dovi si trovi Parigi o chi abba vinto la
seconda guerra mondiale?</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E’ vostro diritto, ma anche un
vostro dovere essere istruiti. Spingete i professori ad interessarsi con
rinnovato amore delle loro materie, non accontentatevi della lezioncina trita e
ritrita, chiedete loro di tornare a stupirsi di quello che per vocazione e per
passione un tempo hanno studiato. Costringeteli a portarvi in sentieri
misteriosi, a darvi gli spunti necessari perché la Commedia non vi risulti una
medicina dal gusto amaro e vomitevole, una roba vecchia che per obblighi
burocratici dovete studiare, costringeteli a trasmettervi la curiosità, a
suscitarvi interrogativi. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Chiedete loro di svelarvi il
mistero celato dietro la Bellezza. Dovete amare quello che fate.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Tra i buoni propositi per il
nuovo anno scolastico, aggiungete: serietà, rispetto ed umiltà.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Vedrete che i risultati non si
faranno attendere molto se metterete voi stessi al servizio vero e sincero
della cultura. Cercatela, invocatela, conservatela. Buon viaggio.<br />
<br />
<span style="color: red;">VALENTINA RAGAGLIA</span></div>
SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-91913832790355124042012-08-10T21:10:00.002+02:002012-08-10T21:11:04.679+02:00SESSO SICURO: SPOSATI E SII FEDELE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW7GdF5ZbsmGFJIfmKrvDwmCZRe_qLEvXMCDI7cVviOTmsOmiLskQJANf4YFCVVo8cjHkRb64NXk-4IoEYq4kOFY65CbdjWanTKpRBCkzMmOM4W4s8Z9_vkVPdhKCj27DomulcHOfa45zj/s1600/428868_10151154240106942_243569666_n+(1).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW7GdF5ZbsmGFJIfmKrvDwmCZRe_qLEvXMCDI7cVviOTmsOmiLskQJANf4YFCVVo8cjHkRb64NXk-4IoEYq4kOFY65CbdjWanTKpRBCkzMmOM4W4s8Z9_vkVPdhKCj27DomulcHOfa45zj/s320/428868_10151154240106942_243569666_n+(1).jpg" width="320" /></a></div>
<br />SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-39126404319415442452012-08-08T15:22:00.004+02:002012-08-08T20:20:03.885+02:00FORZA ALEX<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKO77wHJw42GQbzeZACT3k0gsV_kxArFA_JDTD0rBzr5ZcOiFjRIwkGtwbGSo_wTIPKp-oD5_iC2BQt8t3bZBp8tTU42VvKJwQabsPUlZEVAymhsNamRKFuwddctqwL_ZOpQWml9AinntG/s1600/Alex-Schwazer.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKO77wHJw42GQbzeZACT3k0gsV_kxArFA_JDTD0rBzr5ZcOiFjRIwkGtwbGSo_wTIPKp-oD5_iC2BQt8t3bZBp8tTU42VvKJwQabsPUlZEVAymhsNamRKFuwddctqwL_ZOpQWml9AinntG/s320/Alex-Schwazer.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="border-bottom: solid #AAAAAA 1.0pt; border: none; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-element: para-border-div; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm;">
<h1 style="border: none; line-height: 14.4pt; margin: 0cm 0cm 1.2pt; padding: 0cm; text-align: center;">
<i><span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; font-weight: normal;">Nei giudizi umani si castiga colui che confessa la propria colpa: nel
giudizio divino, lo si perdona.</span> <span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; font-weight: normal;">Josemaría Escrivá de Balaguer</span></i></h1>
<h1 style="border: none; margin-bottom: 1.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-line-height-alt: 14.4pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm;">
<i><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 19pt; font-weight: normal;"> </span></i></h1>
<h1 style="border: none; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 1.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; font-weight: normal;">E’ stata la conferenza stampa di quest’oggi a
togliermi ogni dubbio su Alex Schwazer. <o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 1.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; font-weight: normal;">Quelle parole pronunciate con umiltà, in modo
semplice e diretto, quello sguardo sconsolato e sconfitto, quelle lacrime che a
singhiozzo hanno interrotto la conferenza stampa, non possono non commuovere
umanamente. Nell’ammettere di aver sbagliato, non ha usato scappatoie, non ha
addossato la colpa a nessun altro se non a se stesso. Ha raccontato i fatti,
senza giustificarsi, senza schivare le domande inopportune, volgari e maldestre
dei giornalisti, che come sciacalli erano pronti a cogliere in fallo il giovane
atleta.<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 1.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; font-weight: normal;">Alex non s’è tirato indietro. Avrebbe potuto
saltare i controlli, partire per Londra, gareggiare e possibilmente anche
vincere, ma non ce l’ha fatta: dentro di lui qualcosa di più forte ed insistente
ha urlato e lui non ha fatto altro che ascoltare e rispondere a questo grido.<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 1.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; font-weight: normal;">Il senso di colpa per l’azione che ha commesso
ha prevalso sull’orgoglio, sul desiderio bramoso di successo e denaro.<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 1.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; font-weight: normal;">Ha dichiarato che oltre quelle 4 medaglie già
appese a casa per lui c’è qualcosa che conta di più come la famiglia, gli amici
e l’amore. “Potrei anche perdere, tornare a casa dopo un Olimpiade senza
successo, i giornali mi bastonerebbero, ma troverei sempre aperta la porta di
casa.”<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 1.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; font-weight: normal;">Velatamente, ma sempre senza puntare il dito
contro gli altri, Alex ha fatto intendere che la Federazione ha rilasciato
delle dichiarazioni imprecise sul come, quando e perché sia accaduto il
fattaccio e anche questo lascia il cittadino comune di fronte non pochi dubbi e
numerose perplessità. Io non ho visto un uomo fragile, ma un uomo e basta che
messo di fronte l’errore ha saputo riconoscerlo e pentirsene. 28 anni e la vita
ancora davanti senza paura e futili vittimismi di fronte la dura realtà di
dover lasciare (con alte probabilità) l’arma dei Carabinieri, lo sport a
livello agonistico e cercare un impiego qualunque. Non farà ricorsi e non
chiederà riduzione e sconti di pena, pagherà fino all’ultimo la sua scelta di
doparsi.<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 1.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; font-weight: normal;">Di fronte ad una lunga conferenza stampa come
questa, senza esibizionismi, toni esagitati, improperi, reclami e
recriminazioni, ho intimamente applaudito all’esempio di Schwazer. Una
giornalista ha provato ad insistere sul fatto che avrebbe potuto non parlarne a
nessuno ed è stata zittita dall’onesta di Alex che ha ribattuto dicendo che non
sarebbe stato tranquillo con se stesso.<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 1.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; font-weight: normal;">Il messaggio che infine ha voluto lanciare è un
appello ai giovani: “non dopatevi, perché non ha nessun senso. Sì, potrete
anche vincere ed essere felici per un attimo, ma poi la vita è altro ed io
questo ora l’ho capito. Voi potete scegliere, non siete come gli atleti di
altri paesi che si ripetono continuamente : devo, devo, devo. Voi potete farlo
per passione ed essere sereni, solo così si vince davvero.”<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 1.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; font-weight: normal;">Esemplare anche Carolina Kostner: starà al
fianco del suo fidanzato. Lo aiuterà a riprendersi e a voltare pagina. Questo è
quello che si chiama semplicemente amore. Alex sapeva che un’azione simile
avrebbe potuto minare la fiducia e il rapporto tra di loro ed invece, Carolina,
ha saputo dare una prova chiara ed inequivocabile che amare è guardare l’altro
negli occhi e amarlo sinceramente (dal lat. sine cera: le statue romane,
considerate preziose, non venivano ritoccate con la cera per coprire gli
eventuali danni causati dall’usura del tempo; ma le lasciavano così com’erano
proprio perché apparivano belle ugualmente) per quello che è e non per quello
che appare.<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 1.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; font-weight: normal;">Oltre le medaglie c’è di più. <o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 1.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; font-weight: normal;">La sonora tirata d’orecchie credo che se la
meriti senza pietà il puglie Oliva che in diretta su Skytg24 ha rilasciato
delle dichiarazioni meschine e cattive nei confronti di Schwazer: dalla
possibilità di un incidente diplomatico con la Turchia (dove Alex ha ammesso di
aver comprato il doping) all’accusa di infantilismo di fronte le lacrime: “I
veri campioni sono altri... Uno come lui dovrebbe essere estromesso dallo sport
anche amatoriale.”<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 1.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; font-weight: normal;">Credo che seppur Oliva abbia conquistato con il
sudore di mesi di durissimo allenamento i suoi successi come pugile, abbia
completamente perso di vista che siamo umani e come dicevano i latini l’errare
rientra nel ventaglio di opzioni che la vita ci offre. Nessuno è perfetto e l’ipocrisia
di dover dare un’immagine di sé senza macchie, senza sbavature, senza buchi è
davvero inverosimile ed impossibile. La bellezza sta anche nelle imperfezioni. E
poi basta con questi tormentoni da buonisti. Ho apprezzato molto di più questa
ammissione di colpa di Alex, la dichiarazione della Cagnotto che ha dettoo: “evidentemente
le Olimpiadi non sono per me”, che i piagnistei a bordo piscina di Filippo Magnini o
Federica Pellegrini. <o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 1.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #AAAAAA .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt;"><span style="font-weight: normal;">Credo che oltre i muscoli ci voglia una dose d’intelligenza
e tanta semplicità. Chi è senza peccato, scagli la prima pietra.</span><br /><br /><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 14.4pt;"><span style="color: red;">VALENTINA RAGAGLIA</span></span></div>
</span></h1>
</div>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-3828804367556505182012-06-17T17:59:00.000+02:002012-06-17T18:01:26.621+02:00SAY YES TO THE DRESS! WHY NOT?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4zTrhjEoJOLjHDjBpk1OIdK-PxiLMgXUg_z4TpKrq2HDzgyxMb3GqOy-rjZ2e88wAyrEzqOYvNY6G8_fV6VU4z580anwMRr3vbkaNATQURE-tPCDLJAkhHnB1kIvf_c2grfLMLxpq_KIH/s1600/say-yes-to-the-dress-say-yes-to-the-dress-9331378-604-381.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4zTrhjEoJOLjHDjBpk1OIdK-PxiLMgXUg_z4TpKrq2HDzgyxMb3GqOy-rjZ2e88wAyrEzqOYvNY6G8_fV6VU4z580anwMRr3vbkaNATQURE-tPCDLJAkhHnB1kIvf_c2grfLMLxpq_KIH/s320/say-yes-to-the-dress-say-yes-to-the-dress-9331378-604-381.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Che sia bianco, panna, champagne,
di pizzo, taffetà, seta, organza, ricamato, stretto o largo non ha importanza,
la cosa che conta è averlo ad ogni costo…Non avete ancora capito? Ma sì! E’ il
vestito da sposa! Quante bambine fin da piccole hanno sognato l’abito da sposa
dei loro sogni? Quante si sono viste incoronare e coronare il loro romantico
sogno d’amore con un fantastico e scintillante abito indosso? Penso tutte,
nessuna esclusa. <br />
Ultimamente si sente spessissimo che il matrimonio sta perdendo sempre più
“importanza”, soppiantato da altre forme più liquide e instabili di convivenza
che comunque, potenzialmente garantiscono di non finire cucinato da un avvocato
con un conto molto salato a fine relazione, allo stesso tempo permettono il
lusso di vivere come una normale coppia sposata. Il matrimonio, d’altro canto,
quando c’è, spesso è basato su fondamenta di paglia, pronte a bruciare alla
prima scintilla. Il divorzio, ormai è una “operazione di routine”. L’eccezione,
nei tempi duri che viviamo, sembra essere il matrimonio duraturo, quello che
suona più o meno così: la prima volta è per sempre, finchè morte non vi separi
(e direi: anche oltre). La società che ci circonda, la cultura dell’anti-famiglia,
anti-bambini, anti-vita, come scintilla di degenerazione consta di una perdita
sostanziale dell’importanza del vincolo matrimoniale. La famiglia, fondata sul
matrimonio (come recita anche la nostra Costituzione, che da più parti viene
sbandierata per difendere valori molto più opinabili) è il nucleo primordiale e
centrale della società. Ed è così, e deve essere così in ogni angolo del nostro
mondo, perché si tratta di diritto naturale, cioè insito nell’uomo stesso. Il
matrimonio, in particolar modo quello cattolico, considera l’unione carnale, il
compimento supremo e la realizzazione di un amore, che avviene perché
attraverso la carne vi è un unione di anime in comunione con Dio. Questo
rapporto, che non tiene conto dell’altra Persona che vi partecipa,
inevitabilmente scade, si deteriora e perde tutta la sua naturale bellezza. Se
non c’è un amore sigillato da un patto, non può esservi vita, senza uomini e
donne, non esisterebbe la società e senza la società, il mondo da chi sarebbe
popolato?<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b>Già assaggiamo le prime
dosi di cicuta dateci dal riconoscimento delle coppie di fatto in più parti
d’Europa e del mondo (l’Italia ancora tiene duro -per altri è semplicemente
indietro- ma per quanto ancora?) e delle unioni (sì, unioni, mi rifiuto di
usare la parola matrimonio, che viene da latino e vuol dire: mura materne,
quindi, impossibile ritrovare l’accezione dell’accoglienza alla vita in una
coppia che tutto può fare, meno che procreare) omosessuali. La famiglia regge
il mondo. Né la sola donna, né il solo uomo. Bensì la loro unione. Fatto questo
piccolo accenno sull’importanza dell’unire la propria vita alla persona che si
ama più di se stessi, bisogna andare a cercare il nocciolo duro della questione
che vorrei trattare. Ultimamente (veramente, ormai un paio d’anni), seguo su un
canale sky (il 124, per l’esattezza) vari programmi sul matrimonio. Un primo
programma molto accattivante spiega come un wedding planner organizzi fin nel
minimo dettaglio un matrimonio, senza far fare brutta figura agli sposi e
creando atmosfere di altri tempi, soprattutto accontentando ogni desiderio dei
novelli sposini. E’ divertente ed istruttivo allo stesso tempo. Perché? Prima
di tutto, chi non è ancora sposato può prendere spunto per qualche idea per il
proprio matrimonio e quindi, detto volgarmente “farsi una cultura” su come
sistemare le posate, come preparare ed imbandire la tavola e la Chiesa, quali
bomboniere offrire in dono agli ospiti e così via, nel rispetto del bon ton e
del buon gusto made in Italy. Secondariamente, ci si può sentire rincuorati dal
fatto che esista ancora qualcuno che abbia il barbaro coraggio di mettere una
fede al dito e un sigillo sul cuore. Ed infine, grazie alla bravura del wedding
planner il programma acquisisce toni leggeri e briosi, che comunque non fanno
perdere di vista la tenerezza nel vedere la commozione di parenti ed amici che,
inevitabilmente spingono a pensare e ad immaginare il momento del “sì” nelle
giovani fanciulle ancora single e che nelle mamme di quest’ultime, invece
risveglia il ricordo di quel giorno, diventato ormai anniversario. L’altro
programma, invece, è: Abito da sposa cercasi. Adoro questo programma, si
possono prendere tantissimi spunti e imparare molti trucchi e accorgimenti per
il proprio abito da sposa. Ho sempre pensato che questi programmi siano utilissimi,
di certo più di Sex and City, o Disperate Hausewife e così via. Ma mi
sbagliavo. Di recente, su un blog mi è capitato di leggere che programmi così vanno
disprezzati. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Su cosa verterebbe questa ardua
sentenza?</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Sul fatto che l’attenzione sia
esclusivamente focalizzata sull’abito della sposa e che non prenda in
considerazione altro che riguardi il matrimonio. Ora, cari amici, se un
programma tratta di cucina cinese, può parlare anche della cucina italiana? No.
Ma questo attacco è semplicemente un atto compiuto da quattro puritani che
pensano di essere gli eletti sul tema “matrimonio”. Invece, consiglio a tutti,
giovani e meno giovani, sposati o meno, di guardare questo programma (se
ovviamente, ne hanno le possibilità), perché quando intervistano le ragazze che
devono scegliere il loro abito raccontano sempre come si sono conosciute con il
proprio lui, sul perché si sposano, su come sia bello e fortemente atteso
questo momento e così via. Quindi, non è una smodata fiera della vanità, anche
perché qualche ragazza con un portafogli non troppo largo è costretta a
scegliere un abito che costi poco e questo significa non mettere davanti ad esigenze e costi il
proprio io, ma piuttosto prendere in considerazione che vi sono delle spese che
richiedono molti sacrifici e che sfruttarli solo per un abito, non è per tutti,
in questi tempi di crisi, poi! Ma anche se l’abito fosse pomposo qual è il
problema? Possiamo, noi leggere nei cuori altrui e sapere se quelle ragazze a
parte la preoccupazione della ricerca del vestito (alcune si riducono proprio
all’ultimo momento, quindi, anche in questo caso vorrei capire dove sia tutto
questo fregolo e ossessione per l’abito) non abbiano poi in fondo capito, cosa
sia il matrimonio? No. Questi programmi, invece, vanno inquadrati nella giusta
ottica. Essere belle per il proprio (futuro) marito, non è peccato, dare valore
anche alla veste sponsale nemmeno. Anche perché, a queste signore moraliste
(che poi sono le prime a fare da sponsor a ben altra vanità: tacchi smisurati e
smalti ad ogni occasione) andrebbe ricordato il valore simbolico dell’abito da
sposa, da sempre molto presente nella nostra cultura: è simbolo di purezza.
Perché non dare rilievo anche a questo aspetto? Perchè non cercare di
rivalutare la purezza della sposa anche
partendo da questi programmi innocenti? Cerchiamo di non fare troppo i
sofisticati e gli snob, poiché ci si perde soltanto. Cerchiamo invece, di
prendere quel che di buono ci circonda e utilizziamolo per i nostri fini. Solo
così avremo provato a combattere la buona battaglia. Dire di sì al vestito,
vuol dire aver detto sì al matrimonio.<br />
<br />
<span style="color: red;">STEFANIA RAGAGLIA</span></div>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-36683805301612605482012-06-04T19:21:00.000+02:002012-06-04T19:39:45.473+02:00LA LETTERATURA E' UNA DIFESA CONTRO LE OFFESE DELLA VITA<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhC5UA1lD8OKN4INRgr9ghS_hLxyy_TelqYC0XqGgLINQt5MQ5ftYd52xXc_ff9FrmcP6jjO4zJNlmBBkllMfmd4YGtyzDZ_qiGHIsTqWgMuQXSTejDcer2-clDqP-QUGhoUxcElLdGKGOX/s1600/BLOG+SYMPO.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="262" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhC5UA1lD8OKN4INRgr9ghS_hLxyy_TelqYC0XqGgLINQt5MQ5ftYd52xXc_ff9FrmcP6jjO4zJNlmBBkllMfmd4YGtyzDZ_qiGHIsTqWgMuQXSTejDcer2-clDqP-QUGhoUxcElLdGKGOX/s400/BLOG+SYMPO.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: Calibri;"><br /><i>«<span class="style617">La
letteratura è una difesa contro le offese della vita.</span>»</i><span class="style617"> </span> <i>(<span class="style617">Cesare Pavese)</span></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span class="style617"><span style="font-family: Calibri;">Cesare Pavese con un’espressione molto forte, ha
definito la letteratura come un’arma di difesa dalle aggressioni che la vita è
costretta a subire; per lui, scrittore, è stata come una corazza.</span></span><span style="font-family: Calibri;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span class="style617"><span style="font-family: Calibri;">Con il termine letteratura, facendo un breve excursus teorico,
viene genericamente definito tutto ciò che è carta stampata. Dal fumetto, al
romanzo; dal saggio al quotidiano. Tutto ciò che riempie di lettere nere, un foglio
inizialmente bianco, cioè vuoto. Distaccandomi, dalla definizione più generale
di cosa sia letteratura, e lasciando da parte questioni squisitamente
accademiche, mi sembra doveroso, dare una risposta più esatta e centrata di
cosa sia in fondo la letteratura. Per fa questo, dobbiamo tornare indietro nel
tempo, chiudere gli occhi ed immergerci in un’era non nostra. Adesso, vi
trovate davanti un fuoco scoppiettante che lancia fiamme e queste, sembrano
salire al cielo e baciarlo. Non siete soli, accanto a voi vi sono altre
persone, sedute in cerchio. Ad un certo punto, una di esse comincia a parlare e
racconta le gesta di un gruppo di eroi achei, in guerra da ben dieci anni in
terra straniera, lontani da casa, afflitti da guerra, pestilenza, miseria,
solitudine, immersi in conflitti tra dei e uomini, combattimenti e duelli
fatali, anni di strategie ed inganni, che portarono alla capitolazione finale
della città rivale, ottenuta grazie all’ingegno e all’astuzia di un uomo,
conosciuto con il nome di Odisseo. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="style617"><span style="font-family: Calibri;">E voi siete lì, con gli occhi sbarrati per
le meraviglie ed i prodigi raccontati da quella bocca e da quella voce. Nei
secoli, di padre in figlio, questa storia è rimasta accesa e viva come il fuoco
scoppiettante, passata di bocca in bocca fino ad arrivare in forma scritta ai
nostri giorni e così, anche noi sappiamo della guerra di Troia e dei suoi
protagonisti. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="style617"><span style="font-family: Calibri;">Questa è la letteratura: raccontare. L’uomo lo fa da sempre,
esattamente come dipingere, pregare, cantare, ballare. L’arte è eterna perché
nasce con l’uomo ed è il mezzo attraverso cui cerca di ricongiungersi ad un
infinito che lungamente gli è rimasto nascosto, sconosciuto, senza un nome ed
un volto. Ma, ciò non gli ha impedito di desiderare ed anelare ad esso. </span></span><span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black; font-family: Calibri;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black; font-family: Calibri;">Diceva Keats<b>: </b>«</span><span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black; font-family: Calibri;">Bellezza è verità, verità è bellezza, questo solo</span><span style="color: black; font-family: Calibri;"><span style="background: none repeat scroll 0% 0% white;"> sapete, ed è quanto basta.» </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: Calibri;"><span style="background: none repeat scroll 0% 0% white;">Ed è
esattamente ciò che più risponde e si avvicina alle necessità dell’uomo. L’arte
è verità nella misura in cui si propone di mostrare all’uomo la realtà e, nel
caso della letteratura, lo fa servendosi del racconto. </span></span><span style="font-family: Calibri;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black; font-family: Calibri;">I secoli sono passati e
tra Dante e D’Annunzio, vi sono nel
mezzo una moltitudine di uomini che hanno portato avanti questa esigenza
intrinseca, alcuni più noti, altri dimenticati, altri ancora caduti nel dimenticatoio. Ma che l’uomo abbia la necessità di scrivere, questo è
incontestabile. </span><span style="font-family: Calibri;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black; font-family: Calibri;">Se si vuole dare
un’occhiata al panorama letterario contemporaneo, non possiamo far a meno di
notare che anch’esso è vittima, spesso, del qualunquismo generalizzato e
globalizzato della società di oggi, che inevitabilmente colpisce e si rimafica
dove possibile. E’ capitato già in passato di soffermarci su pseudo-letterati ed
improbabili scrittori che nonostante il loro prodotto sia scadente e chiaramente indirizzato al
commercio e non al prestigio dell’Arte, i risultati delle vendite hanno creato
l’illusione che si trattasse di scrittura di qualità. Lungi dal voler riprendere,
l’argomento, vorrei altresì soffermarmi su un aspetto che conisidererei
fondamentale per comprendere il nocciolo della questione. Se da un lato, la
letteratura si è largamente massificata e banalizzata, dall’altro subisce
spesso attacchi ingiusti e frettolosi. </span><br />
<span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black; font-family: Calibri;">Vi sono i detrattori per costituzione del genere letterario, ritenendolo
inferiore, se non di secondaria importanza rispetto alla saggistica o ai
trattati di tipo scientifico. Costoro, non solo dimostrano una pochezza di
sentimenti, ma anche una conoscenza limitata di cosa sia la scrittura. L’uomo è
fatto di razionalità, ma anche di profondità e questa non può essere espressa
pienamente se non attraverso la naturalità e la spontaneità della forza lirica,
ad esempio. E’ senza ombra di dubbio pregevole l’impegno dell’uomo che si
sottopone allo sforzo di rispondere con la ragione, a quesiti riguardanti la società, le leggi,
gli ordinamenti, la fisica, l’astronomia, ma ciò che passa attraverso la lente
del microscopio, non è in lotta né tanto meno in contrapposizione a ciò che
passa per i sentieri del cuore. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black; font-family: Calibri;">La letteratura tocca proprio quelle corde
intime e le muove a ritmo di rime baciate, di punti improvvisi, di enjambement,
ossimori, metafore, assonanze, consonanze e non si tratta solo di parole, ma di
qualcosa che convolge l’essere tutto. </span><span style="font-family: Calibri;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black; font-family: Calibri;">Un’altra questione da
non sottovalutare è il disprezzo aprioristico di alcuni saccenti, per autori non
confacenti alle proprie ideologie o vedute sull’esistenza umana. Io credo che
la letteratura, poiché esprime proprio esigenze insondabili e richiede una
predisposizione dell’animo a lasciarsi afferrare dall’Arte, non possa essere
ridotta ad una semplice schematizzazione di buoni contro cattivi.</span><span style="font-family: Calibri;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black; font-family: Calibri;">L’uomo non è mai nero o
bianco, perchè nel mezzo vi sono infinite sfumature di grigio. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black; font-family: Calibri;">L’intento di chi
apre un libro e vuole leggere una storia consiste nella capacità di lasciarsi
colpire dalla bellezza e di trovare ciò che possa arricchirlo personalmente.</span><span style="font-family: Calibri;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black; font-family: Calibri;">Oppure, spesso si
incorre in errori grossolani. Per quanto riguarda la nostra letteratura,
l’esempio più lampate ricade sullo “sfigato” Giacomo Leopardi. Parlando con
studenti di scuole medie, superiori, docenti talvolta, colleghi universitari e
amici, al solo sentire il nome del poeta romantico, l’attributo che gli viene
immediatamente etichettato addosso (con molta probabilità sulla gobba) è:
pessimista. Nulla di più lontano dall’immensa genialità del giovane poeta di
Recanati. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black; font-family: Calibri;">E per comprendere questo, basta distaccarsi dai clichè di
semplicistiche e riduttivistiche vedute, aprire il volume dei Canti, cercare L’infinito
e lasciarsi trasportare sul colle, immaginare l’orizzonte nascosto dietro la
siepe e alla fine, abbandonarci al naufragare in un mare che sa di desiderio di
oblio, pace, silenzio, contemplazione. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black; font-family: Calibri;">Dal dolore e non dal pessimismo nascono
capolavori come questo. V’è differenza tra il soffrire interiormente e il
soffrire per ideologia. Giacomo, era un uomo afflitto ed incompreso e tutto
questo si evince nella bellezza dei suoi versi, nel suono melodico del ricordo
nostalgico del canto di Silvia. Solo chi passa per la via del dolore, può
dividere questo struggimento con il mondo, perché l’idea di essere in una
solitudine senza speranza, vuol dire rinunciare alla vita, vuol dire ammettere
di aver perso prima ancora che la partita sia finita; ed invece, c’è una
storia da raccontare, prima della parola fine, prima di mettere il punto.</span><span style="font-family: Calibri;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black; font-family: Calibri;">Un grande della
letteratura ha detto: </span><i><span style="font-family: Calibri;">« Noi leggiamo
per avere la consapevolezza di non essere soli.» </span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="font-family: Calibri;"><span style="background-color: red;"><span style="background-color: white;"></span>VALENTINA RAGAGLIA<span style="background-color: white;"></span></span></span></div>
<span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black;"></span>
<br />
<span style="background: none repeat scroll 0% 0% white; color: black;"></span>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-51851158486825164682012-05-05T14:14:00.000+02:002012-05-05T18:06:35.384+02:00Marco Mengoni: da Re Matto a Re Solo. Il tour teatrale fa tappa in Sicilia.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0uVMRZoipeg8jCKkPTknVu_oGg2x11nNQIy0NAQDp-CDvVhg8cHCrzF-0zQT5_qEUnc4iS7Xk8tzh9zIfOEpm-3fsxj_0ADki0F0AEmlwDa0DPwlTkHnyLRt6PiXxiGJxBDEjmpnuTla3/s1600/305517_244823865624631_120240418082977_510002_539561708_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0uVMRZoipeg8jCKkPTknVu_oGg2x11nNQIy0NAQDp-CDvVhg8cHCrzF-0zQT5_qEUnc4iS7Xk8tzh9zIfOEpm-3fsxj_0ADki0F0AEmlwDa0DPwlTkHnyLRt6PiXxiGJxBDEjmpnuTla3/s320/305517_244823865624631_120240418082977_510002_539561708_n.jpg" width="293" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Descrivere le cose belle, è
sempre difficilissimo perché vuol dire far prendere corpo a qualcosa che per
magia, per un’inspiegabile ragione, entra dentro, riscalda il cuore e fa stare
bene. Non è un semplice e fugace “star bene”, ma una condizione dello spirito
più profonda di quanto si creda. Questa è Arte, l’arte con la A maiuscola,
quella che commuove e mostra all’uomo un piccolo angolino di paradiso. Arte è,
quindi, tutto ciò che l’uomo crea di bello per l’altro uomo. E’ uno scambio proficuo
per chi riesce a mettersi in sintonia con il messaggio che chi fa arte, cioè l’artista,
vuole lanciare. Tutto questo vale per la letteratura, la pittura, la scultura e
anche per la musica. Senza volersi dilungare su cosa sia la musica, poiché la
querelle al riguardo è ancora accesissima; ponendoci però, semplicemente questo interrogativo,
possiamo affermare, senza paura di essere assaliti, che la musica è emozione, un
moto interiore dell’anima, che sembra voler scalpitare e venire fuori nota dopo
nota. Valga per la classica, come per la leggera, perché i tempi cambiano ed
anche l’uomo, ma ciò che è bello è una gioia per sempre, diceva Keats.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Spostando l’attenzione su ciò che
quest’Arte oggi propone, nel mare magnum della mediocrità, spicca sempre un
piccolo bagliore di speranza. Marco Mengoni con i suoi soli 23 anni, è senza
ombra di dubbio la promessa e il futuro della musica leggera italiana. Non è
una considerazione fatta su ciò che umanamente mi trasmette la sua musica, ma
una constatazione oggettiva, che si fonda su un’analisi di ciò che il panorama
italiano offre e ciò che più si avvicina, oltre alla quantità (Marco ha vinto
numerosi premi e riconoscimenti, basti guardare le sue informazioni di
presentazione) , alla qualità. Far musica è difficilissimo, arrivare ad un
pubblico dagli 0 ai 99 anni, ancor di più. Eppure, lui, con la sua semplicità e
la sua umanità così tangibile, ci riesce. Non è un fenomeno mediatico, ha già
abbandonato da tempo la strada televisiva che l’ha lanciato (Xfactor e
SanRemo), per seguirne una più dura, più difficile ed in salita. Non sappiamo quali
sentieri verranno percorsi, ma senza dubbio, alla fine della strada, avremo la
risposta. Una carriera ancora breve, ma molto intensa, che già lascia
candidamente vedere verso quali margini di esplorazione sia Mengoni. Dal
calderone del talent show, al tour teatrale, Marco ha fatto un passo della
gamba molto lungo e rischioso, ma con risultati davvero sorprendenti. L’Xfactor
di Marco, non è solo un concetto legato al programma televisivo che con una
formula breve vuole lanciare il suo format, ma è qualcosa che ha a che fare con
la sua parte più personale. Uno scrittore usa i libri, la carta per tirare
fuori la sua anima; un cantante usa la musica, la voce per far prender corpo a ciò che
inizialmente è solo una necessità di sfogo, una personale necessità, ma che
nella pienezza dell’Arte, diventa un cum sentire.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il Tour teatrale, cominciato poco
meno di un mese fa, è una nuova riproposizione del tour invernale lanciato con
due anteprime (Milano e Roma) lo scorso novembre e che ha cambiato forma nel
suo divenire, per mostrare, ancora una volta un aspetto inedito del giovane
cantante. Se l’album Solo 2.0, oltre ad illustre collaborazioni, può contare su
un sound ed una voce più raffinata e matura, se il tour nei palazzetti è stato
un’estenzione del disco, con scenografie in chiave futurista; il tour teatrale
si discosta dall’eccentricità, dall’estrosità, dall’eccesso, per porsi in
chiave più intimista, più riservata, più personale. Ed è stato esattamente così ieri sera a
Catania per la prima tappa siciliana che impegna in questi mesi il giovane
artista. Un’esperienza che le sole parole possono a mala pena descrivere, perché
bisogna provare per credere. Le mie
aspettative, molto alte perché direttamente proporzionali all’attesa (durata
quasi 3 anni) di un evento simile, sono state clamorosamente smentite. Mi
aspettavo qualcosa di sorprendente, fantastico, accattivante, superbo,
incredibile etc. etc.; ed invece tutti questi aggettivi sono al di sotto della
media di ciò che effettivamente è stato.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Sul palco è salito un ragazzo che
con la febbre addosso, ha promesso che si sarebbe “spaccato le vene” pur di
farci divertire. Condizione fisica non ottimale, eppure, se questa
indisposizione è stata incisiva nel suo rendimento, ben venga la febbre. L’introduzione
al concerto, in cui la voce di Marco e le immagini che sui due piccoli pannelli
posti in alto scorrono, sintetizzano come ci si trovi in una condizione in cui
l’effimero, il passeggero, rubi e risucchi gran parte della vita dell’uomo,
facendolo nascere vecchio e di come invece, un progressivo tornare indietro,
all’origine ed alla nascita, sia indispensabile per poter cogliere il senso più
alto della vita. Ripartire dall’orgasmo che c’ha generato. Il concerto comincia
con il brano riarrangiato, (come tutti i pezzi a cura di Elisa), Tonight, ma
Marco non si mostra se non con la sua ombra riflessa su un telo, non ci sono
condizionamenti di alcun tipo, distrazioni di alcun genere, occhi ed orecchie
in perfetta sintonia per lasciarsi guidare da una voce calda, potente e
seducente. Gli acuti e gli eccessi, che
hanno spesso fatto indignare critica e giornalisti, sono assenti. Non ci sono
sbavature nella sue performance. Non c’è traccia di qualcosa di impuro, ma le
aggiunte, i cambiamenti delle parole dei testi, sono spontanei e lasciano
intravedere senza ombre un giovane che fonda la sua vita sull’amore, da
intendere in senso lato, come il sentimento più profondo e difficile con cui l’essere
umano si rapporta. Un trasporto intenso, accresciuto dalla calorosa
partecipazione attiva del pubblico siciliano ed in particolare, per lo più,
catanese. Una partecipazione avvolgente e non invadente che ha saputo
rispondere prontamente alle sollecitazioni dell’artista nel seguirlo verso la magia
della musica, esattamente come farebbe il pifferaio magico. La comunicazione
anche verbale, mostra l’indole istrionica e altamente accattivante di Mengoni. Concerto
diviso in due parti, dunque. Dopo una breve pausa, si è ripreso con brani più adatti ad un pubblico
che ha voglia di ballare e che sotto invito è accorso sotto il palco. Richiamo
della sicurezza a cui nessuno voleva stare ma che con una sollecitazione di
Marco “fatelo per me”, ha riscosso successo. Una serata all’insegna della
musica e del divertimento spontaneo, in cui non vi è distanza tra chi canta e
chi ascolta, l’ambiente del teatro è congeniale alla necessità di Marco di
avere il pubblico con sé e del contatto umano. Toccare le emozioni per assorbirle,
per affrontare la difficoltà iniziale dell’influenza, per dare il meglio di sé con
una carica ed una grinta straordinaria. Un Mengoni non solo cantante, ma che si
riscopre scenografo, regista e anche arrangiatore, che ci porta in un viaggio
di circa quarant’anni di musica, per riscoprirla e rivalorizzarla. Un vero e
proprio fac totum. Strappare la bellezza ovunque essa sia e Marco lo fa
prendendo spunto dai Beatles, per poi passare dall’altra parte del mondo con
Elvis, fino ad arrivare ai nostri giorni, con un ricordo ancora acceso e per
nulla appassito di Amy Winehouse. Un’esperienza
straordinaria, che sicuramente ha commosso Marco che come sempre ha ringraziato
il suo pubblico, apostrofandolo con l’aggettivo caldo. E non poteva essere
diversamente l’accoglienza che si sarebbe potuto aspettare da questa terra e
dai suoi abitanti, dove il calore ci arriva direttamente dal sole. A chi ancora
oggi, nutrisse dubbi sulla qualità artistica ed umana di Marco Mengoni,
propongo, sollecitamente di provare una tappa del suo Tour che lo terrà impegnato
fino alla fine di maggio in giro per l’Italia. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Prima di storcere il naso,
drizzare le orecchie.<br />
<span style="color: red;"><b>VALENTINA RAGAGLIA</b></span></div>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-58063004140504021002012-02-19T15:35:00.005+01:002012-02-19T15:40:29.684+01:00Costi, prezzi, saldi e crisi: quanto siamo disposti a sacrificare per l’amor del Vero?<strong></strong><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhHITGjay7aP51TIMD_FTipYQviGS5aZ7EtsaJSlQcOqmmsFBXsjOUxQDXJN5OIdj3lC4hKBx12vCyWL5PvEp9Y-nstCNbz0OfRgl9KbjSRcxUAax7Wpd1hG6CYFArQjUFRq1yr-G0U4tF/s1600/bloglive_ba7519393abc81cd3009c987cdf37e77.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhHITGjay7aP51TIMD_FTipYQviGS5aZ7EtsaJSlQcOqmmsFBXsjOUxQDXJN5OIdj3lC4hKBx12vCyWL5PvEp9Y-nstCNbz0OfRgl9KbjSRcxUAax7Wpd1hG6CYFArQjUFRq1yr-G0U4tF/s400/bloglive_ba7519393abc81cd3009c987cdf37e77.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5710856190382553410" border="0" /></a><br /><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:trackmoves/> <w:trackformatting/> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:donotpromoteqf/> <w:lidthemeother>IT</w:LidThemeOther> <w:lidthemeasian>X-NONE</w:LidThemeAsian> <w:lidthemecomplexscript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> <w:splitpgbreakandparamark/> <w:dontvertaligncellwithsp/> <w:dontbreakconstrainedforcedtables/> <w:dontvertalignintxbx/> <w:word11kerningpairs/> <w:cachedcolbalance/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> <m:mathpr> <m:mathfont val="Cambria Math"> <m:brkbin val="before"> <m:brkbinsub val="--"> <m:smallfrac val="off"> <m:dispdef/> <m:lmargin val="0"> <m:rmargin val="0"> <m:defjc val="centerGroup"> <m:wrapindent val="1440"> <m:intlim val="subSup"> <m:narylim val="undOvr"> </m:mathPr></w:WordDocument> </xml><![endif][if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" defunhidewhenused="true" defsemihidden="true" defqformat="false" defpriority="99" latentstylecount="267"> <w:lsdexception locked="false" priority="0" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="Normal"> <w:lsdexception locked="false" priority="9" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="heading 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="9" qformat="true" name="heading 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="9" qformat="true" name="heading 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="9" qformat="true" name="heading 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="9" qformat="true" name="heading 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="9" qformat="true" name="heading 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="9" qformat="true" name="heading 7"> <w:lsdexception locked="false" priority="9" qformat="true" name="heading 8"> <w:lsdexception locked="false" priority="9" qformat="true" name="heading 9"> <w:lsdexception locked="false" priority="39" name="toc 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="39" name="toc 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="39" name="toc 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="39" name="toc 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="39" name="toc 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="39" name="toc 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="39" name="toc 7"> <w:lsdexception locked="false" priority="39" name="toc 8"> <w:lsdexception locked="false" priority="39" name="toc 9"> <w:lsdexception locked="false" priority="35" qformat="true" name="caption"> <w:lsdexception locked="false" priority="10" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="Title"> <w:lsdexception locked="false" priority="1" name="Default Paragraph Font"> <w:lsdexception locked="false" priority="11" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="Subtitle"> <w:lsdexception locked="false" priority="22" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="Strong"> <w:lsdexception locked="false" priority="20" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="Emphasis"> <w:lsdexception locked="false" priority="59" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Table Grid"> <w:lsdexception locked="false" unhidewhenused="false" name="Placeholder Text"> <w:lsdexception locked="false" priority="1" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="No Spacing"> <w:lsdexception locked="false" priority="60" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light Shading"> <w:lsdexception locked="false" priority="61" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light List"> <w:lsdexception locked="false" priority="62" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light Grid"> <w:lsdexception locked="false" priority="63" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Shading 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="64" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Shading 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="65" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium List 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="66" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium List 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="67" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="68" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="69" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="70" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Dark List"> <w:lsdexception locked="false" priority="71" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful Shading"> <w:lsdexception locked="false" priority="72" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful List"> <w:lsdexception locked="false" priority="73" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful Grid"> <w:lsdexception locked="false" priority="60" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light Shading Accent 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="61" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light List Accent 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="62" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light Grid Accent 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="63" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Shading 1 Accent 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="64" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Shading 2 Accent 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="65" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium List 1 Accent 1"> <w:lsdexception locked="false" unhidewhenused="false" name="Revision"> <w:lsdexception locked="false" priority="34" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="List Paragraph"> <w:lsdexception locked="false" priority="29" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="Quote"> <w:lsdexception locked="false" priority="30" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="Intense Quote"> <w:lsdexception locked="false" priority="66" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium List 2 Accent 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="67" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 1 Accent 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="68" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 2 Accent 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="69" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 3 Accent 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="70" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Dark List Accent 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="71" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful Shading Accent 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="72" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful List Accent 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="73" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful Grid Accent 1"> <w:lsdexception locked="false" priority="60" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light Shading Accent 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="61" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light List Accent 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="62" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light Grid Accent 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="63" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Shading 1 Accent 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="64" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Shading 2 Accent 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="65" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium List 1 Accent 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="66" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium List 2 Accent 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="67" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 1 Accent 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="68" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 2 Accent 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="69" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 3 Accent 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="70" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Dark List Accent 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="71" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful Shading Accent 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="72" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful List Accent 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="73" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful Grid Accent 2"> <w:lsdexception locked="false" priority="60" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light Shading Accent 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="61" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light List Accent 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="62" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light Grid Accent 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="63" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Shading 1 Accent 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="64" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Shading 2 Accent 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="65" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium List 1 Accent 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="66" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium List 2 Accent 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="67" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 1 Accent 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="68" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 2 Accent 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="69" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 3 Accent 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="70" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Dark List Accent 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="71" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful Shading Accent 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="72" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful List Accent 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="73" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful Grid Accent 3"> <w:lsdexception locked="false" priority="60" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light Shading Accent 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="61" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light List Accent 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="62" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light Grid Accent 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="63" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Shading 1 Accent 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="64" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Shading 2 Accent 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="65" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium List 1 Accent 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="66" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium List 2 Accent 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="67" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 1 Accent 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="68" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 2 Accent 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="69" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 3 Accent 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="70" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Dark List Accent 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="71" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful Shading Accent 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="72" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful List Accent 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="73" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful Grid Accent 4"> <w:lsdexception locked="false" priority="60" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light Shading Accent 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="61" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light List Accent 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="62" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light Grid Accent 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="63" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Shading 1 Accent 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="64" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Shading 2 Accent 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="65" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium List 1 Accent 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="66" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium List 2 Accent 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="67" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 1 Accent 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="68" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 2 Accent 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="69" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 3 Accent 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="70" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Dark List Accent 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="71" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful Shading Accent 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="72" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful List Accent 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="73" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful Grid Accent 5"> <w:lsdexception locked="false" priority="60" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light Shading Accent 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="61" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light List Accent 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="62" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Light Grid Accent 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="63" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Shading 1 Accent 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="64" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Shading 2 Accent 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="65" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium List 1 Accent 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="66" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium List 2 Accent 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="67" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 1 Accent 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="68" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 2 Accent 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="69" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Medium Grid 3 Accent 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="70" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Dark List Accent 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="71" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful Shading Accent 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="72" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful List Accent 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="73" semihidden="false" unhidewhenused="false" name="Colorful Grid Accent 6"> <w:lsdexception locked="false" priority="19" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="Subtle Emphasis"> <w:lsdexception locked="false" priority="21" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="Intense Emphasis"> <w:lsdexception locked="false" priority="31" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="Subtle Reference"> <w:lsdexception locked="false" priority="32" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="Intense Reference"> <w:lsdexception locked="false" priority="33" semihidden="false" unhidewhenused="false" qformat="true" name="Book Title"> <w:lsdexception locked="false" priority="37" name="Bibliography"> <w:lsdexception locked="false" priority="39" qformat="true" name="TOC Heading"> </w:LatentStyles> </xml><![endif][if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-priority:99; mso-style-qformat:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin-top:0cm; mso-para-margin-right:0cm; mso-para-margin-bottom:10.0pt; mso-para-margin-left:0cm; line-height:115%; mso-pagination:widow-orphan; font-size:11.0pt; font-family:"Calibri","sans-serif"; mso-ascii-font-family:Calibri; mso-ascii-theme-font:minor-latin; mso-fareast-font-family:"Times New Roman"; mso-fareast-theme-font:minor-fareast; mso-hansi-font-family:Calibri; mso-hansi-theme-font:minor-latin; mso-bidi-font-family:"Times New Roman"; mso-bidi-theme-font:minor-bidi;} </style> <![endif]--> <p class="MsoNormal"><strong></strong>"Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. <strong></strong>Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi." (Mt 5, 11-12)<br /></p><p class="MsoNormal">“E’ tempo di crisi”. Così ho sentito con le mie orecchie ed ho letto con i miei occhi.<br />“E’ tempo di crisi.” Lo si legge nei giornali, lo si vede al telegiornale.<br />Ma cos’è questa crisi?<br />C’è chi crede sia lo spread -il vocabolo tormentone di questo inverno- le borse inceppate e che non riescono a risalire se non timidamente, gli ammonimenti dell’UE ai governi, la tiratina d’orecchie congiunta Merkel-Sarkozy, la mancanza di lavoro, la precarietà dei giovani, l’enigma “articolo 18”, il Professore, il Cavaliere, la politica. <span style="mso-spacerun:yes"> </span>Sì, effettivamente questa è una crisi, una crisi di tipo economico, dalle conseguenze non indifferenti,<span style="mso-spacerun:yes"> </span>che ha coinvolto le più grandi potenze capitaliste del mondo, che ha danneggiato le multinazionali e che, ha dimostrato l’inconsistenza di un modello economico che si credeva solido ed invece è crollato sotto il peso della sua inconsistenza. Un dramma, che sembra allegoricamente celarne un altro, di una portata ben più profonda e molto meno materialistica. </p> <p class="MsoNormal">La crisi dei valori è lo specchio nel quale si è riflessa quella finanziaria che stiamo vivendo da qualche anno a questa parte; uno specchio che fedelmente si lascia guardar dentro e che non cela nessuna aurea di mistero. Questa crisi, che mette alla berlina l’amore, la famiglia, l’amicizia, la sincerità, la fedeltà, sembra aver permeato <span style="mso-spacerun:yes"> </span>e imbevuto ogni cosa, esattamente come il frutto del serpente nell’Eden, divide, allontana e soprattutto, genera la morte della speranza. </p> <p class="MsoNormal">Insomma, ci troviamo a vivere in un mondo che se non è assolutamente ed interamente nero, ha una tonalità di grigio molto vicina ad ess o. Ma il grigio dà la debole speranza che la fiamma della candela della nostra vita, possa sopravvivere. Ed è una sopravvivenza che deve essere fatta di lotta, di resistenza alle tenebre e che non deve far indietreggiare, perché è un dovere imprescindibile il difendere quello in cui si crede a qualsiasi costo e non necessariamente con quello della vita, anche se il testimoniare (l’essere martire nell’accezione più spiccatamente greca del termine) lo prevede, è messo nel conto, ma credo che si debba cominciare col dimostrarlo nelle piccole cose. </p> <p class="MsoNormal">Difendere ciò che è vero, la Verità (parola che <span style="mso-spacerun:yes"> </span>potrebbe suscitare brividi di sdegno e di orrore) comporta dei rischi ed essi sono più alti man mano che il grado di incomprensione <span style="mso-spacerun:yes"> </span>aumenta e non solo con chi la pensa diametricalmente in maniera diversa da noi, da chi è distante anni luce dal nostro sentire cum, <span style="mso-spacerun:yes"> </span>ma anche con chi è vicino alle nostre posizioni. La difesa della verità, diventa così, difesa della libertà, di quella libertà che c’è stata data e che siamo chiamati a gestire da soli, perché nostra. Il pomo della discordia non conosce schieramenti, il suo unico obiettivo è colpire e spesso vi riesce; quindi, che prezzo siamo pronti a pagare, pur di difendere qualcosa che è più grande di noi? </p> <p class="MsoNormal">La mancanza di fiducia,<span style="mso-spacerun:yes"> </span>l’indifferenza e spesso la superbia, accentuate dalla crisi dei valori di cui sopra, sono il pane quotidiano che il ricercatore e il difensore della Verità deve masticare ed inghiottire ogni giorno, subendo attacchi, affronti, ingiustizie, sapendo che questa è la sua vocazione, ciò per cui è stato chiamato. Bisogna avere coraggio, il coraggio di anteporre ai propri interessi, quelli che portino al bene comune, il coraggio di correre il rischio di essere deriso ed umiliato anche dagli amici, quelli più cari.</p> <p class="MsoNormal">Il prezzo della Verità, non è quantificabile con nessuna cifra in euro, dollari o yen; non è misurabile in azioni, parcelle, assegni; <span style="mso-spacerun:yes"> </span>non conosce spread, <span style="mso-tab-count: 1"> </span>quotazione dell’indice, <span style="mso-spacerun:yes"> </span>capital market line; ma solo il prezzo della predisposizione al sacrificio che ognuno di noi mette a disposizione di un’opera di cui, probabilmente non vedremo i frutti, ma che certamente s’impegna per seminare qualcosa che possa trovare un terreno fertile dove germigliare; non per soddisfazione personale, ma con disinteresse per la propria gloria, mettendoci a servizio con umiltà, riconoscendo i nostri limiti e le nostre mancanze.</p> <p class="MsoNormal">L’impegno deve essere costante ed in ogni campo in cui si opera. Non ci si chiede di essere i Superman che salveranno il mondo, questo lo lasciamo fare alla Bellezza, ma di cooperare per la Verità e recentemente, proprio chi porta questo motto, ha invitato tutti gli uomini di buona volontà ad operare anche via web, nei social network, nei blog, <span style="mso-spacerun:yes"> </span>tenendo presente che bisogna misurare il modo con cui agiamo, nel rispetto del prossimo e del messaggio di cui ci facciamo promotori: “Parola e silenzio. Educarsi alla comunicazione vuol dire imparare ad ascoltare, a contemplare, oltre che a parlare, e questo è particolarmente importante per gli agenti dell’evangelizzazione: silenzio e parola sono entrambi elementi essenziali e integranti dell’agire comunicativo della Chiesa, per un rinnovato annuncio di Cristo nel mondo contemporaneo. A Maria, il cui silenzio “ascolta e fa fiorire la Parola”, affido tutta l’opera di evangelizzazione che la Chiesa compie tramite i mezzi di comunicazione sociale.”</p> <p class="MsoNormal">Ed è con l’augurio del papa che voglio concludere questa breve riflessione; perché è in queste parole che bisogna trovare la forza di non demordere, anche quando ci sembra di star pagando un prezzo troppo alto in periodo di saldi, perché ogni nostra azione è tenuta sotto stretta osservazione e ne verremo ripagati grandemente, non dubitiamone.</p><p style="text-align: right;" class="MsoNormal"><span style="color: rgb(255, 0, 0); font-weight: bold;">VALENTINA RAGAGLIA</span><br /></p>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-58710813052984038002012-02-12T18:27:00.003+01:002012-02-12T18:30:13.687+01:00MARCIA PER LA VITA, PALERMO 4 FEBBRAIO 2012<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPC626UkObkYznmVLVSkddVYrRY7vyM1rGyuEjueMI_eCPzQlCI8X3lTzl9DDblvrdTl8okAhdj8fg4XmeKLtaxAZBxqGw3GwXl-mbbJts-4B_Fau0vI_tiGRcK3-uerSCmng_AIa3lyPR/s1600/image_name3.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 283px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPC626UkObkYznmVLVSkddVYrRY7vyM1rGyuEjueMI_eCPzQlCI8X3lTzl9DDblvrdTl8okAhdj8fg4XmeKLtaxAZBxqGw3GwXl-mbbJts-4B_Fau0vI_tiGRcK3-uerSCmng_AIa3lyPR/s400/image_name3.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5708302658641029650" border="0" /></a><br /><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif][if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" latentstylecount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif][if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} </style> <![endif]--> <p class="MsoNormal" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto"><i>«Ci troviamo di fronte ad uno scontro immane e drammatico tra il male e il bene, la morte e la vita, la “cultura della morte” e la “cultura della vita”. Ci troviamo non sol</i><i style="mso-bidi-font-style:normal">o «di fronte», ma necessariamente «in mezzo» a tale conflitto: tutti siamo coinvolti e partecipi, con l'ineludibile responsabilità di scegliere incondizionatamente a favore della vita.» </i>(Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Evangelium vitae sul valore e l'inviolabilità della vita umana.)<br /><br />Pochi giorni fa a Palermo, si è svolta la seconda edizione della “Marcia per la vita”, rispetto all’anno precedente, l’adesione è stata più numerosa, moltissime, infatti, erano le sigle di gruppi e associazioni che hanno aderito all’iniziativa.<br />Vorrei rendervi partecipi e farvi vivere l’emozione che ho provato io.</p> <p class="MsoNormal">Era prevista pioggia proprio nella fascia oraria in cui doveva svolgersi la marcia. Non vi dico l’ansia che ho provato fin quando non sono arrivata a Palermo, con il mio fidanzato, che mi ha accompagnata in questa importante missione. Ma la Sicilia, come dico sempre, non delude mai, e pur essendoci stato un bel sole splendente la mattina e di pomeriggio il cielo sia soltanto un po’ annuvolato, la pioggia tanto attesa, tanto scongiurata e prevista è stata la grande assente di questa giornata. Ammetto, di aver pregato tanto il Signore, affinché nessun impedimento ostacolasse la riuscita della marcia, e mi ha accontentata. Ecco, quindi, la prima soddisfazione, che potrà sembrare banale, ma che in realtà non lo è.<br />Secondariamente, vorrei descrivervi un po’ come era organizzata la marcia stessa. Al primo posto campeggiavano le mamme con i bambini, poi le autorità civili e a seguire tutti i gruppi e le associazioni.<br />Sono rimasta particolarmente stupita, del fatto che, la marcia sia un evento trasversale, che cioè coinvolge tutti gli uomini e donne di buona volontà che razionalmente (e non solo per via del loro credo) ritengono aborto ed eutanasia delle follie. E questo è testimoniato, anche, dalla copiosa partecipazione degli evangelici. Il loro striscione era molto significativo: c’era disegnato un neonato con la domanda: “Sono qualcuno o sono qualcosa?”. Uno slogan che racchiude un mondo. E complimenti ai fratelli evangelici per la grinta avuta durante tutta la marcia, infatti a intervalli regolari, urlavano: “Aborto ed eutanasia sono una follia” e altri slogan di questo tipo.<br />C’era anche chi, faceva silenziosamente il proprio rosario quotidiano, chi lo faceva in gruppo, chi distribuiva volantini e chi silenziosamente marciava contro l’eutanasia (ancora non legalizzata) e l’aborto. Ebbene, non sarà certo questa marcia a fermare i nostri sconsiderati governanti, ma di certo è un segno tangibile del fatto che c’è qualcuno che non tollera e non sopporta queste violenze quotidiane contro il diritto naturale, contro la persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio. Per diritto di cronaca, mi sento in dovere, di dire che, nel contempo nella piazza Politeama, vi era una ‘contro- manifestazione’, i volontari del WWF (se non vado errando) che manifestavano contro le torture sugli animali, contro la caccia etc. Bene, mi sento in obbligo di dire, che urlavano: “salviamo prima i bambini, ma anche loro” (riferito agli animali), ma nella pratica loro sono ben lontani dall’applicare questo slogan, poiché mettono sullo stesso piano un bambino e un animale. La loro è una deformazione ideologica che annebbia e oscura quel loro motto che ho riportato più sopra.<br />La marcia si è conclusa davanti al teatro Massimo di Palermo.<br />Spero di poter partecipare nuovamente il prossimo anno.<br />Vi ricordo l’appuntamento a Roma previsto per il 13 Maggio, per un’altra marcia per la vita.<br />Infine, mi sento di ringraziare la mia famiglia, perché fin da quando ero bambina mi ha educato alla cultura della vita, il mio fidanzato che con me ha condiviso questa esperienza e infine, ma non perché meno importante, ringrazio Nostro Signore.<br /><br /> <span style="color: rgb(255, 0, 0);">STEFANIA RAGAGLIA</span><br /></p>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-77007094246147740792012-01-19T15:03:00.004+01:002012-02-07T08:43:30.043+01:00TOY STORY. L'emergenza educativa si combatte anche con i giocattoli.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge5WN_uzbzeehml9iKQ2o4qkVPVV5YbuEC-M8qJKyO2rCudaIKscsX3K7tcBp0ziVTmkR0B6NjM_ZtJYTGK1vJopw_p0X7-uOolrzpxK4ifBPQndWyyaaaezAz07iIE8YXPeMlftarB-fA/s1600/BIGtoy-story.jpg.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge5WN_uzbzeehml9iKQ2o4qkVPVV5YbuEC-M8qJKyO2rCudaIKscsX3K7tcBp0ziVTmkR0B6NjM_ZtJYTGK1vJopw_p0X7-uOolrzpxK4ifBPQndWyyaaaezAz07iIE8YXPeMlftarB-fA/s400/BIGtoy-story.jpg.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5699347419477836914" border="0" /></a><br /><br /><span style="font-style: italic;">Nella vita dei bambini sono le minuzie che contano</span>. (Antonio Gramsci, Lettere dal carcere, 1926/37 – postumo, 1947/65)<br /><br /><span style="font-style: italic;">I bambini sono divertenti proprio perché si possono divertire con poco.</span> (Hugo von Hofmannsthal, Il libro degli amici, 1922)<br /><br />Che gioia ricevere dei giocattoli. Tutti ricordiamo la felicità che si provava nel ricevere dei doni, la curiosità di sapere cosa si nascondeva nei pacchetti, l’attesa e la frenesia di aprirli e scoprire se i nostri nonni, zii, parenti e amici, avevano indovinato i segreti del nostro cuore, se avevano indovinato il giocattolo che noi sognavamo da settimane, mesi, alle volte anni. Alle volte rimanevamo delusi, ma ringraziavamo sempre, alle volte (quando il giocattolo era quello dei nostri sogni) potevamo toccare il cielo con un dito.<br />Ma cosa rappresenta il giocattolo?<br />Fin dalle età più antiche sono esistiti dei giocattoli, c.d. ‘classici’. La bambola è uno di questi. Si pensi che nell’antico Egitto esistevano bambole di porcellana, creta, legno etc.<br />Nel “medioevo”, esistevano dei giocattoli che servivano ad anticipare le future ‘professioni’ dei fanciulli dell’Evo Cristiano. Al bambino: scudo e spada, cavalieri, soldatini; alla bambina era destinata l’intramontabile bambola (o nella veste di dama per le bambine più ricche, o semplicemente di pezza per le bambine meno fortunate). Ovviamente esistevano anche dei giochi da fare in compagnia di amichetti o fratelli e sorelle, come ad esempio le trottole.<br />Ovvio che non tutti diventassero cavalieri e dame, ma erano giocattoli ‘funzionali’ a far sviluppare nel bimbo, fin dalla tenera età, l’idea del ‘ruolo’ che gli sarebbe spettato una volta divenuto grande, serviva alla “distinzione dei ruoli” tra maschio e femmina, serviva in poche parole a indirizzare correttamente le inclinazioni del sesso di appartenenza.<br />Oggi grazie alla tecnologia abbiamo una più vasta gamma di giocattoli.<br />Però voglio fare una distinzione: esistono oggi i giocattoli elettronici, si parla di: Playstation, di PSP, di Nintendo DS, di Nintendo Wii, di Xbox e chi più ne ha, più ne metta. Ecco, questi giocattoli devono essere usati cum grano salis, ossia scientemente; i bambini non devono stare tutto il giorno davanti alla televisione, al computer o allo schermino della loro nuovissima e coloratissima postazione virtuale ‘tascabile’, hanno anche bisogno di muoversi, creare e inventare. Proprio per questo – ed ecco l’altra categoria –, esistono ancora oggi, gli intramontabili soldatini e le coloratissime bambole. Bisogna regalare ai nostri bambini questo genere di giocattoli, e aggiungo che in un mondo secolarizzato è bene mettere puntini sulle “i” fin dalla tenera età: la bambina deve, infatti, sviluppare il senso della maternità e della bellezza; il bambino quello della forza, del coraggio e della virilità, sì virilità, avete capito bene.<br />Quindi ai bimbi è bene regalare oltre che gli eterni soldatini, anche le ‘armi’ dei personaggi positivi – si pensi all’arco con le frecce di Legolas o la spada del Re Aragorn, personaggi di tolkieniana memoria –, mentre alle bambine oltre le bambole come Cicciobello o le Barbie (nelle vesti di sorella maggiore, di sposa etc etc –, è utile donare loro anche quei giocattoli che possano meglio calarla nel ruolo di ‘mamma’ e futura moglie, si pensi: al ferro da stiro, alla lavatrice, alla ‘pizzeria’ o al set completo di pentole. Alle volte le bambine, ricevendo questi giocattoli, si sentono importanti e utili ‘come la mamma’.<br />Quindi ben venga la diffusione di questi giochi tra le bambine, ben venga ogni idea che possa aiutare le più piccole a diventare delle piccole mammine tuttofare. L’emergenza educativa, del resto, la si combatte anche attraverso questi mezzi. Ci vuole una fede che si faccia cultura, come ricordava Giovanni Paolo II, laddove – ricorda il Beato – con “cultura” s’intende ogni elemento della vita umana, anche il giocare, il vestire, il porsi, etc. Un’ottica integralmente cattolica – ma, diremmo, anche meramente naturale e sicuramente ed integralmente tradizionale – non può dimenticare l’importanza dell’andare controcorrente anche in questo, rispetto al mondo circostante che tende, sin dall’infanzia, ad accelerare la crescita (degenerata) – si pensi ai vestitini succinti e sguaiati –, al brutto – pensiamo appunto a certi giocattoli mostruosi –, all’ermafroditico, all’indistinto, all’isolazionismo e all’egocentrismo.<br /><br /><span style="color: rgb(255, 0, 0);">STEFANIA RAGAGLIA</span>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-80121819832922896192012-01-06T15:51:00.005+01:002012-01-06T17:01:46.071+01:00Recensione: Alessandro D’Avenia, Cose che nessuno sa<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq-YYfUaQhiYv6PqczGrRBZWBeqoQ5ypBc5JzPYiXjt5tlcr7KcVjFfwGMV9xwDmtDkOQ6VLYlGMBFIp1nsdr59m4bi8OPLw_uRd4wqgf_5Df4AxqypRVr5TQlP8tRQOh3JWUs9EAoTTJO/s1600/COP_Alessandro+Davenia_Cose+che+nessuno+sa.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 256px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq-YYfUaQhiYv6PqczGrRBZWBeqoQ5ypBc5JzPYiXjt5tlcr7KcVjFfwGMV9xwDmtDkOQ6VLYlGMBFIp1nsdr59m4bi8OPLw_uRd4wqgf_5Df4AxqypRVr5TQlP8tRQOh3JWUs9EAoTTJO/s400/COP_Alessandro+Davenia_Cose+che+nessuno+sa.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5694532965276085490" border="0" /></a><br /><span style="font-style: italic;">“Ci vuole poco perchè un uomo sappia chi è: basta metterlo accanto a sua figlia quando ha dimenticato che prima di essere padre è stato figlio e che per diventare padre non bisogna smettere di essere figlio.” [Cose che nessuno sa, Alessandro D’Avenia]</span><br /><br style="font-style: italic;"><span style="font-style: italic;">“Nella vita matrimoniale, l'affetto nasce quando i coniugi assolutamente si detestano” [Oscar Wilde]</span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-style: italic;">Cose che nessuno sa</span> è il nuovo romanzo di Alessandro D’Avenia, che sopraggiunge nel panorama letterario attuale, sulla scia del successo ottenuto dalla sua prima prova letteraria <span style="font-style: italic;">Bianca come il latte rossa come il sangue,</span> entrato nella collana dei NumeriPrimi della Mondadori e quindi, diventato ufficialmente best-seller. Evitando di affibbiare l’etichetta di “fenomeno” che, potrebbe erroneamente far credere ad un fenomeno da baraccone o peggio ancora ad una moda, questa nuova prova e fatica dello scrittore e professore siciliano, dà la possibilità di poter guardare dalla toppa della serratura un nuovo aspetto dell’adolescenza, ma non solo, anche della vita, dell’amore, degli affetti, della famiglia e dell’amicizia.<br />Margherita, in procinto di cominciare ed intraprendere il suo viaggio verso gli anni del liceo, che nel bene e nel male sono i più belli, quelli che si ricordano con più nostalgia; si trova improvvisamente abbandonata dal padre e da qui, nel dolore, comincia una lunga ricerca tra quei misteri della vita che nessuno sa. A far da cornice a questo νόστος voluto con tutte le forze da Margherita e che intraprenderà con coraggio, vi sono: Nonna Teresa, tipica donna siciliana dedita agli affetti e alla cucina, con una filosofia di vita semplice e profonda, condita da detti tipici; il Professore, giovane e precario non solo nel lavoro ma anche nella vita, indeciso e pieno di paure che rischiano di fargli perdere di vista l’importanza di saper amare semplicemente con il cuore; Giulio, adolescente dall’infanzia difficile, bisognoso di liberarsi dal peso della solitudine e di realizzarsi come uomo, sarà il compagno di viaggio di Margherita, l’accompagnerà a riprendersi ciò che le manca, scoprendo la bellezza e la gioia di vivere. Ogni personaggio, principale e non, sembra ruotare attorno ad un protagonista, assoluto, ma che allo stesso tempo, si rivela soltanto alla fine del romanzo: il matrimonio. Eleonora è una donna che ha smesso di amarsi e di amare, chiusa nella sua cinta fatta di silenzio, incapace di dare al marito quella freschezza che ogni giorno, quando c'è l’amore, sa resistere alle intemperie e alle difficoltà; marito che, dal canto suo è incapace di saper aprire come i petali di un fiore il cuore della moglie e preferisce rifugiarsi nell’effimero piacere di un nuovo amore che possa fargli nuovamente provare il brivido della giovinezza. Riuscirà Margherita a stringere forte il filo della vita e a fare i nodi per tenere tutto stretto a sé? Sono cose che nessuno sa.<br /><br />Il romanzo conferma-ancora una volta- la grande capacità di D’Avenia di saper parlare al cuore del lettore di qualsiasi età, dall’adolescente all’adulto; convincendo con la semplicità del suo linguaggio, con la ricerca di esperienze comuni, di vita vissuta realmente; arricchita dall’uso di espressioni dialettali forti e colorite, che segnano anche il profondo legame dell’autore con la sua terra d’origine. Il merito più grande di questo scrittore è il saper proporre tematiche e problematiche così ricorrenti nei nostri tempi, con una freschezza ed una profondità che spingono a riflettere a ritrovarsi negli atteggiamenti, nei pensieri, nei desideri e nei sogni e perché no, anche nei dolori dei protagonisti. Questa dura lotta ingaggiata dalla conchiglia contro il predatore, da cui nascerà la perla, racchiude metaforicamente il mistero stesso della vita: la scoperta e la ricerca della bellezza attraverso il dolore, la sola via che può portare ad apprezzare pienamente l’esistenza. Leo e Beatrice prima, Giulio e Margherita adesso, sono il volto di quella gioventù che non si arrende al silenzio dell’indifferenza e di un mondo che sembra ignorarti ed ingoiarti nelle sue bruttezze e storture. Nella volontà e nel desiderio di purezza, si palesa la volontà di riportare ordine nel caos, amore dov’è odio. Negli occhi febbricitanti di risposte, il bisogno più intimo di porsi domande.<br /></div><div style="text-align: right;"><span style="font-weight: bold;"><span style="color: rgb(255, 0, 0);">VALENTINA RAGAGLIA</span></span><br /></div>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-77462115709892446512012-01-02T16:58:00.003+01:002012-01-02T17:06:55.618+01:00The Twilight saga: tutti morsi dai vampiri.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic0WY_V0mRrjbLnO0O4fDkH0uGeZFkTQEcnAa3UUH9KoNbr_HYRysGSgFAgtMfAdEwiRhgpjmcDZ-GA5O7fF5zbKKLORt2U9rlSIfpswPHzj_-Etx5n9OLlRIfD7o9Ds9FfETHcL_ghKhh/s1600/Immagine.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 262px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic0WY_V0mRrjbLnO0O4fDkH0uGeZFkTQEcnAa3UUH9KoNbr_HYRysGSgFAgtMfAdEwiRhgpjmcDZ-GA5O7fF5zbKKLORt2U9rlSIfpswPHzj_-Etx5n9OLlRIfD7o9Ds9FfETHcL_ghKhh/s400/Immagine.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5693066708287915186" border="0" /></a><br /><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" latentstylecount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} </style> <![endif]--> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal"><span style="font-size:16.0pt;"></span></b><b style="mso-bidi-font-weight: normal"><span style="font-size:16.0pt;"></span></b>Tramontato il decennio, dominato nel mondo della letteratura dal maghetto inglese più famoso al mondo; sembra già essersi prepotentemente insinuato nel panorama dei romanzi per ragazzi e non, la storia d’amore tra un essere umano ed un vampiro. Stiamo parlando dei personaggi creati da Sthephenie Meyer e che hanno conquistato ed incantato milioni di lettori nel mondo.</p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Il fenomeno, alla riscossa già da qualche anno anche nel nostro paese, sembra aver preso il sopravvento sulle teenagers che sognano disperatamente un uomo, o meglio, un vampiro come Edward Cullen, oppure ancora un licantropo come Jackob Black.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Come tutti i fatti di moda, che sono e fanno tendenza, il fenomeno Twilight non è rimasto confinato al solo panorama letterario, ma si è esteso anche a quello cinematografico; seguito anche da saghe che imitano il nuovo slancio verso il gusto dark-gotico.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Recentemente ho avuto modo di leggere un commento positivo alla pellicola <em>Breaking Dawn-Parte 1</em><em><span style="font-style:normal;mso-bidi-font-style:italic">, su una rivista ondine di stampo cattolico e non mi trovo d’accordo nel ritenere utile e meritevole di lode il fatto che attraverso questo film passi il messaggio della lotta contro l’aborto.</span></em></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><em><span style="font-style:normal; mso-bidi-font-style:italic">Ma non perché il messaggio non sia meritevole, tutt’altro; piuttosto ritengo sconsiderato lasciare che siano i vampiri, esseri infernali e amici di Lucifero, a difendere un’ideale che invece è tutto votato alla vita-e non alla non vita del vampiro-intesa nel senso più profondo, più alto del termine, ben distante dall’essere assimiliato ad un essere che si ciba del sangue umano, uccidendo le sue vittime. Mi sembra un controsenso alquanto evidente.</span></em></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><em><span style="font-style:normal; mso-bidi-font-style:italic">I giovani forse accettano che sia un vampiro a dar loro lezioni di morale ed io, piuttosto che applaudire a questa considerazione, preferisco prendere le distanze e chiedermi, perché nel vampiro i ragazzi di oggi riescano a trovare un modello da seguire e non piuttosto si accostino con lo stesso slancio, verso esempi di vita vissuta cristianamente e più precisamente in maniera cattolica.</span></em></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><em><span style="font-style:normal; mso-bidi-font-style:italic">La scelta, nel film-ed anche nel romanzo-di Bella di tenere il “mostro” è dovuta ad una visione altrettanto egoistica dell’amore: lo tengo perché è mio. Ciò che spinge la giovane fanciulla a proteggere e portare avanti una gravidanza <span style="mso-spacerun:yes"> </span>di cui non si conosce cosa sarà il frutto, (con alte probabilità potrebbe venire fuori un essere infernale!) è la consapevolezza di essere anch’essa destinata ad entrare nella famiglia dei vampiri. Infatti, il più grande desiderio di Bella, è quello di essere trasformata da Edward e la decisione di concludere la gravidanza, sembra mirare più ad uno scopo personale, ad una realizzazione di sé.</span></em></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Non c’è nulla della consapevolezza cattolica della vita, nulla dell’accettazione del sacrificio eventuale che una gravidanza a rischio potrebbe comportare, perché vi è una scappatoia: l’immortalità, garantitagli dal morso del vampiro.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">La storia ha contorni patetici, conditi dal romanticismo più melenso; privo di solidità.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Una dark story, può mai risplendere della Luce del Mondo? Credo proprio di no.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">In questi giorni invece, ho avuto modo di leggere la storia di una ragazzina americana di 17 anni, <span style="mso-spacerun:yes"> </span>Jenni, morta di tumore perché ha preferito rinunciare alla chemioterapia pur di far nascere il piccolo Chat. </p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Non c’è nulla di più vero, puro e profondo di un gesto d’amore gratuito, spontaneo, dettato dall’amore per la vita e la gioia di viverla; senza vie di fuga o sotterfugi.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: right;"><span style="color: rgb(255, 0, 0);"><span style="font-weight: bold;">VALENTINA RAGAGLIA</span></span><br /></p>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-61341499231612719792011-10-07T17:46:00.002+02:002011-10-07T18:14:43.610+02:00Seguite il vostro cuore e il vostro intuito: l'insegnamento dei Nobel 2011<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpDpEn-3fnjAPr78FvAHpoSm_F5Bp-__1KCsdlNPwebpMRc-sYdDPv55b9owchz-O0bAulEbvWN1g8m7UquVOW8YQXyeghZCJZ-lMHqfZJFxFqkOY0eakqr59ReaMHTzjfoUB_KR8rAVJ_/s1600/nobel-medal.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 288px; height: 288px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpDpEn-3fnjAPr78FvAHpoSm_F5Bp-__1KCsdlNPwebpMRc-sYdDPv55b9owchz-O0bAulEbvWN1g8m7UquVOW8YQXyeghZCJZ-lMHqfZJFxFqkOY0eakqr59ReaMHTzjfoUB_KR8rAVJ_/s400/nobel-medal.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5660777405514192546" /></a><br /><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(83, 83, 83); font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 12px; background-color: rgb(255, 255, 255); "><p style="margin-top: 3px; margin-right: 0px; margin-bottom: 3px; margin-left: 0px; padding-top: 3px; padding-right: 0px; padding-bottom: 3px; padding-left: 0px; font: normal normal normal 12px/17px Verdana; color: rgb(51, 51, 51); ">Ellen Johnson Sirleaf ha 72 anni ed è la prima donna presidente dell’Africa. Eletta nel 2005 in Liberia dopo un impegnativo confronto con l’ex calciatore del Milan George Weah e l’ex signore della guerra Prince Johnson – famoso per un video in cui beve birra mentre sotto i suoi occhi i suoi accoliti tagliano le orecchie al presidente dittatore Samuel Doe – è stata insignita del premio Nobel per la Pace 2011. La sua attività si concentrò da subito sulla riabilitazione materiale ed economica di un paese dilaniato da anni di guerra civile e sui diritti delle donne, che erano stati al centro della sua agenda politica fin da quando, giovanissima, si era separata dal marito che era stata costretta a sposare a 17 anni. Con lei sono state insignite dell’onorificenza anche la compatriota Leymah Gbowee, una militante pacifista che costrinse il vecchio regime militare liberiano a un tavolo di trattativa di pace con un’idea antica che già ritroviamo nella “Lisistrata” di Aristofane: lo sciopero del sesso. A completare la terna delle donne premiate è Tawakkol Karman, l’attivista yemenita leader della protesta contro il regime di Abdullah Saleh, 32 anni come gli anni del presidente al potere. Questo Premio Nobel è davvero un riconoscimento a un continente che negli anni più recenti continua a ribellarsi alle catene che ne imprigionano il cuore in una lunga rivoluzione in cui le donne svolgono un ruolo da vere protagoniste: è il caso della Primavera Araba, dove l’egiziana Esdraa Abdel Fattah ha avuto un ruolo fondamentale su facebook e twitter nella gestione del movimento 6 aprile corso in piazza Tahir a chiedere le dimissione del governo Mubarak nella terra dei faraoni dove un’altra donna, l’attivista Bothaina Kamel, aspira a governare il suo paese, la primadopo Cleopatra . E’ il caso dell’Arabia Saudita dove le donne – che per legge non possono muoversi senza l’autorizzazione del marito o del parente maschio più prossimo e non hanno diritto di prendere la patente – si sono messe alla guida per le strade di Riad. E’ il caso di Wangaari Mathai, la prima donna centrafricana a laurearsi, la biologa fondatrice del Green Belt Moviment per lo sviluppo sostenibile e la difesa ambientale, di cui ricordiamo la recente scomparsa.</p><p style="margin-top: 3px; margin-right: 0px; margin-bottom: 3px; margin-left: 0px; padding-top: 3px; padding-right: 0px; padding-bottom: 3px; padding-left: 0px; font: normal normal normal 12px/17px Verdana; color: rgb(51, 51, 51); ">Lunedì, con il riconoscimento in campo economico, si chiuderà la settimana dei Nobel. Per me, anche se in diverse occasioni più o meno recenti mi è capitato di restare perplesso e interdetto per alcune scelte degli accademici, la settimana dei Nobel corrisponde a una scarica di adrenalina pura in cui volgere gli occhi a quanto di grande e bello può scoprire e costruire l’ingegno umano.</p><p style="margin-top: 3px; margin-right: 0px; margin-bottom: 3px; margin-left: 0px; padding-top: 3px; padding-right: 0px; padding-bottom: 3px; padding-left: 0px; font: normal normal normal 12px/17px Verdana; color: rgb(51, 51, 51); ">Mi commuovo con Tomas Transtromer,lo psicologo che continua a scrivere e a suonare il pianoforte nonostante la mano destra immobilizzata dall’ictus. Un simbolo dell’ermetismo svedese e del suo silenzio nordico, mistico e versatile e un grande amico del nostro Mario Luzi.</p><p style="margin-top: 3px; margin-right: 0px; margin-bottom: 3px; margin-left: 0px; padding-top: 3px; padding-right: 0px; padding-bottom: 3px; padding-left: 0px; font: normal normal normal 12px/17px Verdana; color: rgb(51, 51, 51); ">Volo trascinato dalla fantasia nei campi della mente grazie al chimico israeliano Daniel Shechtman e a suoi quasi-cristalli, mosaici affascinanti riprodotti a livello degli atomi che non si ripetono mai periodicamente , reticoli geometrici che la mente umana e i limiti della matematica definiva impossibili ma che ora sono stati rintracciati non solo in laboratorio ma anche in natura. Spalanco le mie ali del pensiero ancora più in alto grazie ai fisici Perlmutter, Riess e Schimidt e i loro studi cosmologici sull’entropia e l’espansione dell’universo.</p><p style="margin-top: 3px; margin-right: 0px; margin-bottom: 3px; margin-left: 0px; padding-top: 3px; padding-right: 0px; padding-bottom: 3px; padding-left: 0px; font: normal normal normal 12px/17px Verdana; color: rgb(51, 51, 51); ">Penso a un futuro migliore grazie ai dottori Beutler, Hoffman e Steinman e ai loro studi sull’interazione tra sistema nervoso e immunologico che aprono allo sviluppo di una nuova generazione di vaccini basati non più sugli anticorpi ma sulle cellule stesse.</p><p style="margin-top: 3px; margin-right: 0px; margin-bottom: 3px; margin-left: 0px; padding-top: 3px; padding-right: 0px; padding-bottom: 3px; padding-left: 0px; font: normal normal normal 12px/17px Verdana; color: rgb(51, 51, 51); ">Questi uomini e queste donne, ognuno impegnandosi nel suo campo, hanno in comune una cosa: lo stupore e la contemplazione della realtà, la capacità di volgere la mente e il cuore in un universo dalle mille forze e dalle mille bellezze per migliorare ed educare l’uomo e quindi aiutarlo ad entrare nella sua umanità spesso dimenticata. Uomini che hanno dedicato anni della loro vita spesso con grandi sacrifici personali alla ricerca e al loro ingegno e che hanno lasciato un segno nell’umanità. Uomini come Steve Jobs.</p><p style="margin-top: 3px; margin-right: 0px; margin-bottom: 3px; margin-left: 0px; padding-top: 3px; padding-right: 0px; padding-bottom: 3px; padding-left: 0px; font: normal normal normal 12px/17px Verdana; color: rgb(51, 51, 51); "><em style="margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; ">Il vostro tempo è limitato, quindi non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciatevi intrappolare dai dogmi – che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altri. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui lasci affogare la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore ed il vostro intuito. Loro sanno già quello che voi volete veramente diventare. Tutto il resto è secondario. Siate affamati. Siate folli. (Steve Jobs)</em></p></span>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-98567444540538522011-07-19T15:07:00.002+02:002012-01-21T18:01:57.185+01:00RECENSIONE FILM: NOTTE FOLLE A MANHATTANAlcune serate inziano con un bacio..<br />...e finiscono col botto"<br /><br />Come promesso ecco a voi una piccola recensione del film, che ho visto ieri sera.<br />90 Minuti tutti da ridere.<br />Per essere un film dei nostri tempi è molto ben fatto, divertente senza essere volgare, appassionante e con una splendida NY di notte.<br />I due attori (molto ben assortiti) sembrano una coppia reale.<br />Pieno di sentimenti e sopratutto, la famiglia viene presentata come un valore, pur essendoci (come è normale che sia) qualche incidente di percorso, pur essendo travolti dalla routine giornaliera e pur essendo stressati dall'avere due bambini piccoli a cui badare.<br />Quindi, consiglio caldamente di andarlo a vedere!<br /><br />Ecco la trama:<br />Phil e Claire Foster sono una sensibile, inamorata coppia sposata, con due bambini, che vive nella provincia del New Jersey. I Foster hanno il loro "appuntamento settimanale", un tentativo di far rivivere l'emozione degli appuntamenti del tempo che fu, andando ogni settimana a passare la serata alla Teaneck Tavern. Le loro conversazioni finiscono sempre col passare da un appena accenato flirt da primo appuntamento agli stessi discorsi domestici che caratterizzano le loro cene casalinghe. Esausti a causa del lavoro e dei bambini, i loro appuntamenti raramente si concludono con un gioco romantico di un qualunque genere. Nel tentativo di togliere il pilota automatico alla loro serata speciale e nella speranza di rimettere un po' di pepe nelle loro vite, Phil decide che è arrivato il momento di cambiare le carte in tavola: portare Claire a Manhattan nel ristorante più alla moda della città. I Foster, però, non hanno una prenotazione. Nella speranza di riuscire a sedersi prima che l'orologio scocchi la Mezzanotte, decidono di rubare il tavolo a una coppia che ha prenotato ma non si è presentata. Cosa potrà mai accadere?<br /><br /><span style="color: rgb(255, 0, 0);">STEFANIA RAGAGLIA</span>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-82905266240976381682011-07-19T14:59:00.003+02:002011-12-23T20:13:32.446+01:00"SPOSATI E SII SOTTOMESSA"<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWX7GXzQqLe0tMi1CJDqkyxkwBw493POcff59HOsu4irFCdZogl8pF7XtmsHFiHmO4cK0XktZuQqmQ5cG_zOm-cnoHFunsbzcGZqEb5oUmpaQ2PAPj93d-bfKX4hLabsEC5kya8b8bEFQ9/s1600/sposati-e-sii-sottomessa2.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 244px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWX7GXzQqLe0tMi1CJDqkyxkwBw493POcff59HOsu4irFCdZogl8pF7XtmsHFiHmO4cK0XktZuQqmQ5cG_zOm-cnoHFunsbzcGZqEb5oUmpaQ2PAPj93d-bfKX4hLabsEC5kya8b8bEFQ9/s400/sposati-e-sii-sottomessa2.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5631047654946430578" border="0" /></a><br /><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" latentstylecount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} </style> <![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <o:shapedefaults ext="edit" spidmax="1026"> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <o:shapelayout ext="edit"> <o:idmap ext="edit" data="1"> </o:shapelayout></xml><![endif]--> <p class="MsoNormal"><a name="OLE_LINK2"></a><a style="font-style: italic;" name="OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK2"><<la ridiscutendo="" il="" suo="" ha="" messo="" in="" discussione="" anche="" quel="" talento="" innato="">> - come dice cesare pavese- quella <<disposizione un="" assoluto="" virtuosismo="" nel="" conferire="" al="" finito="" la="" donna="" concilia="" uomo="" e="" se="" stessa="" con="" il="" in="" armonia="" esistenza="" una="" misura="" che="" span="" style="mso-spacerun:yes"> </disposizione></la></span>non conosce poiché la donna spiega la finitezza, essa è la vita profonda dell’uomo: una vita tranquilla e nascosta com’è sempre la vita alle radici>>.</a></p> <p style="font-style: italic;" class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">Come si fa ad “essere la vita” di qualcuno? Innanzitutto portandone i pesi e debolezze, stando vicine senza sentirci superiori. Il rischio “faccio io che sono brava”, sottointeso “e tu no”, è abbastanza presente. […] Accogliere i limiti dell’altro – che ne ha esattamente come noi- deve essere fatto in una logica costruttiva, non ottusamente passiva.</span></span></p> <p style="font-style: italic;" class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">E poi, per “essere la vita” bisogna mettere attenzione, fare gesti di tenerezza, delicatezza, ricordare che l’altro viene prima di me: tutte cose che si tende dimenticare mano a mano che passano gli anni passati insieme, i sederini da lavare e i compiti da riguardare, che quando ci si incontra nel corridoio certe volte si è talmente stremati che non ci si degna nemmeno di uno sguardo.</span></span></p> <p style="font-style: italic;" class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">[…]<span style="mso-spacerun:yes"> </span>A volte fermarsi per dare qualche attenzione a quel signore sconosciuto può essere pericolosissimo, se perdi il ritmo qualcosa sfuggirà al tuo controllo, un figlio andrà a scuola in pigiama o verrà fermato ad un millimetro dalla tragedia mentre sta introducendo un cacciavite nella presa. Però bisogna trovare il modo di farlo. […]</span></span></p> <p style="font-style: italic;" class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">“Essere la vita” è amare senza misurare, cioè senza tenere i conti ma su misura, cioè proprio nel modo in cui lui desidera essere amato. Per dire: se lui è stanco e vuole solo un po’ di tempo per sé, non è gesto d’amore organizzare una serata con gli amici, anche se quella è la cosa che tirerebbe su noi. E’ anche essere discrete, non invadenti,<span style="mso-spacerun:yes"> </span>delicate. </span></span></p> <p style="font-style: italic;" class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">Continuare a bussare, a dire grazie, a rispettare. L’amore è un sentimento violento, ma l’altro non è tuo. E’ anche fare uno sforzo di verità continuo, benché essere veri non comporti il bisogno di dirsi proprio tutto; ci sono problemi che caricano solo l’altro di pesi inutili. Però è anche non avere paura di mostrarsi. E’ accompagnarsi l’uno con l’altro verso il mistero, perché alla fine la nostra essenza più intima, profonda, ultima non è neanche nell’essere maschio o femmina, ma in un’impronta di eternità, in un desiderio di felicità, di assoluto che c’è in entrambi.>></span></span></p> <p class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2"> (Costanza Miriano,Sposati e sii sottomessa, Vallecchi, pag 44-47)</span></span></p>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-87734132113145847462011-07-19T14:31:00.002+02:002011-07-19T14:41:42.722+02:00REALISMO MORALE<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-1XXTYpIYFybCibvCVbZQpGpn-gGqqErjSW9h_sFi7E2l8MAfTj4ZlWhK5jLGg2-cDcwHuRToNkHbbJbT9_c9D3tm1gojQLqqNNO8xRbUQBZzpGgbaSHljHfSIFnrfCLGztin5gmr_BtS/s1600/ritorno_al_reale.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 281px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-1XXTYpIYFybCibvCVbZQpGpn-gGqqErjSW9h_sFi7E2l8MAfTj4ZlWhK5jLGg2-cDcwHuRToNkHbbJbT9_c9D3tm1gojQLqqNNO8xRbUQBZzpGgbaSHljHfSIFnrfCLGztin5gmr_BtS/s400/ritorno_al_reale.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5631042562199755618" border="0" /></a><br /><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" latentstylecount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} </style> <![endif]--> <p class="MsoNormal"><a name="OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK2"><span style="font-size:11.0pt;">IL PASSATO E L’ETERNO – </span>Dateci qualcosa di nuovo, sento sospirare da ogni parte. Ma noi che crediamo alle leggi immutabili della natura umana, non abbiamo nulla di nuovo da apportare oltre all’eterno. La vita non è una novità, ma rinnovamento. Innovare, se non è continuare, significa uccidere: il male e la morte sono i soli inizi assoluti permessi all’uomo. Ogni sana rivoluzione è come un temporale, in cui la folgore che spezza prepara la pioggia e la feconda: essa ricopre e rifeconda la vera tradizione, fa coincidere l’entusiasmo e il tormento dell’ora che passa con il fondo immutabile della storia. Così la nuvola che fugge feconda la terra che rimane</span></a> </p><p class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">E, rivoluzionario che uccide la tradizione non vale più del fariseo che la perpetua in maniera morta: qui si imbalsama, là si abbandona al forno crematorio, ma in ambedue i casi, è su di un cadavere che si lavora. L’unica saggezza consiste nel salvare la vita e la giovinezza delle tradizioni in ciò che essa hanno di conforme alle esigenze centrali della nostra natura.</span></span></p> <p class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">Coloro che vogliono la novità ad ogni costo, la novità in quanto tale, non credono in questa natura, e la vita, per loro, non può essere altro che una successione di inizi che si distruggono l’un l’altro, una serie di aborti. Si tratta di una morbosa sete di novità che si confonde con il gusto della morte. Baudelaire aveva la realtà di riconoscerlo.</span></span></p> <p class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">Il problema, d’altronde, non si pone in termini di storia: si pone in termini di ontologia. Non siamo dei “passatisti”. Non adoriamo il passato in quanto passato; il valore delle cose non è, per noi, in funzione della loro antichità: altrimenti lo statalismo romano del IV secolo ci sarebbe più caro della civiltà medievale. Quel che noi amiamo in certe dorme del passato, è un’incarnazione più profonda della verità umana e sociale. E se vogliamo far rivivere quelle forme seppellite sotto le chimere di un mondo in preda alla follia -<span style="mso-spacerun:yes"> </span>e sappiamo che non è possibile, poiché l’irreversibile corso della storia, se non riproduce mai l’identico, riconduce pur sempre il simile – è unicamente perché esse ci paiono più conformi ai bisogni essenziali dell’umanità. Il volto del passato ci attira soltanto nella misura in cui è su di lui il riflesso dell’eterno.</span></span></p> <p class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">Tali eterne forme della vita sociale (famiglia, raggruppamenti locali e professionali a misura umana, aristocrazia, patria, chiesa) sono oggi a tal punto vacillanti o abbattute, che molti uomini sono tentati di cercare la salvezza al di fuori di loro. Queste cose sono fallite, ci si lamenta, vogliamo del nuovo. Al che possiamo rispondere in un sol modo: per malate che siano queste necessità, non è possibile sfuggirne. Rinnovate la famiglia, rifate un’aristocrazia, rianimate il senso patriottico e religioso, altrimenti morirete. Certi folli ossessionati dalla sete del nuovo assomigliano ad un tisico senza più fiato, che voglia respirare altrimenti che con i suoi polmoni. Ma bisogna, che i suoi polmoni guariscano p che acconsenta a morire; a meno che non, prolunghi la sua agonia con l’aiuto di un polmone d’acciaio.</span></span></p> <p class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">Ma, nel momento in, cui siamo, questa nuova maniera di respirare ha già dato abbastanza prove…</span></span></p> <p class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">Nulla di nuovo sotto il sole: la constatazione di questa evidenza non deve generare pessimismo, poiché tutto ciò che merita di vivere e di durare rimane indefinitamente rinnovabile.</span></span></p> <p class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2"> </span></span></p> <p class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">(Gustave Thibon, Ritorno al reale – prime e seconde diagnosi in tema di fisiologia sociale, effedieffe, pag 297, 298)</span></span></p>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-87481603222874930262011-05-14T22:14:00.002+02:002011-05-14T22:17:04.293+02:00LA VERITA' SUL NUCLEARE<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgijHi3ly7IJI86noFQSivOw9x03vWhCW9tBlDA-0qQJ9DYAKpquj3JQ18BbL1zWlSmUPcVr6ewxaFEd4UV_gXw_AMybn8rqrCCPKeatkjtlSKHCJZe7JCkykQSlpBrGPyVPWC22YFG4-F5/s1600/nuclear.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5606668430664278402" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 300px; CURSOR: hand; HEIGHT: 300px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgijHi3ly7IJI86noFQSivOw9x03vWhCW9tBlDA-0qQJ9DYAKpquj3JQ18BbL1zWlSmUPcVr6ewxaFEd4UV_gXw_AMybn8rqrCCPKeatkjtlSKHCJZe7JCkykQSlpBrGPyVPWC22YFG4-F5/s400/nuclear.jpg" border="0" /></a><br /><br /><div></div><br /><br /><br /><div>Da studioso e amante delle scienze ho imparato a fidarmi delle potenzialità e delle opportunità che la scienza ci offre, ad ascoltare il soffuso picchiettio delle limpide gocce di pioggia sulla finestra di casa meditando l’autoregolazione del ciclo dell’acqua che ci dona la vita, ho imparato a credere e desiderare che la scienza e la tecnologia possa migliorare l’uomo e il mondo come fece il primo trapianto di cuore del 1967 o il silicio che costruisce il personal computer con cui sto scrivendo le mie riflessioni. Ma in questi anni ho anche conosciuto l’uomo e dubitato della sua capacità critica, della sua etica e della sua capacità. Scrivo questo articolo a difesa dell’atomo, si, avete letto bene, a difesa, perché sono stanco di vedere in giro il simbolo dell’uranio continuamente associato a uno scheletro di morte. Il vero problema è l’uomo, l’incapacità e l’avidità di una direzione umana che a Chernobyl permise l’attuazione di esperimenti non autorizzati e ritenuti pericolosi; si racconta che quando Fermi nel 1942 scoprì i principi della fisica nucleare stappò con la sua squadra una prestigiosa bottiglia di vino Chianti: era fiducioso che per l’umanità si sarebbe aperta una nuova era basata sul benessere e su un migliore rapporto con la natura grazie alla pila atomica che era in grado di produrre immense quantità di energia con un atomo di uranio colpito da un neutrone. E l’uomo ci ha subito fatto la bomba atomica. La scienza e la natura ci donano grandi possibilità, l’uomo compie le sue scelte.<br />Ho partecipato quest’estate al Festival della Scienza di Bergamo e ho avuto modo di ascoltare il prof. Pielke della Californian State University che ha presentato il nucleare come una straordinaria opportunità, la più grande energia verde per poter debellare il carbonio e il suo inquinamento. Certo, è giusto investire anche in altre fonte di energia come l’eolico e il geotermico ma il nucleare è una grandissima possibilità che permetterebbe anche di lottare contro il riscaldamento globale. Gli ambientalisti reputano principali colpevoli dell’aumento dell’effetto serra l’anidride carbonica prodotta dalla combustione degli alcheni. Meriterebbe due parole anche l’effetto serra e qualche dubbio sulla validità di questa teoria che ha i suoi punti oscuri come quelli che rendono scettico il Premio Nobel per la Chimica Kary Mullis, inventore della PRC, l’amplificazione in vitro dei frammenti di Dna, autore del bellissimo libro “Ballando nudi nei campi della mente” che consiglio a chiunque voglia avvicinarsi alla scienza e in particolare alla chimica con curiosità e divertimento. Ma non stiamo qui a discuterne ora e anzi, consideriamo lo scenario più catastrofico: il continuo effetto della temperatura dato dall’anidride carbonica che porterebbe secondo le teorie più catastrofiche a desertificazione e scioglimento dei ghiacci, anidride carbonica prodotta in gran parte dalla combustione di alcani e ciclo alcani che sono i principali costituenti di gas naturale e petrolio, combustibili fossili formatisi nel corso di millenni dalla deposizione di materiale organico. Il nucleare potrebbe essere la grande opportunità per sconfiggere il loro inquinamento oltre a liberarci dall’egemonia energetica di paesi come la Russia e la Libia a cui siamo costretti a fare il baciamano per sopravvivere . Forse sul nucleare dovremmo parlare di meno- soprattutto chi non ha le competenze scientifiche necessarie- e ascoltare di più, soprattutto uomini come Tullio Regge, il decano dei fisici italiani, e Umberto Veronesi, fondatore dell’Istituto Oncologico Europeo di Milano nelle cui mani è l’Agenzia per la Sicurezza del Nucleare. Il mio è un monito perché non siano chiuse troppo rapidamente le porte in faccia al nucleare sull’onda emotiva della paura. Credo sia giusto e doveroso cercare di capire, analizzare, valutare la situazione energetica del nucleare e capire se siamo in grado di utilizzarlo. Io non dubito della scienza, dubito delle reali capacità organizzative dell’uomo e del popolo italiano. Prendiamola come una sfida, impegniamoci noi giovani negli anni futuri a studiare e migliorare la stabilità e la produzione della nostra energia, ma per avviare questi studi e queste discussioni è necessario dire NO il 12 e il 13 giugno per dire SI al Nucleare.<br /><br />Di Jakob Panzeri</div>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-82596032627352105712011-05-12T00:14:00.000+02:002011-05-13T22:38:31.930+02:00La discoteca: il tempio profano dei tempi d'oggi<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDPDSYwf6UdNcz_jvCpBwd_LK9seDNmylxUfSq0i8qRz9O9e-F4PnzuHeFzgl2lz_3L4o8YkEYhrxHKc3jO4GqtKesLlx8_e3YayKemmXtVleKDn8IVSCvRGdrqxyLH1rokHIbB6vuGXLX/s1600/030-Bratislava-discoteca-in-centro.jpg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 299px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDPDSYwf6UdNcz_jvCpBwd_LK9seDNmylxUfSq0i8qRz9O9e-F4PnzuHeFzgl2lz_3L4o8YkEYhrxHKc3jO4GqtKesLlx8_e3YayKemmXtVleKDn8IVSCvRGdrqxyLH1rokHIbB6vuGXLX/s400/030-Bratislava-discoteca-in-centro.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5605585645517402514" border="0" /></a><br /><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" latentstylecount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} </style> <![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <o:shapedefaults ext="edit" spidmax="1026"> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <o:shapelayout ext="edit"> <o:idmap ext="edit" data="1"> </o:shapelayout></xml><![endif]--> <p class="MsoNormal">Leggendo qua e la su internet non è difficile trovare opinioni di giovani e meno giovani in merito ad uno dei luoghi più frequentati dalla popolazione notturna d’oggi: la discoteca, appunto.</p> <p class="MsoNormal">Su Yahoo answer, si legge chiaramente che “basta divertirsi ed essere resposabili e si può andare ovunque”, o ancora, “il mio parroco ha costruito un campo da calcio, un teatro, una palestra e adesso una discoteca per minorenni” (a discapito, possibilmente delle molte ore che avrebbe dovuto passare in confessionale…). Tutto questo mi preoccupa molto. Partiamo da un’analisi meramente logica della questione. </p> <p class="MsoNormal">Innanzitutto: <i style="mso-bidi-font-style:normal">perché si va in discoteca?</i></p> <p class="MsoNormal">Per rimorchiare. Sì, è il primo pensiero che mi viene in mente se penso alle luci sgargianti e cangianti, alla musica che ti stordisce, alle persone che ti stringono a destra e a sinistra e ne approfittano per tastare la qualità della carne. </p> <p class="MsoNormal"><i style="mso-bidi-font-style:normal">Chi va in discoteca?</i></p> <p class="MsoNormal">Bella domanda. Direi tutti. Non per indicare l’intera popolazione, ma la qualità di chi ci va. Giovani e giovanissimi e grandi e molto grandi. L’età dei discotecari è varia, così come la tipologia di persona che vi puoi trovare: il ragazzino con i compagni di scuola, le ragazze con le amiche, la single incallita con la combriccola di attempati, magri, grassi, alti, bassi. Chiunque. Dal “bravo ragazzo” al delinquente. Questo, ovviamente perché la discoteca è un luogo pubblico. </p> <p class="MsoNormal"><i style="mso-bidi-font-style:normal">Cosa c’è in discoteca che altrove non si può trovare?</i></p> <p class="MsoNormal">Esattamente ciò che da altre parti non si reperisce con la stessa facilità: erba (per usare il linguaggio giovanile) cubiste, cubisti, danzatrici di lapdance, gente disposta a farsi usare con la stessa facilità con cui dice “ciao” e alcool. In pratica è un bordello mascherato e imbevuto di musica, quasi come a voler rivestire il tutto di una maschera, quasi come a voler trarre in inganno con ambienti sofisticati, chic, glamour, fashion, con la promessa del divertimento, dell’allegria, dello svago.</p> <p class="MsoNormal">In realtà è solo un gradino che, lentamente e se c’è continuità può portare alla perdizione.</p> <p class="MsoNormal">La discoteca, considerata così, cioè in quanto luogo materiale è questa.</p> <p class="MsoNormal">Ma, ci sono delle pseudo-discoteche, cioè quelle radicate, come si accennava all’inzio all’interno degli ambienti cattolici e qui, tocchiamo un argomento che c’interessa e ci tocca da vicino.</p> <p class="MsoNormal">Partiamo dalla cellula cancerogena: se, come diceva un ragazzo su yahoo, i parroci sono i primi a promuovere queste iniziative, che cosa può pensare la gente, che in buona fede si affida al pastore?</p> <p class="MsoNormal">Che la cosa sia lecita e non lesiva o nociva. Nulla di più sbagliato. </p> <p class="MsoNormal">Il credente, sa con certezza che la vita è fatta di equilibrio, di moderazione e soprattutto deve fuggire quelle occasioni ricercate di lussuria e rilassamento dei costumi.</p> <p class="MsoNormal">Il cattolico, cerca la felicità e il divertimento in ambienti sani e salubri per l’anima.</p> <p class="MsoNormal">Il cattolico, quello controrivoluzionario, non entra a contatto con la rivoluzione per servirsene, ma per combatterla. Come, ben ha detto un amico (che ringrazio perché mi ha spinto a riflettere a lungo) non si può pensare di “battezzare ogni cosa”, la rivoluzione non va piegata e plasmata in forma nuova o diversa, va annientata e arginata. </p> <p class="MsoNormal">Inoltre, visto che il cattolico è portatore di valori, che figura ci fa davanti chi è semplicemente distante o scettico nei confronti della fede quando si abbassa al livello della massa generalizzata e secolarizzata da questo relativismo imperante? </p> <p class="MsoNormal">Ve lo dico io: fa la figura del fesso, di quello che predica bene e razzola male, dell’incoerente, insomma. E allora, lo gnostico e il laicista, cosa potrebbero dire (e io appoggerei) di rimando al cattolico che scongiura, <span style="mso-spacerun:yes"> </span>a parole e non nei fatti e con l’esempio pratico, la perdizione dell’anima?</p> <p class="MsoNormal">Direbbe: “Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello”. [Lc 6, 41-42]</p> <p class="MsoNormal">Vorrei concludere questa breve riflessione, con il racconto di una suora che mi è capitato di leggere.</p> <p class="MsoNormal">Rivolgendosi ad un ragazzo, ostinatamente, per capire cosa lo spingesse ad andare in discoteca e non in Chiesa la domenica (in quel caso era una domenica di Pasqua); il ragazzo ha risposto così: “<b style="mso-bidi-font-weight: normal"><u><span style="color:black;">Se vai in discoteca qualcosa rimedi, se vai a Messa non rimedi niente</span></u></b><span style="color:black;">" </span></p> <p class="MsoNormal"><span style="color:black;">Quanto si sbaglia questo ragazzo! Quanto, nella sua cecità non s’è ancora accorto che la Luce del Mondo [Gv 8, 12-20] non sta nella palla da discoteca ma nell’Eucarestia, in quel sacrificio e in quel gesto d’amore che c’è stato donato gratuitamente e vale più di un pass per una sala vip esclusiva e una bottiglia di Vodka.</span></p> <p class="MsoNormal"><span style="color:black;">Ringrazio il Signore, perché negli anni della crescita mi ha dato e mi sta dando la possibilità di guardare il mondo sotto una prospettiva diversa, diversa perché un po’ risplende dei suoi occhi. Perché dal passato ho imparato e dal futuro imparerò.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="color:black;"><span style="color: rgb(255, 0, 0);">VALENTINA RAGAGLIA</span><br /></span></p>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-22616907825746958422011-05-09T13:09:00.002+02:002011-05-09T13:13:46.581+02:00FIRMA ANCHE TU!http://www.petizionepubblica.it/PeticaoVer.aspx?pi=P2011N9597<br /><br />Cari amici ed amiche,<br />ci troviamo dinnanzi a una mossa (e non è la prima) del Ministro delle pari opportunità, Mara Carfagna, a dir poco incoerente.<br />Infatti il presidente della regione Piemonte, Roberto Cota, aveva dichiarato di non voler sponsorizzare il Festival Gay di Torino, e la ministra, invece, fa il contrario, facendo in modo che molti degli elettori del PDL (che votano il partito solo perchè in campagna elettorale, si era dimostrato contro certe 'tendenze') si rivoltano contro questo Ministro e contro questo Ministero, che non ha niente 'di pari opportunità'.<br />Firmate contro l'incoerenza!<br />Facciamoci sentire!<br /><br />(Sopra il link per aderire alla petizione)SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-24875721985789286452011-05-02T12:34:00.004+02:002011-05-03T10:52:31.813+02:00WILL E KATE SPOSI<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyScvP8kVfL32cngPSUAe8XdrywJkJMplhoHEzp6gWohRqm5ssPTrYZogX0JG89aeOQoXEUM_TlFdxNKglLfV5_4xVUpNAjx8659JHftQMetUmP2oY83OLpFa_H7Txu5FXLXz-FGjqY148/s1600/will-kate-foto-ufficiali.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyScvP8kVfL32cngPSUAe8XdrywJkJMplhoHEzp6gWohRqm5ssPTrYZogX0JG89aeOQoXEUM_TlFdxNKglLfV5_4xVUpNAjx8659JHftQMetUmP2oY83OLpFa_H7Txu5FXLXz-FGjqY148/s400/will-kate-foto-ufficiali.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5602065421491212002" border="0" /></a><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" latentstylecount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} </style> <![endif]--> <p class="MsoNormal"><a name="OLE_LINK2"></a><a name="OLE_LINK1"><span style="">Si è parlato tanto del matrimonio di Will e Kate. Sono mesi, ormai, che non manca un tg che non dà gli ultimi scoop o notizie inerenti a queste nozze, particolari che alle </span></a><a name="OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK2">volte trascendono nel gossip e che iniziano a stancare le persone invase da notizie più o meno utili. </span></a></p> <p class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">Gli inglesi si son dimostrati affezionati alla loro tradizione e quindi alla monarchia, forse, perchè cercano un po’ di speranza nei volti giovani dei due neosposi. </span></span></p> <p class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">Ci si è anche chiesti perché dovrebbero interessare al mondo le nozze dei due, ebbene la risposta è semplice: primariamente per un fattore politico, l’Inghilterra riveste un ruolo importante a livello internazionale e secondariamente perché una storia d’amore affascina sempre.</span></span></p> <p class="MsoNormal"><span style=""><span style="">Ascoltando il commento di Antonio Caprarica durante le nozze, inviato in Inghilterr</span></span><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2">a del Tg1, si sentiva e percepiva un certo entusiasmo, quasi si trattasse di un evento che lo coinvolgesse personalmente, i giornali italiani non hanno mancato di scrivere pagine e pagine su queste nozze, quasi tralasciando per un momento le vicende (politiche e non solo) del nostro paese, quasi ci fosse voglia di evadere e toccare con mano la ‘bellezza’ della monarchia (richiamato, non solo dalla presenza di teste coronate di tutti i paesi del mondo all’evento, ma anche dal presunto richiamo all’abito che fu <span style="mso-spacerun:yes"> </span>di Grace Kelly), <span style="mso-spacerun:yes"> </span>che noi abbiam rifiutato il 2 Giugno 1946.</span></span></p> <p class="MsoNormal"><span style=""><span style="">Vi sono però degli appunti da fare: la celebrazione è stata allo stesso</span></span><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2"> tempo ‘ricca’ di significato e semplice, spontanea, come il sorriso stampato sulla faccia dei due sposi, raggianti ed entusiasti.</span></span></p> <p class="MsoNormal"><span style=""><span style="">Questi appunti riguardano alcuni aspetti della cerimonia: il prete che fa mille acrobazie alla fine della cerimonia, la presenza di Elton John e del compagno e poi ovviamente rimane il grande nodo da sciogliere che è quello dell’anglicanesimo. Infatti il matrimonio di Will e Kate può far riflettere sulla mancanza di spina dorsale dei prelati anglicani in questioni eticamente sensibili (come le unioni omosessuali), bella omelia, bellissimo il gesto di avvolgere la mano degli sposi con la stola mentre si pronuncia “l’uomo non osi separare ciò che Dio ha unito”(“Those whom God has joined together let no man put us under”), ma poi ammettono il divorzio. Bella la lettura scelta (Rm 12), ma come si fa a dire agli altri “non conformatevi alla mentalità di questo mondo” (Rm 12,2) quando la chiesa anglicana stessa ha ceduto a questa mentalità? [cit. Pietro D</span></span><span style=""><span style="">amian, ‘Riflessioni intor</span></span><span style=""><span style="">no a un matrimo</span></span><span style=""><span style="">nio’]</span></span></p> <p class="MsoNormal"><span style=""><span style="">E’ esagerato affermare che la memoria della suocera (Lady Diana) <span style="mso-spacerun:yes"> </span>venga soppiantata dalla giovane e bella nuora, ma di sicuro gli inglesi aspettavano da tempo una donna (e Camilla non pare adatta al ruolo) che potesse ‘competere’ con lei per bellezza e carisma. Mi va anche di criticare chi ha definito queste nozze come ‘quelle del secolo’, beh, è una considerazione esagerata e che solo ‘post’ si potrà fare, dichiarazione che fa notare quanto (e troppo) entusiasmo si sia effuso per questo evento, certamente importante, ma starei bene attenta a definire come del secolo. Per ora, l’unica cosa che si può fare è di augurare ogni bene ai due sposi.</span></span></p><p class="MsoNormal"><span style=""><span style=""><span style="color: rgb(255, 0, 0);">STEFANIA RAGAGLIA</span><br /></span></span></p><p class="MsoNormal"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG10L1SX_6f3KNR4kEFRDo65JMc0fiDuiU_d2C3vt5keQOkKWfg60IvCvE-DfulwZ0dmJifARfLaWNvikztodjDsoOYNZ8msfzBXg5DhFeNuG0EDADqJyd4IX3KMMkDkD25KWiMWvlO4XW/s1600/110423181026_medium.jpg"><img style="cursor: pointer; width: 326px; height: 201px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG10L1SX_6f3KNR4kEFRDo65JMc0fiDuiU_d2C3vt5keQOkKWfg60IvCvE-DfulwZ0dmJifARfLaWNvikztodjDsoOYNZ8msfzBXg5DhFeNuG0EDADqJyd4IX3KMMkDkD25KWiMWvlO4XW/s400/110423181026_medium.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5602065568966157650" border="0" /></a></p><p class="MsoNormal"><span style="mso-bookmark:OLE_LINK1"><span style="mso-bookmark: OLE_LINK2"><br /></span></span></p>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-727666559192221404.post-61493312630546144822011-04-11T16:03:00.006+02:002011-04-11T19:15:09.091+02:00Nathalie: la vera sorpresa della musica italiana. Abbattiamo i luoghi comuni, gli slogan, la mediocrità e apriamoci al bello.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8TxM9LweO_ow9bMepiug2UPV_-2MlyIY6wDj4FqB5lvRxgeLpe836QZtTuO3y7ek8x_9Fpto4Qm9RA8sClsY81o31wBmVcCOyGEaXdi13pQMdTot_YKZL66QM-CfuGSZv3GDPE6ZYmWVr/s1600/Nathalie%252BVivo%252BSospesa%252BBooklet.png"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 195px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8TxM9LweO_ow9bMepiug2UPV_-2MlyIY6wDj4FqB5lvRxgeLpe836QZtTuO3y7ek8x_9Fpto4Qm9RA8sClsY81o31wBmVcCOyGEaXdi13pQMdTot_YKZL66QM-CfuGSZv3GDPE6ZYmWVr/s400/Nathalie%252BVivo%252BSospesa%252BBooklet.png" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5594327552919599954" border="0" /></a><br /><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" latentstylecount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} </style> <![endif]--> <p style="text-align: justify;" class="MsoNormal"><a name="OLE_LINK4"></a><a name="OLE_LINK3"><span style=""><i style="">“Proteggerò i miei sogni più puri, si sveleranno al calore del giorno” [Vivo sospesa, Nathalie]</i></span></a></p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;" class="MsoNormal"><span style=""><span style=""> </span></span></p><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;" class="MsoNormal"><span style=""><span style="">Nathalie Giannitrapani, vince a sorpresa nel novembre 2010 il talent show di Raidue xFactor, giunto alla quarta edizione e che l’anno prima aveva visto primeggiare Marco Mengoni. Ma, a Nathalie, spetta un primato assoluto: è stata la prima donna a vincere Xfactor. Nonostante Giusy Ferreri con il tormentone “Non ti scordar mai di me” e Noemi con “Briciole” e “l’Amore si Odia” (che l’ha vista collaborare con Fiorella Mannoia), Nathalie ha sbaragliato la concorrenza agguerrita e favorita da mass media, quotidiani, riviste e giurie. E’ stata una sorpresa piacevole. Forse, una volta tanto è davvero il talento a essere premiato. Sì, perché su Nathalie pochi avevano scommesso una vittoria, pochi avevano notato fin dal principio che non era vana apparenza televisiva, nessuna mania di protagonismo o vena polemica, solo tanto impegno silenzioso e determinazione. Nathalie, che in punta di piedi convince, stupisce e regala emozioni dimostrando che il pubblico e gli ascoltatori italiani non sono solo quelli che decidono di accontentarsi della canzoncina con la rima cuore-amore. No, Nathalie scava a fondo, tocca dolcemente la corda dell’anima e la fa vibrare. In punta di piedi è un pezzo interamente composto da lei, veterana del panorama musicale. Nathalie non nasce ad xFactor, non è un prodotto televisivo, è una giovane ragazza romana che andando in giro, viaggiando, è andata alla ricerca di spunti, emozioni, ispirazioni. S’è confrontata con culture diverse, e di ciò ne ha fatto tesoro, un tesoro prezioso. Chi non la conoscesse, può mirabilmente guardare il suo lungo curriculum artistico, fatto di concorsi, premi, manifestazioni e possiamo dirlo senza paura, soddisfazioni. Il primo EP: <i style="">In punta di piedi</i>, contiene quattro cover, oltre l’inedito, che è davvero una raffinata poesia in musica. Fin dal titolo è possibile cogliere un tocco di delicatezza, che man mano cresce e culmina in un vortice di emozioni che tra i pezzi di vetro, spine e stanze gelate cerca di annullare paure, dubbi, timori alla ricerca della felicità. Il coraggio da cantautrice di Nathalie viene giustamente premiato con la partecipazione al festival di Sanremo che la vede in gara con il brano:<i style=""> Vivo sospesa</i>, titolo tra l’altro del suo primo album contenente 11 tracce che spaziano brani in italiano, inglese e francese. Sanremo è un’esperienza che sicuramente le ha dato nuova visibilità e che agli amanti della buona musica un motivo per guardare il festival, ultimamente piuttosto decaduto. Emozionantissimo il duetto con un’altra grande cantautrice italiana L’Aura e l’interpretazione de <i style="">Il mio canto libero</i> per la serata in onore dei 150 anni dell’unità d’Italia. Ma, dopo questa brevissima e incompleta descrizione degli ultimi eventi che hanno visto la piccola donna protagonista, cosa offre il fantastico mondo di Nathalie?</span></span></p><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;" class="MsoNormal"><span style=""><span style="">Innanzitutto, <b style="">qualità</b>: da troppo tempo nel nostro panorama musicale manca una figura forte, che contrasti il qualunquismo e la banalità degli ultimi tempi, che prenda in mano le redini e torni a rendere la nostra musica Arte, moto dell’anima, violento, forte.<b style=""> Originalità</b>: la bravura di Nathalie, consiste e non poco, nella capacità di creare un’armonia tra parole e musica, regalando emozioni inedite.<b style=""> Raffinatezza</b>: i testi sono ricchi di metafore, simboli che celano emozioni e sentimenti, che incontrano stati d’animo comuni, ma che non scadono nel banale.<b style=""> Grinta e dolcezza</b>: un mix davvero esaltante, la dolcezza della chitarra o del pianoforte, spesso, creano un contrasto che si amalgama grazie alla voce di Nathalie.<b style=""> Emozioni</b>: questo è forse il regalo più bello che la musica possa fare, la musica è emozione, è condivisione, è brivido. La mia speranza è che la bellezza possa sempre trovare il giusto spazio, quello che merita, perché vivere senza bellezza vuol dire precludersi ogni possibilità di felicità. La musica di Nathalie dà davvero la possibilità di poter viaggiare verso se stessi, di conoscersi meglio, di ritrovarsi in sentimenti comuni di disegnare tutti insieme cerchi nell’aria e di trasformare sfere d’acqua in argento. Sì, se qualcuno non l’avesse ancora capito, mentre scrivo questo pezzo ascolto per la seconda volta oggi <i style="">Vivo sospesa.</i></span></span></p><p style="text-align: justify;" class="MsoNormal"><span style=""><span style=""><span style="color: rgb(255, 0, 0);"><span style="font-weight: bold;">VALENTINA RAGAGLIA</span></span><i style=""><br /></i></span></span></p>SYMPOSIUM: SOMNIUM SCIPIONIShttp://www.blogger.com/profile/00203062162645408633noreply@blogger.com4